Filosofo statunitense (Denver, Colorado, 1901 - Gainesville, Florida, 1979); ha recato sul terreno del pragmatismo e del behaviorismo americani le istanze più vive delle indagini neopositivistiche europee [...] sull'analisi del linguaggio e sul carattere linguistico dei problemi filosofici, elaborando una scienza generale dei segni linguistici, o semiotica. Egli l’ha costruita da un punto di vista biologico-behavioristico, ...
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Indirizzo di pensiero sorto negli USA intorno al 1870 e diffusosi più tardi in Europa, dove ebbe il maggior successo nei primi decenni del Novecento.
C.S. Peirce: dal pragmatismo al pragmaticismo
Il termine [...] con l’opera di G. Mead e con quella di C.W. Morris. Con Mead il p. si configura come ‘behaviorismo sociale’, in quanto la società è considerata come condizione per il sorgere del ‘sé’, ossia della mente individuale, attraverso il linguaggio ...
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Filosofo statunitense (South Hadley, Massachusetts, 1863 - Chicago 1931), uno dei maggiori esponenti del pragmatismo americano. Allievo di James e Royce, dal 1888 al 1891 studiò psicologia e filosofia [...] in Europa. Dal 1892 insegnò all'univ. di Chicago. La filosofia di M., che va sotto il nome di "behaviorismo sociale", affonda le sue radici in quel nuovo ambiente culturale statunitense che sul finire dell'800 aveva profondamente risentito l'influsso ...
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Spiegazione e comprensione
Raymond Boudon
Introduzione
I termini 'spiegazione' e 'comprensione', ai quali si deve aggiungere 'interpretazione', hanno una notevole importanza nel dibattito sulle scienze [...] alla parentela, alla residenza, ecc.In ogni caso, il funzionalismo malinowskiano è l'equivalente in antropologia del behaviorismo in psicologia. Studiando le correlazioni tra i dati fattuali esso si propone di raggiungere dei risultati incontestabili ...
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SOCIOLOGIA
Raymond Boudon
Costantino Cipolla
Roberto Cipriani
Filippo Barbano
Filippo Barbano
(XXXI, p. 1019; App. III, II, p. 761; IV, III, p. 356)
Logica ed epistemologia della sociologia. - Le [...] i suoi effetti). Di fatto questa interdizione, gettata sull'inosservabile da parte dei positivisti in s. (come da parte dei behavioristi in psicologia), deriva da una loro reazione negativa verso la psicologia e la s. ''da salotto'', contro le quali ...
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Stato di coscienza in quanto sia avvertito come prodotto da uno stimolo esterno o interno al soggetto. filosofia L’interpretazione della natura della s. costituisce uno dei temi principali della teoria [...] sui processi percettivi e sul loro valore adattivo nei confronti dell’ambiente, e con l’avvento del behaviorismo, che allargava lo studio dei processi sensoriali alla psicologia animale e comparata, fu definitivamente abbandonata l’impostazione ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire [...] fenomeno psicologico accessibile solo con il metodo introspettivo, gli orientamenti psicologici che rifiutavano questo metodo (➔ behaviorismo) avevano considerato la c. un argomento che non poteva rientrare nell’ambito della psicologia sperimentale ...
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Neopositivismo
FFrancesco Barone
di Francesco Barone
Neopositivismo
sommario: 1. Cenni storici. 2. Fonti e precedenti del neopositivismo. 3. Prima fase del neopositivismo: analisi logica del linguaggio [...] la loro riducibilità a quelle della fisica), la sua trattazione fisicalistica della psicologia (che coincide in genere con il ‛behaviorismo' di J.B. Watson) mostra un chiaro orientamento riduzionistico.
L'attenzione esclusiva per il linguaggio e la ...
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behaviorismo
‹bea-› s. m. [dall’ingl. behaviorism (der. di behaviour «comportamento», in grafia d’America behavior), termine coniato dallo psicologo statunitense J. B. Watson nel 1912]. – Teoria e scuola di psicologia che, abbandonando i concetti...