Eretico (n. in Celesiria - m. Costantinopoli 367 circa). Studiò con maestri ariani la teologia in Antiochia, e in Alessandria la filosofia aristotelica. Nella polemica trinitaria del 4º sec. sostenne l'impossibilità [...] logica dell'identità o somiglianza "sotto l'aspetto della divinità" del Padre col Figlio, che diceva "di altra sostanza" (ἐξ ῾ετέρας οὐσίας), e creato "dal nulla" (ἐξ οὐκ ὄντων). Diacono in Antiochia (350), ...
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Filosofo neoplatonico (n. Calcide, Celesiria, 250 circa - m. 330 circa). Fu l'iniziatore della scuola neoplatonica di Siria. Scolaro del peripatetico Anatolio e poi di Porfirio, influì fortemente sullo [...] sviluppo del neoplatonismo plotiniano e porfiriano, accentuando in esso il motivo religioso e teologico da un lato, e quello matematico e geometrico dall'altro, e introducendo, sia nel campo ontologico ...
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Storico ecclesiastico (n. Epifania, in Celesiria, 536 circa - m. Antiochia intorno al 600). Avvocato (σχολαστικός) ad Antiochia, nel 588 difese dinanzi all'imperatore e al Concilio di Costantinopoli Gregorio [...] di Antiochia. Ebbe cariche importanti dagli imperatori Tiberio e Maurizio. Fu seguace dell'ortodossia calcedonese. Ci resta solo una Storia ecclesiastica in 6 libri (continuazione di quelle di Eusebio, ...
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Uomo politico e militare romano (sec. 2º-3º d. C.): legato nella Belgica (198), console suffetto (198 o 199), legato nella Germania inf. e Celesiria (circa 208), proconsole d'Africa e poi d'Asia per un [...] biennio (214-216 o 215-217), prefetto urbano (217), di nuovo console (223). Dai più è identificato con lo storico contemporaneo Mario Massimo, continuatore di Svetonio e autore delle biografie degli imperatori ...
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Console (172 e 158 a. C.); fu inviato (168) ambasciatore presso Antioco IV di Siria, che fece desistere dall'azione intrapresa contro l'Egitto per la Celesiria. ...
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Figlio (n. 215 circa - m. Tabe 164 a. C.) di Antioco III, entrò (175) in possesso del regno grazie all'aiuto dei Romani, dei quali era stato ostaggio per 14 anni. Rivendicò il possesso della Celesiria [...] contro Tolomeo VI che fu sconfitto a Pelusio (168); ma Roma pose il veto all'avanzata d'A. ed egli accettò l'imposizione. Implicato in alcune gravi controversie religiose con gli Ebrei che voleva ellenizzare ...
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Nato nel 242 a. C., salì sul trono alla morte del fratello Seleuco III Cerauno (223). Restaurata l'integrità del regno seleucidico, compromessa da recenti separatismi, nel 221 entrò in guerra con l'Egitto [...] Conquistò allora l'Armenia e ridusse di nuovo sotto il suo potere la Battriana e la Partia (212-205). Per conquistare la Celesiria si alleò a Filippo V di Macedonia, promettendogli l'egemonia dell'Egeo, così che la sconfitta che i Romani inflissero a ...
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Nobile macedone (n. 366 circa - m. 283 a. C. circa). Valoroso generale di Alessandro Magno, si distinse durante la campagna d'India e, alla morte del sovrano (323), ebbe l'Egitto. Assunto (305) il titolo [...] ucciso (321). Tolomeo poi combatté ripetutamente Antigono (315 e 312) vincendone il figlio Demetrio a Gaza, e occupando così la Celesiria, che però dovette evacuare l'anno dopo. Si volse allora verso le Cicladi e il Peloponneso; ma battuto (306) da ...
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Figlio (sec. 2º a. C.), probabilmente, di Apollonio, fu uomo di fiducia di Antioco IV Epifane re di Siria. Fu inviato ripetutamente a Roma (a partire dal 170 a. C.) per ottenerne l'appoggio nelle lotte [...] fra Antioco e i Tolomei per il possesso della Celesiria. ...
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Figlio (m. 175 a. C. circa) di Antioco III, fu associato al trono dal padre nel 188 e gli successe l'anno dopo. Legato dai duri patti imposti da Roma con la pace di Apamea (189), si mantenne estraneo alle [...] lotte del tempo, limitandosi a proteggere la Celesiria dalle minacce egiziane, e riavvicinandosi alla Macedonia col dare la propria figliola Laodice in sposa a Perseo. Morì forse vittima del ministro Eliodoro. ...
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