VACCARI, Alberto
Anna Mambelli
– Nacque a Bastida de’ Dossi (Pavia) il 4 marzo 1875, sesto degli undici figli di Giovanni, che fu sindaco per quarantaquattro anni di Bastida de’ Dossi, e di Serafina [...] del Sant’Uffizio di allora» (Rizzi, 2015, p. 27). Aveva un’ottima preparazione linguistica: conosceva perfettamente l’ebraico, l’aramaico e il greco, oltre ovviamente a parlare il latino, lingua dei corsi, e aveva studiato l’arabo abbastanza da poter ...
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N Secondo recenti stime l'A. ha una popolazione di circa 12 milioni di ab., per quasi un quinto appartenenti a tribù nomadi. Nell'ultimo decennio le condizioni economiche dell'A. sono lievemente migliorate, [...] dell'elemento greco venuto al seguito dell'esercito di Alessandro in A. con la scoperta di un editto bilingue greco-aramaico di Aśoka nei pressi di Qandahār. L'iscrizione ci permette poi di localizzare quasi con certezza una delle fondazioni di ...
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Con riferimento alla nozione di discendenza generazionale che il termine ''famiglia'' implica, la locuzione f. l. fa riferimento a gruppi di lingue che risultino in qualche modo imparentate fra loro (v. [...] teoria classificatoria proposta da Leibniz, che collocò l'ebraico allo stesso rango di altre lingue all'interno del ramo ''aramaico'' o ''arabo'', distinto dal ramo settentrionale o ''iafetico'' o ''celtoscitico''.
La nozione di f. l. occupa oggi un ...
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GEREMIA (ebr. Yirmĕyāhū, o abbreviato Yirmĕyah; greco ‛Ιερεμῖας; Vulgata Jeremias; scrittori cristiani anche Hieremias)
Giuseppe RICCIOTTI
Alfredo Vitti
Profeta israelita, autore del libro della Bibbia [...] il classico sebbene vi compaiano tracce di decadenza, che lasciano presentire l'avvento dell'aramaico, il tratto X, 11, redatto addirittura in aramaico, è una glossa tardiva caduta nel testo.
Bibl.: Prescindendo dai trattati esegetici dei Padri ...
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Nome di territorio e di popolo che appaiono nei documenti cuneiformi e nella Bibbia.
La voce Kaldu (Kaldi, Kalda), secondo Fr. Delitzsch, doveva originariamente suonare Kashdu e alla lettera significare [...] non ha niente a che fare col cosiddetto caldaico. Questa denominazione scorretta (la quale va sostituita con quella di aramaico) deve la sua origine all'erronea opinione che i Giudei della Palestina abbiano preso direttamente il loro idioma dalla ...
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. Questo nome, traslitterazione latina del neutro plurale greco ἄγραϕα (sottinteso λόγια "detti") da ἀ privativo e γραϕή, nel senso di Sacra Scrittura, ha ormai diritto di cittadinanza nella terminologia [...] S. Matteo (di cui parla altro frammento di Papia), e che il Resch ritenne redatto in ebraico classico, anziché in aramaico; e da quest'unico originale cercò di dimostrare la dipendenza degli agrapha. J. H. Ropes, con critica stringente, ha diminuito ...
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G
*
Guido Gasperini
- È la settima lettera dell'alfabeto romano e di quelli derivati da esso. Nell'alfabeto fenicio (gimel) e in quello greco essa occupa il terzo posto; la sua trasposizione al settimo [...] quale nelle altre lingue semitiche si è confusa con la laringale sonora ‛ain. In alcune lingue semitiche (ebraico, aramaico), analogamente a quanto avviene per tutte le esplosive, la g intervocalica diviene spirante; lo stesso fenomeno si riscontra ...
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Vedi TAXILA dell'anno: 1966 - 1973
TAXILA
M. Taddei
Città del Pangiab occidentale (Pakistan), ben nota nell'antichità sia per la grande prosperità commerciale che per la sua posizione di preminenza [...] achemènide lasciò le sue tracce nella struttura economica e politica della regione: sistema satrapale, uso ufficiale dell'aramaico da cui nacque l'alfabeto kharoṣṭhī; impiego di basi ponderali achemènidi nella monetazione. Infatti, gli splendidi ...
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LUZZATTO, Mošes Ḥayyim (Ramḥal)
Lisa Saracco
Nacque nel 1707 a Padova da Jacob e da Diamante, appartenenti al ramo patavino della famiglia, i quali garantirono al figlio un'ottima educazione, introducendolo [...] indiscusso, e alla redazione di numerose opere come lo Zohar Tinyana, un commento al Pentateuco scritto in aramaico nel medesimo stile dello Zohar (letteralmente "Splendore", opera fondamentale della tradizione cabbalistica) e il Qelaḥ pitḥe ḥokhmah ...
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. L'Avestā è il complesso dei testi religiosi dello zoroastrismo (v.). Il nome è riduzione del pahlavico apastāk, il cui significato dev'essere stato quello di "ciò che è posto, ciò che è stabilito", quindi [...] sia stato ritrascritto non si è ancora in grado di stabilire, poiché, presi come termini estremi la redazione in alfabeto persiano-aramaico che precedette le due forme dell'alfabeto, il pahlavīk e il parsīk, delineatesi nel corso del sec. II a. C., e ...
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aramaico
aramàico agg. e s. m. (pl. m. -ci). – Del popolo arameo, degli Aramei: lingua a. (o, come s. m., l’aramaico), lingua appartenente al gruppo occidentale delle lingue semitiche, parlata all’inizio dell’era volgare in Mesopotamia, Siria,...
midrascico
midràscico agg. [der. dell’ebr. midrāsh] (pl. m. -ci). – Relativo al midrāsh o ai midrāshīm: indagine, esegesi m.; stile m.; aramaico m., l’aramaico in cui sono scritti i midrāshīm.