Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] casi al raddoppiamento si accompagnano l’assorbimento di iod e una modificazione articolatoria della consonante, che ha subito affricazione (faciat > faccia, corrĭgiam > correggia), assibilazione (pŭteum > pozzo) o palatalizzazione (vīneam ...
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L’acquisizione dell’italiano come lingua seconda (L2) è un processo graduale che si innesta sul processo di acquisizione, avviato in tenera età, di un’altra lingua (detta lingua prima o L1). L’italiano [...] /ʦ ʣ/ e dell’affricata palatale sorda /ʧ/: nasionali «nazionale», [z]ucchëro «zucchero», comerscialista «commercialista» (Celata 2004);
(b) presso arabofoni la resa /b/ anche per /p/: broblema «problema»;
(c) la sonorizzazione di consonanti sorde ...
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Il saggio programmaticamente intitolato Dialettologia toscana (Giacomelli 1975) inaugura una serie di ricerche che applicano i metodi della dialettologia allo studio delle parlate in un territorio generalmente [...] ➔ indebolimento consonantico (detto anche ➔ gorgia toscana), ovvero la ➔ spirantizzazione delle consonanti occlusive (per es., ami[h]o «amico») e delle affricate palatoalveolari.
Altre caratteristiche fonetiche degne di nota sono le seguenti ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] assenza del confine: per es., la realizzazione di un’affricata nell’espressione inglese why choose «perché scegliere» e di secondo le caratteristiche di sonorità di vocali e consonanti (le consonanti con valore di sonorità più alto nella scala ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] che concerne il consonantismo italiano e che è comune in numerose varietà italiane del Centro-Sud è l’affricazione di /s-/ iniziale di parola dopo consonante sonorante finale:
(16) il sole [il ˈʦoːle]
con sale [kon ˈʦaːle]
per sempre [per ˈʦɛmpre]
il ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] approssimante corrispondente a [u].
Semivocali che funzionano da consonanti sono molto diffuse tra le lingue del mondo. La nella grafia viene realizzato come [j] nei nessi affricata, nasale, sibilante palatale: si vedano, rispettivamente [ˈʧje ...
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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] in luogo della palatale in settro, strassina; l’affricata palatale sonora in luogo della occlusiva velare toscana nei del; l’avvertenza sul raddoppiamento consonantico, cioè di «una consonante per due, due per una». Le correzioni ariostesche erano ...
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Le lettere doppie (dette anche geminate, dal lat. gemino «raddoppio») sono la rappresentazione grafica delle consonanti che, in posizione intervocalica, vengono pronunciate al grado intenso, cioè con energia [...] /, /m/, /t/, /d/, /n/, /k/, /g/), tre fricative (/f/, /v/, /s/), due affricate (/ʧ/, /ʤ/), una vibrante (la liquida /r/) e una laterale (la liquida /l/). Le consonanti tenui sono rese graficamente scrivendo una sola volta il grafema che le identifica ...
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Il friulano ha un ruolo peculiare tra le varietà dialettali dell’Italia. Si tratta di un idioma romanzo, che ha caratteri comuni con gli altri dialetti settentrionali, ma anche fenomeni originali che gli [...] », [ˈlunɟe] «lunga», ecc. (nelle varietà urbane innovative le prepalatali sono evolute alle affricate postalveolari [tʃ] e [dʒ]);
(b) la conservazione dei nessi di consonante + l, rispetto all’ital. e ai dialetti settentrionali in cui l → j: [bla ...
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L’italiano di Milano si può definire come una sottovarietà galloitalica dell’➔ italiano regionale settentrionale (che esclude cioè l’italiano regionale del Triveneto). La sua fisionomia va collegata ai [...] [ˈkweːʎi] o [ˈkwɛːʎi] quegli. In sillaba chiusa davanti a consonante nasale la pronuncia è sempre chiusa, e si ha quindi [e] invece di è detto sopra, nell’intensità, e nella riduzione delle affricate a fricative ([s], [z]) nelle pronunce trascurate ...
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affricato
agg. [dal lat. affricatus, part. pass. di affricare «sfregare»]. – Consonante a. (o affricata s. f.): consonante che risulta da un’articolazione che nella fase iniziale è di tipo occlusivo e nella fase finale è di tipo fricativo...
affricazione
affricazióne s. f. [der. di affricato]. – Processo fonetico per cui una consonante occlusiva si trasforma in consonante affricata. Tale processo si è verificato nel passaggio dal latino classico al latino volgare per le occlusive...