Astronomia
Una delle coordinate celesti del sistema equatoriale (coordinata).
D. magnetica Angolo che in un determinato punto P della Terra il piano meridiano magnetico forma col piano meridiano geografico [...] , la flessione la d. all’espressione del numero e (solo in parte) del genere.
In particolare è chiamato d. il sistema chiuso per cui, dato un tema nominale, gli si attribuiscono tutte le desinenze proprie di quel sistema: così le d. in -us e -a ...
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Anatomia
Forami di c. Sono i fori intervertebrali attraverso i quali passano le radici spinali.
Biologia
Fenomeno consistente nella temporanea unione di due organismi unicellulari e in uno scambio di [...] .
Fisica
C. di carica L’operazione che applicata a una particella cambia il segno della carica elettrica e di tutte le cariche generalizzate (numero barionico, leptonico ecc.).
Per la c. elettronica ➔ legame chimico.
Linguistica
In genere ...
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Linguistica
Accordo delle sillabe finali, che forma la rima; talora s’intende per c. l’uguaglianza delle sole consonanti nella terminazione di due parole (per es., mare e dolore; padre e leggiadro), contrapposta [...] terza e di sesta ( c. imperfette) e tali, nel sistema tonale moderno, gli accordi perfetti maggiori e minori. Opposto al concetto di c. è quello di dissonanza (➔). I parametri della c. possono variare a seconda di epoche, civiltà e gruppi culturali. ...
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In grammatica, parte invariabile del discorso che congiunge fra loro due elementi simili di una proposizione, oppure due membri di un periodo. Le c. si distinguono, per la forma, in semplici (e, né, o…) [...] e composte (eppure, sebbene); a queste si aggiungono le locuzioni congiuntive (appena che, anche se). Rispetto alla funzione, si distinguono in: coordinative, se congiungono due elementi simili di una proposizione («il vino e l’acqua»), o due ...
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Costrutto sintattico consistente nel susseguirsi di due costruzioni diverse in uno stesso periodo, la prima delle quali resta incompiuta, mentre la seconda porta a compimento il pensiero; per es.: Io, [...] pazienza. Più genericamente, qualsiasi costrutto in cui non viene osservata la sintassi normale. Frequente nel parlare familiare e nei proverbi, è spesso utilizzato dagli scrittori, o per maggiore efficacia o per riprodurre il linguaggio del popolo ...
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Assieme ai ➔ nomi, i verbi sono una categoria di parole (➔ parti del discorso) cruciale nell’organizzazione lessicale e grammaticale delle lingue, al punto da essere considerati un universale linguistico: [...] supporto il nome è di norma un nome ‘insaturo’ (cioè un nome che regge uno o più argomenti: la decisione di Luca, il consiglio di Luca a Gianni, la passeggiata di Luca) e non un nome classificatore, come nel caso di ingegnere (Prandi 2006: 309).
Gli ...
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Il soggetto (dal lat. subiĕctu(m) «che sta sotto», calco del gr. hypókeímenon) indica una funzione grammaticale fondamentale nella frase, insieme a quelle di ➔ oggetto e di predicato (➔ predicato, tipi [...] statisticamente prevalente), non è comunque l’unica possibile. Ecco qualche esempio:
(12) Marco ama la pizza
(13) a Marco piace la pizza
(14) la pizza la mangia volentieri, Marco
In (12) Marco è soggetto grammaticale, tema ed elemento dato, ma non ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] le indicazioni di Malagoli (1905), che si proponeva di «offrire un’ordinata esposizione delle norme onde si regolano ora la nostra pronunzia, a cui si fa grave offesa fuori di Toscana» (p. VII): esse sono desunte «dall’uso vivo fiorentino», che si ...
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Un enunciato contiene tipicamente (ma non necessariamente) informazioni di due tipi; una parte indica qualcosa che parlante e ascoltatore sapevano già: dà cioè un’informazione data; un’altra indica qualcosa [...] ) perché in essa una mela coincide con un’informazione data, mentre Marco è l’informazione sulla quale verte la domanda:
(38) A: Chi ha mangiato una mela?
B: * Marco ha mangiato una mela
In italiano, per rispettare il principio di progressivo aumento ...
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Per i grammatici antichi, il termine consonante (gr. stoikhêion [o grámma] sýmphōnon, lat. littera consonans) indicava una lettera che (per es., gr. β, γ, δ, lat. b, c, d) si riteneva non potesse essere [...] vocalici [i], [u]. Nel latino tardo non erano più realizzati come approssimanti, ma forse come fricative, e in italiano la /j/ ha poi dato origine a un’affricata palatale: peius > pe[dːʒ]o; sanguis > sang[w]e.
In altri casi si è verificata ...
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a la coque
à la coque ‹a la kòk› locuz. fr. (propr. «al guscio»), usata in ital. come agg. – Nel linguaggio gastronomico, solo nella locuz. uovo à la coque (parzialmente italianizzato alla coque), uovo tenuto per 2-3 minuti in acqua in ebollizione...
a la belle etoile
à la belle étoile ‹a la bèl etu̯àl› locuz. fr. (propr. «alla bella stella»). – A cielo scoperto, a cielo sereno; si usa nelle frasi dormire, albergare à la belle étoile, dormire all’aperto, spec. di chi non ha o non trova...