Romeo di Villanova (Romieu, o Romée, de Villeneuve)
Emilio Bigi
Ministro e gran siniscalco di Raimondo Berengario (o Beringhieri) IV, ultimo conte di Provenza; nato nel 1170 circa. In tale qualità egli [...] ) " inchiude in sé e fa più splendido quant'ha di bello la menzione di Provenzano Salvani nel Purgatorio, e il vaticinio di Cacciaguida; ed è pregno di que' dolori che non si sfogano in lagrime, di quelle consolazioni che Dio solo sa perché Dio solo ...
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Alighieri, Cione
Renato Piattoli
Figlio di messer Bello, fu fratello di Geri, Gualfreduccio e di Lapo conosciuto solo attraverso il figlio Bellino. C. sopravvisse a tutti i fratelli e fu persona assai [...] potuto avanzare quel ricco mercante o, meglio, usuraio, per ottenere la distinzione di cui avevano goduto il bisavolo Cacciaguida e il padre Bello? Era circondato dalla stima del ceto commerciale, forse aveva ricoperto qualche podesteria o altri ...
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martirio (martiro; martire: cfr. Parodi, Lingua 245)
Antonietta Bufano
L'accezione fondamentale di " pena ", " sofferenza ", propria del sostantivo, ha solo in alcuni casi valore generico, alludendo [...] Isidoro, Etym. VII, 11 - graeca lingua, testes latine dicuntur... quia propter testimonium Christi passiones sustinuerunt... ' "). Analogamente, Cacciaguida afferma di esser venuto dal martiro a questa pace (XV 148), " de la morte, la quale sostenni ...
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misura
Andrea Mariani
Nel suo uso proprio il sostantivo equivale a " strumento, mezzo (concreto o astratto) per misurare qualcosa ", come in Cv I II 9, dove il termine compare tre volte: ciascuno ha [...] misura, per avere seguito l'istinto della gola " in modo sproporzionato " (Pg XXIII 65). Le donne fiorentine del tempo di Cacciaguida non erano fonte di preoccupazione per i padri, perché il tempo del loro matrimonio e la dote non fuggien quinci e ...
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triangolo (triangulo)
Il termine ricorre in D. nel senso proprio di " figura che ha tre angoli ", sia nella forma volgare (apocopata in poesia) che in quella latina.
In Cv IV VII 14, parafrasando un luogo [...] sì ch'un retto non avesse).
Viceversa, in Pd XVII 15, come esempio di evidenza intuitiva analoga a quella con cui Cacciaguida - elevandosi in Dio - antevede i futuri contingenti, è dato il postulato secondo cui in un t. non possono essere contenuti ...
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zeugma
Francesco Tateo
Figura retorica, conosciuta nella tradizione latina anche col nome di detractio, consistente nel collegare una serie di membri paralleli del periodo con un solo verbo. Nella sua [...] più e 'l diletto) si verifica l'estensione del valore metaforico di affranse; e in Pd XV 135 (fui cristiano e Cacciaguida) il verbo ‛ essere ' viene sottinteso nel suo valore più pregnante.
Un raro esempio di z. sintattico può considerarsi quello di ...
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nascondere [partic. pass. nascosto e nascoso]
Freya Anceschi
Nelle 47 occorrenze, incluse quelle del participio passato con valore di aggettivo, dedotte dalle ultime edizioni critiche (un certo numero [...] Pd XV 40 io non lo 'ntesi, sì parlò profondo; / né per elezïon mi si nascose, ma per necessità, detto di Cacciaguida che si rende di necessità incomprensibile a D., per l'altezza e profondità del suo pensiero. In altri casi, con valore intransitivo ...
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La sillepsi (o sillessi, dal gr. sýllēpsis «il prendere insieme», calcato in lat. con conceptio) designa un insieme di figure retoriche variamente denominate nella tradizione retorica classica (➔ retorica).
In [...] cumula in un’unica occorrenza due valori differenti, di appartenenza e di identificazione («chiamarsi»):
(19) Fui cristiano e Cacciaguida (Par. XV, 135)
In (20) e (21) (tratti da Ellero 1997) il sintagma reggente condensa sincreticamente accezioni ...
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figlio (fi '; filio; figlia)
Fernando Salsano
Per la distribuzione nelle opere dantesche di f. - ‛ figliuolo ', v. FIGLIUOLO.
1. Significa la condizione di parentela del generato rispetto al generante: [...] dolce apostrofe del maestro al discepolo nell'atto di dichiarar conclusa la propria missione di guida). Ricompare anche in bocca a Cacciaguida, in Pd XV 52 lontano digiuno / ... solvuto hai, figlio, dentro a questo lume, e XVII 94 (in queste due ...
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disfare
Antonietta Bufano
Verbo non molto frequente, adoperato però - nelle Rime, nel Convivio e nella Commedia - con notevole varietà di costrutti. Si trova anche al participio, attributivo o predicativo.
È [...] " estinguersi ": udir come le schiatte si disfanno [" cioè... vegnano meno ", Buti] / non ti parrà nova cosa né forte, dice Cacciaguida (Pd XVI 76); e poco oltre il verbo ritorna (v. 109, al participio predicativo), con preciso riferimento a quei che ...
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verbo
vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi negative...
paterno
patèrno agg. [dal lat. paternus, der. di pater «padre»]. – 1. a. Del padre, che appartiene al padre o da lui proviene: l’amore p.; i consigli, i rimproveri p.; l’autorità p.; la casa p.; beni p. (e analogam. eredità p., quella costituita...