È un cerchietto di metallo, di solito prezioso, o anche di altra sostanza, che si porta nelle dita delle mani per motivo di ornamento od altro. È conosciuto ed usato dalla più lontana antichità; sembra [...] o in lamina di bronzo, più di rado in oro (Lemno).
La civiltà orientalizzante del sec. VIII-VII a. C. diffuse di nuovo nel mondo persistente tradizione dell'arte cretese-micenea.
La civiltàgreca classica riconduce l'anello a più modeste proporzioni ...
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Una delle più importanti, se non forse la più importante, delle divinità terrestri (ctoniche) della Grecia antica. È il dio che rappresenta e riassume in sé tutta la vita vegetale della natura, nelle sue [...] questa divinità. È un fatto che nella figura e nel culto di D. sono manifesti elementi estranei alla civiltàgreca, elementi di evidente derivazione straniera, importati dal settentrione e specificamente dalla Tracia: la questione sta nel decidere se ...
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PLAUTO (Plautus)
Giorgio Pasquali
Il maggiore dei commediografi latini. Della vita di P., se non teniamo conto, com'è doveroso, di vicende evidentemente leggendarie, sappiamo ben poco. Tutte le notizie [...] concepita, e, possiamo dire, a creare nella lingua nuova opere d'arte materialmente corrispondenti a quelle concepite in greco. La civiltàgreca non conosce se non versioni a fine pratico (tali sono, p. es., quelle dall'assiro di testi astrologici ...
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SVILUPPO SOSTENIBILE
Umberto Colombo-Giuseppe Lanzavecchia
La straordinaria crescita numerica della specie umana (5 milioni di persone diecimila anni fa, quando iniziò l'agricoltura; oltre 5,5 miliardi [...] così, i ghiacci della Groenlandia racchiudono pesanti tracce di inquinamento dovuto allo sfruttamento del piombo da parte delle antiche civiltàgreca e romana. Infine, anche il rapporto uomo-ambiente muta in continuazione, sia perché l'uomo si trova ...
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Figlio di Aminta re di Macedonia e di Euridice, quartogenito di questa moglie, nato intorno il 382 a. C. Nel 368 circa, quando Pelopida intervenne in Macedonia per pacificare Tolomeo, tutore del secondo [...] eccessi del carattere di F. lo fecero apparire, agli occhi dei più dei Greci, assai più barbaro di quanto il suo interesse per la civiltàgreca - dimostrato, se non altro, dal chiamare Aristotele a educare Alessandro - comportasse. Nella resistenza ...
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Città della Siria, posta a 36°18′ di long. E. e a 33°30′ di lat. N., a 691 m. s. m., al margine del deserto siro arabico, in una pianura limitata a O. e a N. dai contrafforti del Libano e dell'Antilibano, [...] Damasco subito dopo la conquista e sotto i primi Ommiadi fu grandissima: gli Arabi barbari vi s'iniziarono alla civiltàgreca e siriaca, i loro contatti coi cristiani, predominanti a corte e nell'amministrazione, ebbero vitale influenza anche sullo ...
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. Uno dei grandi gruppi etnici e linguistici in cui si divide la razza dei Semiti (v.).
Il loro nome, che è attestato in documenti cuneiformi fino dal sec. XI a. C. (v. oltre, Storia), si trova altresì [...] le due grandi religioni universalistiche, giudaismo e cristianesimo.
Avendo subito a più riprese l'influenza della civiltàgreca (dapprima nell'età ellenistica, più tardi attraverso lo sviluppo della teologia cristiana), gli Aramei ne trasmisero ...
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L'anno della nascita, secondo che portano manoscritti del Brutus di Cicerone, corrisponde all'85 a. C. Altri scrittori ci parlano di una data più recente, l'82 o il 78; ma non esistono serie ragioni per [...] - si vedrà nell'impero romano l'epoca della corruzione incipiente, della tirannide. L'allargarsi della cultura al campo della civiltàgreca e, in quello della letteratura latina, l'ammirazione per Tacito, aiutano a creare questo stato d'animo di ...
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L'egemonia della vista, nell'attività pratica e percettiva, ha fatto ritenere la cecità una delle più irreparabili sventure; e ogni manifestazione di capacità dei ciechi desta sorpresa, suscitando l'ipotesi [...] abbastanza generali.
Nelle età più antiche non si ebbe cura dei ciechi. Invece, Omero simboleggia, per così dire, la civiltàgreca; Cicerone parla, nel libro V delle Tusculane, di Diodoto filosofo e geometra cieco; Cornelio Aufidio, privo della vista ...
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ORFISMO
Guido Calogero
. La setta religiosa greca degli orfici trae il suo nome dalla leggendaria personalità di Orfeo: ma difficile a determinare (v. per ciò orfeo) è fino a che punto la figura del [...] , del cristianesimo. Sulla teogonia orfica v., tra gli scritti italiani: A. Olivieri, L'uovo cosmogonico degli Orfici, in Civiltàgreca nell'Italia meridionale, Napoli 1931, pp. 1-32; R. Mondolfo, Nota sulle cosmogonie orfiche e sul contenuto dell ...
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greco
grèco agg. e s. m. [dal lat. Graecus, gr. Γραικός] (pl. m. -ci; dei vini e dei vènti anche -chi). – 1. agg. Della Grecia, come regione geografica, comprendente all’incirca la parte meridionale della penisola balcanica, con le isole che...
grecita
grecità s. f. [der. di greco], letter. – 1. L’essere conforme all’uso della lingua greca: g. di un costrutto; pura, dubbia g. di una locuzione. 2. a. La lingua, la letteratura, e in senso più ampio la cultura e la civiltà greche, considerate...