sistema formale
Sistema costituito da un linguaggio formale e un apparato deduttivo. Un esempio di s. f. è quello K per la logica proposizionale classica dato dalla coppia (LK; DK) dove LK è il linguaggio [...] ∨, ↔ a partire da ¬ e →); e dai simboli ausiliari:, ) e (. Combinando un numero finito di elementi dell’alfabeto si ottengono le cosiddette espressioni del sistema; tra queste vi sono alcune combinazioni sintatticamente ben formate dette formule ben ...
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Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente [...] stringhe di lunghezza finita ottenibili per concatenazione (ovvero giustapposizione) di simboli appartenenti a un insieme finito, detto alfabeto, con l’aggiunta eventuale della stringa vuota (cioè della stringa di lunghezza zero). Un l. può essere ...
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Storico armeno (sec. 5º-6º d. C.). La sua opera (Storia degli Armeni, 1a ed. Venezia 1793), comprendente gli anni 388-485, è continuazione delle storie di Agatangelo, Fausto di Bisanzio, Mosè di Corene [...] ed Eliseo. Essa è particolarmente importante per le tradizioni sull'origine dell'alfabeto e della letteratura armena, e per le notizie delle guerre con la Persia, nonché per le descrizioni dei luoghi e degli itinerarî. ...
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BIZONE (Βιζώνη)
D. Adamesteanu
Colonia greca del Ponto occidentale, tra Callatis e Odessa, un po' più a N di Dionysopolis, oggi Cavarna.
Molto probabilmente fu fondata da Mesembria in un centro già popolato [...] da elementi traci, come indica il nome. Presto adottò l'alfabeto dorico, certamente sotto l'influsso della sua vicina a N, Callatis. Ciò che si sa della sua storia è solo che, verso il 200 a. C., B. fu conquistata da truppe trace capeggiate da un ...
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traslitterazione In linguistica, trascrizione di un testo secondo un sistema alfabetico diverso dall’originale. La t. non mira tanto a dare un’interpretazione fonetica di un testo o a facilitarne la lettura [...] ), che serve a rappresentare, con maggiore o minore precisione secondo i casi, una pronuncia, i suoni dunque e non le lettere alfabetiche. Non si può poi parlare propriamente di t. se non in rapporto a due scritture (quella da cui si traslittera e ...
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La grande scienza. Automi e linguaggi formali
Dominique Perrin
Automi e linguaggi formali
La teoria degli automi e dei linguaggi formali ha lo scopo di descrivere le proprietà delle successioni di simboli. [...] funzioni sono spesso chiamate serie formali e denotate come somma:
[5] ∑(S,w)w
di parole w con un coefficiente (S,w). Una serie su un alfabeto A si dice razionale se esiste un morfismo μ da A* nel monoide delle matrici n×n tale che (S,w)=λμ(w)γ per ...
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I grafemi sono le unità grafiche elementari, non suddivisibili ulteriormente, che servono a riprodurre nello scritto i suoni di una lingua. Il termine, modellato sulla serie fonema, morfema, ecc., contiene [...] mano dello scrivente (per es., maiuscolo o minuscolo).
Nonostante il valore simbolico e desemantizzato che hanno oggi i grafemi alfabetici, non va dimenticata la loro origine ideografica. Il grafema maiuscolo A, per es., deriva dal disegno di un muso ...
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Poeta e sofista greco, nato a Laranda (Licaonia) e fiorito nei primi decennî del 3º sec. d. C., autore tra l'altro di una curiosa Iliade, non conservataci, detta λειπογράμματος (cioè mancante di una lettera), [...] perché in ogni libro del poema non ricorreva mai la lettera dell'alfabeto corrispondente al numero del libro stesso. Conferenziere vagante, è ricordato da parecchie iscrizioni (Roma, Ostia, Cizico, Cipro, ecc.). ...
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PALEOGRAFIA (dal gr. παλαιός "antico", γραϕή "scrittura" e il suffisso -ia delle scienze)
Luigi SCHIAPARELLI
Paul MAAS
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È, come dice il nome, la scienza delle antiche scritture, limitatamente però [...] posti regolarmente per ı e v interni non dittongati: dopo il 1050; g) forme particolari di lettere: v. le tavole degli alfabeti nei manuali di paleografia; h) uso del papiro: prima dell'850 (eccezione: un palinsesto del sec. XII); i) uso della carta ...
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ectipo
Figura in rilievo, facente parte dell’ectipografia, che i ciechi leggono facendo scorrere, sulle righe in cui è ordinata, i polpastrelli delle dita. Ideata da Valentin Haity nel 1784, fu perfezionata [...] da Louis Braille nella prima metà del 19o secolo, e da lui prende nome di alfabeto Braille. ...
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alfabeto
alfabèto s. m. [dal lat. tardo alphabetum, gr. tardo ἀλϕάβητος, comp. dei nomi delle due prime lettere ἄλϕα e βῆτα]. – Complesso di segni, ciascuno dei quali indica un suono consonantico o vocalico di una lingua determinata o di un...
alfabeta
alfabèta agg. e s. m. e f. [tratto da analfabeta, cui è contrapposto] (pl. m. -i), burocr. o letter. – Chi sa leggere e scrivere, chi non è analfabeta: o tribù di lettori fino a un certo segno alfabeti, ascolta (Carducci).