Gli allofoni (o varianti) sono le diverse realizzazioni concrete che un fonema ha nella catena parlata. Per es., a due pronunce della parola pane, di cui la prima contiene una [a] e la seconda una [æ], [...] una nasale: Enzo [ˈɛnʣo], nella Puglia e in gran parte della Calabria anche dopo laterale: alzare [alˈʣare]. Se invece l’affricata è preceduta da fricativa, come nel caso dei prefissi s- o dis-, allora registriamo [s-ʧ] al Nord come in [disˈʧɛrnere ...
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Le lettere doppie (dette anche geminate, dal lat. gemino «raddoppio») sono la rappresentazione grafica delle consonanti che, in posizione intervocalica, vengono pronunciate al grado intenso, cioè con energia [...] ’essi possono assumere valore distintivo (per es., biscia ~ bisca, lagna ~ lana, voglia ~ vola).
Il mancato raddoppiamento grafico dell’affricata /ʦ/ intensa davanti ai dittonghi i + a, e, o si spiega risalendo al latino. In italiano, infatti, da uno ...
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La sociolinguistica è il settore delle scienze del linguaggio che si occupa dei rapporti fra lingua e società. Pare che il termine sociolinguistics sia stato usato per la prima volta all’inizio degli anni [...] diverse distribuzioni, per es., delle vocali medio-basse e medio-alte anteriori e posteriori, /e/ e /o/; o delle affricate alveolari, /z/ e /s/), si erano ormai consolidate.
Tale gamma di variazione a livello dell’italiano si sovrappone alla generale ...
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Prima di affrontare la descrizione del sistema fonologico dell’italiano, occorre illustrare brevemente il significato del termine fonologia. Lo studio dei suoni prodotti dall’apparato fonatorio è l’oggetto [...] (ad es., i [b̥]esci «i pesci»).
Un processo morfo-fonologico importante in italiano è l’alternanza tra occlusive velari e affricate palatali: amico con [k] e amici con [ʧ], vinco con [k] e vinci con [ʧ]; volgo con [g] e volgi con [ʤ]. Occorre notare ...
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FONETICA (dal gr. ϕωνητικὴ [τέχνη] "[scienza] dei suoni" fr. phonétique; sp. fonética; ted. Phonetik, Lautlehre; ingl. phonetics)
Giulio BERTONI
Giulio PANCONCELLI-CALZIA
Il pensiero costruisce sé stesso, [...] ad articolare n, non si alza per chiudere con il suo orlo la cavità orale, ma passa senz'altro dalla vocale all'affricata; soltanto il velo pendolo si abbassa, come di dovere. Risultato: n scompare e la vocale diventa nasale pura. Si può ammettere ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] gl›, e l’uso di ‹i› diacritica per indicare palatalità e di ‹h› per indicare velarità è piuttosto stabile. Per l’affricata /ts/, Petrarca usa la ‹ç›. La ‹h› etimologica è saltuariamente presente, mentre è frequente l’uso etimologico di ‹x›, dei nessi ...
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Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] subire:
(a) palatalizzazione: cēram [ˈkeːrã] > cera [ˈʧeːra], in cui, riguardo al modo, si noterà l’affricazione;
(b) velarizzazione: velarizzato è l’allofono preconsonantico di /l/ in molti dialetti italiani;
(c) labializzazione: aquam > sardo ...
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Con francesismi si intendono i prestiti dal francese (i francesismi veri e propri, per la fase più antica della lingua detti anche, raramente, oitanismi dall’uso di designare il francese antico come lingua [...] , la fricativa alveolare sonora /z/ è resa con /s/, /z/ o, per probabile trafila settentrionale, con l’affricata dentale /ʣ/ (fr. hasard → azzardo); la fricativa palatale sorda /ʃ/ conserva la medesima articolazione (scialle ← fr. châle; besciamella ...
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Il termine analogia designa il processo diacronico attraverso cui una parola cambia forma fonologica e morfologica per diventare più somigliante a un’altra parola già esistente nella lingua. Tale processo [...] < cāse̯u(m), ecc. Ciò è dovuto all’interferenza con la lenizione (➔ indebolimento) che colpisce, tra l’altro, le affricate intervocaliche [ʧ] e [ʤ], per cui in Toscana a tutt’oggi si osservano le alternanze contestuali per [ʧ]ena /la [ʃ]ena, con ...
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La Campania non è un’area uniforme dal punto di vista linguistico (Radtke 1997; De Blasi 2006a), poiché nessun dialetto (nemmeno il napoletano, parlato a Napoli e nei dintorni) ha mai raggiunto lo status [...] [d:ʒ]io), la pronuncia della -i- grafica dopo consonante palatale sorda (per es., soc[i]ale, c[i]elo), la resa affricata [ʦ] della sibilante dopo vibrante o liquida (pen[ʦ]o, sal[ʦ]a, bor[ʦ]a).
A Napoli più che altrove la vocale finale è indistinta ...
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affricato
agg. [dal lat. affricatus, part. pass. di affricare «sfregare»]. – Consonante a. (o affricata s. f.): consonante che risulta da un’articolazione che nella fase iniziale è di tipo occlusivo e nella fase finale è di tipo fricativo...
affricazione
affricazióne s. f. [der. di affricato]. – Processo fonetico per cui una consonante occlusiva si trasforma in consonante affricata. Tale processo si è verificato nel passaggio dal latino classico al latino volgare per le occlusive...