CRIPTA
M.T. Gigliozzi
Il termine c. deriva dal gr. ϰϱύπτη e, più direttamente, dal lat. crypta, impiegato nell'Antichità a indicare un ambiente naturale o artificiale, sotterraneo o semisotterraneo [...] Arabi di Maometto, si rivolsero sempre più intensamente alla città dei martiri e degli apostoli.La semplice soluzione gregoriana a Colonia (fine sec. 10°). Dopo il Mille lo schema resta diffuso e sempre più esteso, con tre o più navate centrali o con ...
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PAVIMENTO
A. Bagnera
Lungo tutto il corso del Medioevo si perpetuarono in larga misura le tecniche tradizionali di pavimentazione degli edifici pubblici e privati ereditate dall'Antichità e la decorazione [...] p. coperto con stuoie. Nella Grande moschea di Wāsiṭ, città fondata dal governatore dell'Iraq al-Ḥajjāj ibn Yūsuf nel 703 .Poche sono le notizie circa il periodo abbaside. In Iraq era diffuso l'uso di p. in cotto: prima del citato intervento nella ...
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LIMOGES
D. Thurre
(lat. Augustoritum; Lemovicum, Urbs Lemovicum, Urbs Lemovicina, Lemovica, Lemovicae, Lemovicas nei docc. medievali)
Città della Francia occidentale, capoluogo del dip. Haute-Vienne, [...] de la Haute-Vienne, serie G, 3G, H). Le rappresentazioni della città non fecero la loro comparsa prima dei secc. 16°-17° (Bibl. medio rilievo su di una sagoma risparmiata. Nel primo gruppo, diffuso tra il 1180 e il 1225, i fondi risparmiati apparvero ...
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GAND
A. de Schryver
(fiammingo Gent; Ghendt, Ganda nei docc. medievali)
Città del Belgio settentrionale, capoluogo della Fiandra orientale, posta in una regione pianeggiante, caratterizzata da una fitta [...] 1975; Bouwen door de eeuwen heen. Stad Gent [Costruzioni attraverso i secoli. Città di G.], Gent 1976; J. Decavele, R. Deherdt, Gent op de wateren di esemplari: essi infatti erano all'epoca molto diffusi come libri di devozione privata.I salteri del ...
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BASILICA
M. Cecchelli
Il termine b. per qualificare l'edificio di culto cristiano si trova menzionato a partire dal sec. 3° (Recognitiones pseudo-clementinae, X, 71, PG, I, col. 1453; pseudo-Giustino, [...] La Palestina offre una vasta panoramica di edifici cultuali, ma i più diffusi sono b. a pianta longitudinale, con una o anche tre absidi alla grande basilica di committenza imperiale si sviluppò una città santa (Karm Abū Mina) con un'enorme varietà ...
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GOTICO
P. Kidson
Il termine G. entrò in uso tra gli umanisti italiani durante il sec. 15° per definire quegli aspetti del mondo contemporaneo che, alla luce di un passato classico idealizzato, ricevevano [...] fu quello di costruire nuove chiese per le grandi città dell'Inghilterra vittoriana e le loro teorie furono profondamente una sintesi convincente.Dopo la seconda guerra mondiale, era diffusa l'impressione che i tempi fossero maturi per le sintesi ...
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L'ambiente urbano
Herbert Sukopp
(Institut für Ökologie Technische, Universität Berlin Berlino, Germania)
Gli ambienti creati dall'uomo includono un'ampia varietà di habitat, organismi e comunità. L'alterazione [...] e faunistica dei centri urbani. Spesso negli organismi si verificano mutazioni genetiche che sono possibili solo quando l'organismo è diffuso nelle città e nel loro hinterland più immediato. Ne è un esempio Xantium albinum, una specie attualmente ...
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CANDELABRO
C. Barsanti
Il termine c. (lat. medievale candelabrum, cereostata, cerostatum) designa un sostegno di grandi dimensioni per candele o ceri, la cui tipologia veniva di norma adottata - sia [...] Rocca, 1988, pp. 55, 58), tre furono le tipologie più diffuse e significative sotto il profilo artistico: il c. da disporre nei all'inizio di questo secolo in Siria, non lungi dalla città di Ḥamā, offre una tra le più importanti testimonianze sui ...
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Fulvio Irace
Auditorium
Dove il progetto dello spazio sposa l'arte del suono
Le architetture per la musica di Renzo Piano
di Fulvio Irace
21 aprile
Si inaugura a Roma, con un concerto dell'orchestra e [...] infrastrutture significative nell'attuale società della cultura diffusa.
D'altra parte per Piano la cittadella culturale che si innesta attraverso ponte Milvio nel cuore stesso della città consolidata. Da questo punto di vista, dunque, l'auditorium ...
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PIACENZA
A. Segagni Malacart
(lat. Placentia)
Città dell'Emilia-Romagna nordoccidentale, capoluogo di provincia, posta su di un terrazzamento alluvionale sulla riva destra del Po, poco a S della confluenza [...] Ildeprando concesse al vescovo Tommaso l'antico letto del Po alle porte della città e Desiderio (757-774) donò alla badessa di S. Giulia a piramide rovesciata e smussi angolari, secondo una tipologia diffusa dall'Alto Medioevo al sec. 11°: potrebbero ...
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citta diffusa
città diffusa loc. s.le f. Città cresciuta in modo disarmonico, al di fuori di ogni criterio regolatore. ◆ Certo, ogni progetto deve arrivare a uno strappo tra le due filosofie dominanti: quella di chi vorrebbe mummificarla in...
studentato diffuso loc. s.le m. Insieme di locali, destinati ad alloggiare studenti, che sono collocati in vari luoghi non periferici o degradati della città e sono stati ricavati da case sfitte di proprietà pubblica. ◆ [tit.] "Realizzazione...