Teoria secondo la quale le cellule embrionali si differenziano in successivi stadi di sviluppo. Il termine risale al 17° sec., all’epoca della disputa tra i preformisti, secondo i quali lo sviluppo di [...] attività dell’istone H1 che ha un ruolo cruciale nella formazione della fibra di 30 nm della cromatina. Nelle cellule eucariotiche, inoltre, esiste un gruppo diversificato di proteine non istoniche dette proteine del gruppo ad alta mobilità, che sono ...
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autocrinia
Produzione da parte di cellule, anche neoplastiche, dei fattori di crescita necessari per l’attivazione e la replicazione delle cellule medesime. ...
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monoclonali, anticòrpi Anticorpi prodotti da cellule ibride, capaci di riprodursi indefinitamente in vitro, appartenenti allo stesso clone e quindi identiche. Le cellule ibride, o ibridomi, si ottengono [...] un linfocito di topo previamente immunizzato contro l'antigene prescelto; in questo modo la cellula risultante acquista la capacità (derivata dalla cellula tumorale) di riprodursi all'infinito e di produrre un anticorpo specifico (cioè attivo contro ...
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tigroide, sostanza La sostanza cromofila delle cellule nervose, quando è addensata in masserelle (zolle), come si osserva nelle cellule piramidali, e non diffusa in granuli minuti; è detta anche sostanza [...] di Nissl. La sua disintegrazione (tigrolisi) può colpire diffusamente le varie zolle, oppure essere limitata a quelle perinucleari; in quest’ultimo caso è reversibile ...
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talina Proteina presente nelle cellule con funzione di connessione fra il dominio intracellulare delle integrine e i fasci di filamenti di actina presenti nel citoscheletro (v. fig.). Studi degli anni [...] osservati due principali tipi di giunzioni aderenti: le giunzioni intracellulari e quelle che determinano l’adesione fra le cellule e la matrice extracellulare. Il primo tipo è costituito da placche di vinculina ancorate alla membrana plasmatica ...
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Ordinamento dei vari tipi di cellule in un dato tessuto biologico; in particolare, quello delle cellule della corteccia cerebrale. Le prime osservazioni di c. si devono a J.-G.-F. Baillarger che nel 1840 [...] scoprì la disposizione a sei strati della corteccia cerebrale; nella seconda metà del secolo T. H. Meynert, W. A. Bec e C. von Economo dimostrarono che la stratificazione presenta nelle singole zone variazioni ...
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argentaffinoma
Tumore maligno costituito da cellule argentaffini, cioè da quelle che si colorano con i sali di argento (cellule nervose, fibre reticolari, ėcc.). Lo stesso che carcinoide. ...
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Elemento genetico extracromosomico, presente nelle cellule batteriche, in grado di replicarsi indipendentemente dal DNA dell’ospite. La maggior parte dei p. è costituita da DNA circolare a doppia elica. [...] varia da 1 a più di 100, con dimensioni di 1000-300.000 basi. Spesso i p. portano geni che forniscono alla cellula funzioni specifiche. Nei batteri, per es., vi sono i fattori di trasferimento della resistenza RTF (in più copie), che portano geni che ...
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cellula
cèllula s. f. [dal lat. cellŭla, dim. di cella «cameretta»]. – 1. Piccola cella, celletta, scompartimento (con questo sign. è riferito oggi quasi esclusivam. alle costruzioni navali, dove indica ognuno dei piccoli scompartimenti nei...
cellulare
agg. [der. di cellula]. – 1. Che si riferisce alla cellula, che consta di cellule: struttura c., degli organismi animali e vegetali costituiti da cellule; genealogia c., v. genealogia; patologia c., il complesso delle alterazioni...