Popoli e culture dell'Italia preromana. Il Lazio e i Latini
Mauro Cristofani
Il lazio e i latini
Regione dell’Italia preromana tradizionalmente distinta, nell’età imperiale, in Latium vetus, compreso [...] ., Cato, Orig., 5; Dion. Hal., I, 72).
Dal nome deriva anche l’ager Latiniensis, che da Fidene si spingeva fino a Roma (Cic., Har. resp., XX, 62), nonché la designazione della regione in greco: compare alla metà circa del IV sec. a.C. nel Periplo di ...
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adolescenza (adolescenzia)
La prima delle quattro età dell'uomo, che nel dantesco ‛ arco della vita ' è quella che precede, montando, a la gioventute (Cv IV XXIV 4; v. anche GIOVENTUTE; SENETTUTE; SENIO). [...] meno importante requisito dell'a. è l'adornezza corporale che D. qualifica come bellezza e snellezza nel corpo (XXV 11; cfr. Cic. 0ff. I 35 " decorum... in corporis denique motu et statu cernitur idque positum est in tribus rebus, formositate, ordine ...
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Pluto
Giorgio Padoan
Antico dio greco, che si riteneva essere nato a Creta, figlio di Iasio e della dea Demetra (più tardi fu simbolicamente considerato figlio della Pace). Inizialmente protettore dell'abbondanza [...] ; i Romani l'identificarono con la loro divinità indigena Dite, il cui nome rinvia appunto alle ricchezze contenute dalla terra (cfr. Cic. Nat. deor. II XXVI 66). Ma il regno più proprio di P. rimase tuttavia quello dei morti. L'idea cristiana dell ...
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Vedi CENTURIPE dell'anno: 1959 - 1994
CENTURIPE (Κεντόριπα, Κεντόριψ, Κεντούριπαι, Centurĭpae)
G. V. Gentili
Centro abitato della Sicilia, oggi in provincia di Enna, di origine sicula poi ellenizzato [...] sotto l'influenza di Roma, quale civitas sine foedere, immunis ac libera, C. ebbe il suo massimo splendore urbanisfico (Cic., In Verr., ii, 163) ed artistico. Con arditi terrazzamenti nelle vallate maggiori e di più dolce pendio, in una disposizione ...
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Paradoxa Stoicorum (De Paradoxo)
Dell'opera di Cicerone D. riporta, traducendolo, un passo in Cv IV XII 6 E però dice Tullio in quello De Paradoxo, abominando le ricchezze: " Io in nullo tempo per fermo [...] Cicerone, scritto nel 46 a.C., raccoglie sei paradossi stoici, cioè sei affermazioni contrarie all'opinione comune; cfr. Cic. Par., prooem. 4 " Quae... sunt admirabilia contraque opinionem omnium (ab ipsis etiam παράδοξα appellantur) "; cfr. Acad. II ...
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etternità (etternitade; etternitate)
Carlo Chirico
Ha appena quattro presenze, di cui tre nel Convivio e una nel Paradiso.
Nel suo significato specifico l'e. è carattere che appartiene solo a Dio, anzi [...] la qualità che il corpo - in quanto corruttibile, caduco, temporale - non possiede. L'espressione è tradotta da Cic. Senect. XXI 77 " est... animus... ex altissimo domicilio depressus et quasi demersus in terram, locum divinae naturae aeternitatique ...
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MINISTRO (latino minister)
Gioacchino MANCINI
Michele LA TORRE
Gaspare AMBROSINI
Girolamo ARNALDI
Luigi GIAMBENE
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Nell'antichità romana furono chiamati ministri augusti gli apparitores degl'imperatori [...] di Teodosio.
Nel culto romano i ministri sono gl'inservienti di un tempio: ministri templorum, fani, Martiales (Cic.), Mercurii Maiae (iscr. Pomp.); o del rito, specialmente sacrificale (Verg., Ov.).
Ministri del culto. - Nel linguaggio ecclesiastico ...
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CAELATOR
J. Calabi Limentani
Era a Roma, in senso stretto, colui che incideva col cesello (caelum) ogni materiale duro, come pietra, avorio, legno, vetro, ma soprattutto metallo; in senso lato e proprio [...]
Manios (v. aurifex).
Parthenios (Iuv., Sat., xii, 44).
Pasiteles (v.) (p., poi citt., età di Cicerone, Plin., Nat. hist., xxxiii, 39, 156; Cic., De divin., i, 36, 79).
Novios Plautios (v.) (ing., Roma, III sec. a. C., firma su cista, C. I. L., 12, 2 ...
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stoicismo
Gérard Verbeke
Accanto alle informazioni esplicite sui filosofi e la dottrina dello s., in D. ci sono anche temi stoici che sono sviluppati senza che l'autore sia cosciente della loro vera [...] e si allontana da tutto ciò che potrebbe procurargli la morte: questo suppone nel vivente una certa conoscenza e un certo amore di sé (Cic. Fin. III v 16). Le stesse idee s'incontrano in D. (Cv IV XXII 5): ogni animale, fornito o no di ragione, ama ...
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pingere (pignere; cong. pres. II singol. pinghe; imper. pres. II singol. pigni)
Alessandro Niccoli
E vocabolo appartenente in modo quasi esclusivo all'uso poetico, attestato in prosa solo in Vn XI 2 [...] la bocca, " Che cosa son queste? ", / mi pinse con la forza del suo peso.
A fonti classiche (Ovid. Her. XIII 101; Virg. Aen. III 563; Cic. Tusc. III XI 26) si rifà anche Pg XII 6 qui è buono con l'ali e coi remi / quantunque può, ciascun pinger sua ...
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cicuta
s. f. [dal lat. cicuta]. – 1. Genere delle ombrellifere (lat. scient. Cicuta), con tre specie, dell’emisfero boreale, di cui una è la c. acquatica (lat. scient. Cicuta virosa), che cresce anche (attualmente molto rara) nell’Italia settentr.,...
cicutossina
s. f. [comp. aplologico di cicuta e tossina]. – Principio attivo isolato dalla cicuta acquatica (Cicuta virosa), tossico, che si presenta come un solido cristallino.