Per variazione linguistica si intende l’importante carattere delle lingue di essere mutevoli e presentarsi sotto forme diverse nei comportamenti dei parlanti. La proprietà di un’entità di assumere diverse [...] ;
(d) la lingua varia attraverso le situazioni comunicative.
La dimensione diacronica, vale a dire la variazione *you wash you, *he washes him, mentre il tedesco, e l’italiano, hanno una forma dedicata solo per il riflessivo alla terza persona: io mi ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] debbono italiane», raccomandando di astenersi dall’usare «in iscuola il dialetto lombardo» e di usare «sempre l’italiano finito, o, come dicesi comunemente, il toscano», e puntualizzando quanto alla pronuncia: «Il c si pronunzi ce, ci, non ze, zi ...
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L’acquisizione dell’italiano come lingua seconda (L2) è un processo graduale che si innesta sul processo di acquisizione, avviato in tenera età, di un’altra lingua (detta lingua prima o L1). L’italiano [...] Ottanta del XX secolo, hanno arricchito il panorama delle varietà dell’italiano con l’insieme delle loro varietà di apprendimento, che fanno parte del repertorio comunicativo (➔ repertorio linguistico) con cui si trovano a interagire anche i parlanti ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] . La lingua moderna e contemporanea, Bologna, Zanichelli.
Tesi, Riccardo (2007), Storia dell’italiano. La formazione della lingua comune dalle fasi iniziali al Rinascimento, Bologna, Zanichelli.
Trifone, Pietro (1992), Roma e il Lazio, Torino, UTET ...
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Per lingua delle cancellerie o cancelleresca può intendersi, in senso stretto, quella della corrispondenza ufficiale delle cancellerie tardomedioevali e rinascimentali e, in senso lato, quella di statuti, [...] Nel breve di Montieri, del 1219, i membri della comunità si impegnano fra l’altro a fornirsi reciproca assistenza in fatica di discorrere qua, e là per tutte le corti d’Italia, può con molta agevolezza ammendare, e adornare la lingua sopradetta [= ...
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Il testo narrativo è uno dei tipi fondamentali di testo riconosciuti dalle tipologie testuali (➔ testo, tipi di). Può essere definito come il risultato di un macroatto (➔ pragmatica) di narrazione, che [...] destinatario. Un esempio di testo narrativo è il seguente apologo di Italo Calvino:
(1) Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era distanza ed ellissi determinano anche un’altra grandezza comunemente usata negli studi sul testo narrativo e definita ...
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] , Lucia (1971), Per Latinos grossos, «Studi di filologia italiana» 29, pp. 219- 339.
Librandi, Rita (1993), L’italiano nella comunicazione della Chiesa e nella diffusione della cultura religiosa, in Storia della lingua italiana, a cura di L. Serianni ...
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Le preposizioni sono ➔ parti del discorso invariabili, che hanno la funzione di mettere in relazione un costituente della frase con altri costituenti della stessa frase (metti il libro sul tavolo; la macchina [...] preposizioni improprie: ai bordi si comporta come si comporta comunemente fuori («me ne sto fuori»):
(38) I sapori nome (persona di fatica) o dell’uno e dell’altro. In italiano queste locuzioni, pur essendo diverse decine di migliaia, non sono ancora ...
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CECI, Luigi
Tullio De Mauro
Nacque ad Alatri (Frosinone) il 27 febbr. 1859 da Vincenzo e Maria Minocci.
Restò sempre molto legato alla sua terra: diventato accademico famoso, ad Alatri acquistò e restaurò [...] L'iscrizione antichissima del Foro e la storia di Roma, in Rivista d'Italia, II(1899), pp. 432-453; Il Cippo antichissimo del Foro, ibid Etruschi. Roma e gli Etruschi fu appunto il titolo comune di tre lavori apparsi nei Rendconti dell'Accademia dei ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] L’età del malessere, p. 9)
Le preposizioni con ed in reggono l’infinito sostantivato nell’italiano moderno (44-47), mentre nelle fasi antiche della lingua era comune anche l’infinito non sostantivato (48-49):
(44) Micòl esordiva con lo scusarsi: era ...
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comune1
comune1 (ant. commune) agg. e s. m. [lat. commūnis «comune; mediocre; affabile», comp. di con- e munus «carica, ufficio», propr. «che compie il medesimo ufficio»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce a tutti o ai più (contr. di privato,...
comune2
comune2 (ant. commune) s. m. [lat. commūne (neutro sostantivato dell’agg. commūnis) «possesso, bene comune; repubblica, stato»]. – 1. Forma di governo autonomo cittadino apparsa nell’Europa occid. dopo il Mille come risultato di un’associazione...