o
Riccardo Ambrosini
1. Della particella che pone due e, in qualche caso, tre termini in rapporto di reciproca esclusione concettuale o di gradualità selettiva, in quanto o collocati polarmente dal [...] ritruovano; XXV 5 vedere o udire o per alcuno modo sentire, e 7 richesti o tentati sono di fallare.
4.3. Sono rari i contrasti tra avverbi: cfr. Cv IV XXIV 5 diece anni, o poco più o poco meno (cfr. III V 9 e 10 settemila ... miglia, o poco dal più ...
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Le completive sono frasi subordinate che svolgono la funzione di ➔ soggetto, oggetto diretto (➔ oggetto) o complemento indiretto del verbo della frase reggente, come negli esempi seguenti:
(1) che sono [...]
(c) Strutture predicative formate dal verbo essere alla terza persona sing. seguito da un aggettivo (è bello / certo / vero), da un avverbio (è bene / male ), da un sostantivo (è il caso / il momento / l’ora / un guaio / una iattura / una noia) o da ...
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Gestualità
Gilberto Gobbi e Alberto A. Sobrero
Per gestualità si intende l'insieme dei gesti di una persona considerati come mezzo di espressione e di comunicazione. La comunicazione fra gli uomini [...] sulla scena in cui avviene l'interazione verbale, egli dispone fondamentalmente di due tipi di risorse: quelle del canale verbale (avverbi e pronomi deittici, come qui/qua/lì/là, questo/codesto/quello, costui, colui, che mettono a fuoco direzione ...
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così
Riccardo Ambrosini
1. Le 690 attestazioni di c., di cui 371 nelle opere in poesia e 319 in quelle in prosa, comprendono le 47 occorrenze nella Vita Nuova (incluse le 9 in poesia), le 44 nelle Rime [...] volte su 77 nel Paradiso).
2. Le funzioni più diffuse di c. sono quella di riferimento a un enunciato precedente, riassunto dall'avverbio per lo più collocato al principio di un periodo, e quella comparativa (v. oltre, 2.2.). Meno frequenti sono la ...
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La flessione è l’ambito della morfologia che riguarda le diverse forme che una stessa parola può avere secondo il contesto in cui è usata. Si differenzia dalla ➔ derivazione, che invece riguarda la formazione [...] (cioè modificabili secondo categorie flessive) dell’italiano sono: verbo, nome, aggettivo, pronome, articolo. Avverbi, preposizioni, congiunzioni, interiezioni sono invece invariabili, dato che non portano informazione morfologica flessiva (➔ parti ...
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I diminutivi sono un tipo di alterati (➔ alterazione) per derivazione il cui significato è genericamente attenuativo. L’attenuazione ha esiti diversi a seconda della base di derivazione. Rainer (1990: [...] combinarsi con tutte le classi grammaticali, a parte i verbi (nomi: tavolino; madonnina; aggettivi: bellino; avverbi: pianino; indefiniti: qualcosina; numerali: miliardino). La sua diffusione è in parte condizionata diatopicamente, essendo prediletto ...
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I peggiorativi sono un tipo di alterati (➔ alterazione) ottenuti per ➔ derivazione, il cui significato implica una valutazione negativa da parte del parlante, che in questo modo prende le distanze rispetto [...] sostantivati come avaraccio, riccaccio, in Internet troviamo esempi come mi ha detto che il tempo è bruttaccio), avverbi (malaccio, tipica designazione eufemistica del cancro), indefiniti (qualcosaccia; da Internet: un callo con una ferita da riccio ...
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colà
Mario Medici
. 1. Col valore di " in quel luogo ", " là " (stato in luogo), l'avverbio ricorre in If XVII 30 quella / bestia malvagia che colà si corca; Pg XII 79 Vedi colà un angel che s'appresta [...] dove la costa face di sé grembo; / e là il novo giorno attenderemo ".
3. Un caso di unione con ‛ sù ' a formare un avverbio composto, rappresentato dagli editori di D. con grafia non unita, in Pd XIV 26 Qual si lamenta perché qui si moia / per viver ...
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Monteverdi, Angelo
Giuseppina Gerardi Marcuzzo
Filologo (Cremona 1886 - Roma 1967). Allievo di F. Novati, si laureò in lettere a Milano nel 1908. Seguì a Roma come borsista i corsi di E. Monaci, a Firenze [...] seconda metà del sec. XIV; inoltre alcune particolari abitudini linguistiche del copista (scempiamento delle doppie, presenza di avverbi in -mentre) ne localizzano l'origine all'Italia settentrionale, forse al Veneto. Anche se l'opera del copista ...
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In linguistica, mezzo morfologico molto usato, che può consistere nella ripetizione della parola (it. piano piano), o in quella della radice più o meno mutilata (lat. mur-mur-are) o della prima consonante [...] , alla parola che li segue. In particolare, nessun bisillabo vuole il r. se è sostantivato; né lo vogliono contra e sopra usati come avverbi. Quindi si pronuncia: una sopra l’altra ‹ùna sópra ll àltra›, ma sopra c’era l’altra ‹sópra č èra l àltra›; d ...
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avverbio
avvèrbio s. m. [dal lat. adverbium, comp. di ad- «accanto a» e verbum «parola, verbo»]. – Parte invariabile del discorso che determina il verbo (per es., dorme saporitamente) e anche l’aggettivo o un altro avverbio (molto buono, troppo...
poco
pòco (tronc. po’ 〈pò〉) agg., pron. e avv. [lat. paucus] (pl. m. -chi). – 1. agg. Indica in genere quantità o numero limitato, scarso, e si contrappone direttamente a molto. Quindi, unito a un sost. sing., che è in piccola quantità, in...