L’accordo (anche detto concordanza) è un fenomeno morfo-sintattico per il quale in un contesto sintattico definito le parole prendono una forma specifica tra le varie che possono assumere nell’ambito del [...] ha dormito tutto il giorno
b. i bambini hanno mangiato la torta
c. dopo che mi ebbe portati i saluti di mia madre (CarloLevi, Cristo si è fermato a Eboli)
Tuttavia, sia in italiano antico che in usi letterari come in (23) c., l’oggetto diretto ...
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Espressioni anaforiche sono quelle forme linguistiche con cui «il parlante fa riferimento ad un referente al quale egli, nel suo discorso, ha già fatto riferimento con un’espressione antecedente» (Conte [...] da una strega contadina con dei filtri d’amore, ed [soggetto sottinteso] era diventato il suo amante. Era nata una bambina (CarloLevi, Cristo si è fermato a Eboli, Milano, Mondadori, 1945, p. 19)
Si tratta di un tipo di anafora molto diffuso in ...
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La grammatica tradizionale chiama complementi predicativi quei costituenti (aggettivi o sintagmi nominali) del ➔ sintagma verbale che servono a «determinare e completare il significato del verbo» (Serianni [...] varietà più formali, con tale:
(23) La memoria dei grandi avvenimenti, o di quelli che sembrano tali, è così breve! (CarloLevi 1974: 65)
La pronominalizzazione mediante lo e la ripresa con tale non sono possibili negli altri casi:
(24) quanto dici ...
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I verbi fraseologici sono verbi (come mettersi, stare, andare, cominciare, continuare, finire) che, combinati con un altro verbo di modo non finito (il verbo lessicale o nucleare) con l’interposizione [...] esprimono un significato fasale d’imminenza, inizio, continuazione o conclusione:
(3) Era scesa la notte, e ci accingemmo a partire (CarloLevi, Le parole sono pietre, Torino, Einaudi, 1955, p. 55)
(4) si avviava a discendere col suo bambino (ivi, p ...
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Un nome collettivo è un nome (➔ nomi) che al singolare denota un insieme di entità o individui, rappresenta cioè un’idea di collettività (folla, gente, famiglia, squadra, sciame). A differenza dei nomi [...] 2001)
b. Tante genti sono passate su queste terre, che qualcosa si trova davvero, e dappertutto, scavando con l’aratro (CarloLevi, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 1990, p. 128)
In italiano, per un gruppo ristretto di nomi individuali ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] , Francesco (1994), Dialogo del reggimento di Firenze, a cura di G.M. Anselmi & C. Varotti, Torino, Bollati Boringhieri.
Levi, Carlo (1987), Cristo si è fermato a Eboli, Milano, Mursia.
Machiavelli, Niccolò (1961), Il Principe, a cura di L. Firpo ...
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LEVI DELLA VIDA, Giorgio
Bruna Soravia
Nacque a Venezia il 22 ag. 1886, da Ettore e da Amelia Scandiani, entrambi di famiglia ebraica assimilata non osservante.
La professione del padre, dirigente di [...] periodo, E. Sereni, Maria Nallino, figlia di Carlo e, brevemente, F. Gabrieli), rinunziando peraltro, 1984, pp. 11-48; M.G. Amadasi Guzzo, Cenni biografici, in G. Levi Della Vida, Visita a Tamerlano. Saggi di storia e letteratura, Napoli 1988; R. ...
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ITALIA (XIX, p. 693; App. I, p. 742; App. II, 11, p. 72)
Mario Cataudella
Giuseppe de Meo
Giovanni Spadolini
Ignazio Baldelli
Alessandra Briganti
Fortunato Bellonzi
Carlo Melograni
Confini. - Con [...] Sassi, l'agglomerato di abitazioni semicavernicole descritto da C. Levi in Cristo si è fermato a Eboli. C'era un , E. Battisti, F. Borsi, S. Bracco, Canella, P. Ceccarelli, C. Dardi, De Carlo, V. De Feo, C. de' Seta, M. Fabbri, V. Gregotti, G. K. ...
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Orientalista morto a Roma il 21 agosto 1949.
Bibl.: Necr. di G. Levi Della Vida, in Rivista degli studi orientali, XXV (1950), pp. 153-156. ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] dialettali (basti pensare a Ruzante o più tardi a ➔ Carlo Goldoni) seppero maneggiare bene la lingua delle scene comiche ➔ Montale o Luzi), più precisa e meno stereotipata (➔ Calvino, Levi), ma è piuttosto alle spalle o a lato che davanti al processo ...
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levare
v. tr. [lat. lĕvare «alleviare, alleggerire, alzare», der. di lĕvis «leggero»] (io lèvo, ecc.). – 1. a. Lo stesso che alzare, nel suo primo e più generico sign., cioè sollevare in alto: l. le mani, le braccia, gli occhi; l. il capo,...
panumano
agg. Che è di tutta l’umanità, di ogni essere umano. ◆ Occorre superare il concetto di lingua come «territorio» e pensare a quel più largo orizzonte di coscienza che ha portato, attraverso l’italiano (da [Cesare] Beccaria a Primo...