Poeta fiorentino (sec. 13º-14º), da identificarsi forse con il notaio ser Lapo di Giovanni Ricevuti, della cui attività si hanno documenti sicuri relativi agli anni tra il 1298 e il 1321. Ricordato da [...] dal medesimo nel De vulgari eloquentia (I, 13) tra coloro che, insieme con i contemporanei G. Cavalcanti, CinodaPistoia e Dante stesso, seppero raggiungere l'eccellenza del volgare (vulgaris excellentiam). Di lui restano undici ballate, tre canzoni ...
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Poeta ebreo (n. Roma 1261 circa - m. dopo 1328). Riunì 28 scritti in versi e prosa rimata, in un'opera intitolata Maḥbārōt, dal nome dei componimenti (simili alle māqāmat arabe) di cui consta. Il contenuto [...] l'ultima parte è una descrizione dell'oltretomba che imita la Divina Commedia. Scrisse inoltre commenti biblici, nonché sonetti in lingua italiana. Ebbe contatti con Bosone da Gubbio e CinodaPistoia; non è invece provata la sua amicizia con Dante. ...
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Poema in nove canti, in ottave, di G. Boccaccio, che, secondo l'etimologia dell'autore non molto esperto di greco, vuol dire "prostrato dall'amore". Fu scritto forse nel 1335, probabilmente prima del Filocolo, [...] ordine, sia pure al livello dello stile "mediocre", nei modi sciatti e pedestri dei suoi modelli, con echi frequenti del linguaggio lirico (nella parte quinta è, addirittura, l'inserzione quasi letterale di una intera canzone di CinodaPistoia). ...
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Amendola, Aurelio. – Fotografo italiano (n. Pistoia 1938). Autodidatta, dagli scatti di esordio realizzati negli anni Sessanta del Pulpito di Sant’Andrea a Pistoia di Giovanni Pisano, cui hanno fatto seguito [...] . Kounellis, M. Pistoletto e M. Paladino, insignito di importanti riconoscimenti – tra gli altri il premio CinodaPistoia (1997), il premio Micco della città di Pistoia (2012) e il premio Una Vita per l'Arte 2016 di Gaeta –, le sue opere, presenti ...
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Figlio (n. 1269 circa - m. 1348) di Ludovico I, ereditò (1302) l'appannaggio paterno; fu ambasciatore (1310) dell'imperatore Enrico VII a Firenze e a Roma, dove fu eletto senatore (1310), ed ebbe al proprio [...] seguito CinodaPistoia. Fu spesso in lotta con il vescovo di Losanna. Essendogli premorto il figlio Giovanni (m. 1339), ottenne di lasciare i dominî alla figlia Caterina che, d'accordo col suo terzo marito Guglielmo di Fiandra conte di Namur, li ...
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Giurista (Lucenay, Borbonese, 1250 circa - Parigi 1308); con Iacopo da Révigny, di cui fu discepolo, rinnovò la scienza civilistica, introducendo il metodo dialettico, mutuato dalla Scolastica. Insegnò [...] Orléans. Fu vescovo di Auxerre (1306) poi, cancelliere di Francia, si occupò a Parigi della pubblica amministrazione. Lasciò commentarî al Digesto, al Codice e alle Istituzioni. Fu suo discepolo CinodaPistoia, che importò il nuovo metodo in Italia. ...
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Giurista (m. 1304). Insegnò diritto a Bologna fino alla morte, avendo fra i suoi discepoli anche CinodaPistoia. La sua migliore opera è costituita dalle Quaestiones. Scrisse inoltre glosse al Digesto [...] e al Codice che non ci sono pervenute, e un breve trattato De consiliis habendis, edito nei Consilia di Bartolo, e rivolto alla collaborazione tra giudici e giureconsulti ...
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Storico del diritto italiano (Pistoia 1855 - Firenze 1936), fratello di Alessandro. Diede numerosi e importanti contributi alla storia della scienza del diritto e delle università italiane (tra l'altro: [...] Vita e opere giuridiche di CinodaPistoia, 1881; Lo Studio bolognese, 1888), e alla storia della sua città natale (tra l'altro: Storia di Pistoia nell'alto Medioevo, 1932). ...
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Rimatore (Bologna 1240 - ivi tra il 1301 e il 1303); di cui rimangono cinque canzoni e una ventina di sonetti (sette dei quali indirizzati a CinodaPistoia e uno a Guittone d'Arezzo) che lo rivelano piuttosto [...] avverso allo stil novo. Dante lo ricorda nel De vulgari eloquentia (I, 15) ...
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Architetto e scultore (sec. 14º). Lavorò (1338) al battistero di Pistoia; gli è stata erroneamente attribuita la tomba di CinodaPistoia nel duomo della stessa città, opera di un maestro senese molto [...] vicino a Giovanni di Agostino ...
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gravita
gravità (ant. gravitate) s. f. [dal lat. gravĭtas -atis, der. di gravis «grave»]. – 1. In fisica, tendenza dei corpi materiali a cadere verticalmente al suolo, dovuta all’attrazione che la Terra esercita su di essi; più propriam.,...
avvegnache
avvegnaché (o avvègna che; raro avvènga che) cong., ant. – 1. Benché, quantunque: Avvegna che la subitana fuga Dispergesse color per la campagna (Dante). 2. Poiché (con l’indic.): avvegna che quel dì niuno ivi appresso era andato...