MEDEA (Μήδεια, Medea)
E. Simon
Figlia di Aietes, re della Colchide e di Idyia, ninfa oceanina, nipote di Helios (Hesiod., Theog., 956 ss.). Accanto a Circe figlia di Helios, che già in Omero (Od., x, [...] soprattutto l'insidia contro il re Pelia che non aveva veduto di buon occhio il felice ritorno di Giasone; M. convinse le figlie, le toglie il respiro. M. gira il capo con lo sguardo selvaggio e minaccioso, la bocca ansante, volta al lato dove giocano ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Francesco Mario Pagano
Carla De Pascale
Il pensiero di Pagano, giurista, filosofo, letterato, esponente fra i più rilevanti dell’Illuminismo meridionale, merita di essere preso in esame dalla nostra [...] e indifesi, così le società esordiscono in un iniziale stato selvaggio per passare poi a uno barbarico, e finalmente accedere alla e chiare. Allora alla guerra subentra la pace, frutto di buoni costumi oltre che di una sana economia. La decadenza ha ...
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RUSSO, Vincenzo
(Vincenzio).
Anna Maria Rao
– Nacque a Palma (provincia di Terra di Lavoro), nel Regno di Napoli, il 16 giugno 1770, da don Nicola e da Mariangiola Visciano, secondogenito di otto figli [...] La società, però, non è uno «scompigliato affollamento», né è il selvaggio l’uomo della natura (p. 281): la società ha un suo ordine estranea alla sua persona» (p. 373). Per avere un buon ordine sociale, il popolo ha bisogno di due costituzioni: una ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Gaetano Mosca
Pierpaolo Portinaro
Gaetano Mosca, professore di diritto pubblico e studioso di scienza politica, è il caposcuola di quella che da lui è stata denominata dottrina della classe politica [...] costante, che avviene in tutte le società umane dalle più civili a quelle appena uscite dallo stato selvaggio» (p. 583). Da buon positivista, lo studioso palermitano crede nell’esistenza di leggi naturali della società: fra queste non annovera però ...
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via (sost.)
Eugenio Ragni
È vocabolo di buona frequenza in tutta l'opera dantesca, nella quale ricorre praticamente in ogni accezione del linguaggio proprio e figurato, spesso peraltro compresenti, particolarmente [...] D. è ora costretto a percorrere se vuol uscire dal loco selvaggio (cfr. If I 91-93), altra via perché riservata alle via più tosta, VI 60 (e v. 68 la miglior salita); XII 14 buon ti sarà, per tranquillar la via [per rendere il tuo cammino più vario e ...
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COPPINI
Dario Ascarelli
Famiglia di ballerini e coreografi i cui componenti si sono avvicendati per diverse generazioni, dalla seconda metà del Settecento in poi, dapprima sulle scene dei teatri veneziani [...] con la comPagnia di G. Onorati, dei balletti Ati e Il selvaggio generoso. Entrata (1797) a far parte della compagnia di F. di mezzo carattere - viene accompagnato dalla attestazione di "buona".
Altre due ballerine grottesche, Giuseppa e Anna, ...
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Testimonianze - Marlon Brando
Edoardo Albinati
Marlon Brando
Il Novecento ha declinato una quantità di tipi umani molto diversi tra loro e tutti raffigurati con la massima nettezza di profilo nel cinema. [...] un procione. Sui film che gira è a dir poco dismissivo. Il selvaggio: "Non l'ho voluto vedere". Desirée (dove interpreta Napoleone): " dall'inizio."Le ore di lavoro sono poche, la paga è buona e quando hai finito sei libero come l'aria", ha scritto ...
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Funerale
Claudia Mattalucci
di Red e Claudia Mattalucci
Funerale
Una definizione minimale di funerale (dal latino funus, "rito funebre") è quella che lo fa coincidere con la gestione dei resti del corpo [...] esequie un'usanza comune alla maggior parte delle popolazioni selvagge e riferito la credenza, registrata nei Caribi, che l l'anima al corpo, processo che viene completato e condotto a buon fine dai funerali: le parti molli del corpo decadono, mentre ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Denis Diderot è il padre del grandioso lavoro enciclopedico, che unisce tutti i grandi [...] poesia vuole qualcosa d’enorme, di barbaro e di selvaggio”. La forma è data dall’attore, che deve seguire loro gesti la multiforme varietà del senso del mondo. L’istinto non è un buon giudice, come non lo è l’immediatezza: l’attore, come il filosofo, ...
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CORTESI, Antonio
Alessandra Ascarelli
Nacque a Pavia nel dicembre dell'anno 1796 da Giuseppe e da Margherita Reggini ma questa data potrebbe essere di molto anticipata se, sempre che si tratti della [...] Cortesi, Maestro della Scuola e Compositore dei Balli. Buona figura e buona pantomima. Compose due balli con discreta maestria e Roma la pantomima Mazeppa o Il trionfo del cavallo selvaggio "che piacque perché corredata dall'impresa come meglio non ...
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selvaggio
selvàggio (ant. salvàggio) agg. e s. m. (f. -a) [dal provenz. salvatge, che è il lat. silvatĭcus: v. selvatico] (pl. f. -ge). – 1. agg. a. Di pianta, che vive e cresce nelle selve, selvatica, non coltivata: L’olmo fronzuto, e ’l...
bravo1
bravo1 agg. [dallo spagn. bravo, di etimo discusso, prob. dal lat. barbărus nel senso di «selvaggio, indomito», forse incrociato con pravus «malvagio»]. – 1. Coraggioso, ardimentoso: questi giovinetti Che mostravan aver sì b. core (Berni);...