BIANCHI, Giovanni
Angelo Fabi
Comunemente noto come Janus Plancus, nome che egli stesso si diede, con cui pubblicò la maggior parte dei suoi scritti e che venne anche italianizzato in Iano o Giano Planco. [...] affidò qualche incarico, ma la parte da lui avuta nella cosain effetti fu trascurabile. Andate deluse le speranze di ottenere la relazione di due operette composte dal sig. Planco in lode di se medesimo... (Firenze 1749).
Al suo ritorno a Rimini, ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Marsilio Ficino
Nicoletta Tirinnanzi
«Poesia, bellezza, amore sono i termini in cui si rivolge tutta la teologia ficiniana, se ben si guardi oltre la tenue superficie di una fragile architettura concettuale». [...] che quella di colui a cui pare che ogni cosa prosperamente succeda. È cosa da prudente nel sereno aere il piovoso, e nel piovoso il sereno aspettare. Anzi niente in questa caliginosa vita sereno giudicare, se non quello che sotto una serena mente si ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Egidio Romano
Gian Carlo Garfagnini
Egidio Romano fu uno dei più brillanti e influenti intellettuali e uomini di Chiesa tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento. Il suo De regimine principum [...] Cristo il suo fondatore e la sua guida» (De civitate Dei, II, 21), per cui: «se non c’è giustizia, che cosa sono i regni se non delle rapine in grande stile?» (IV, 4). La conclusione consiste quindi nella rivendicazione, da parte della Chiesa di cui ...
Leggi Tutto
Nacque a Brivio, in Brianza, il 5 dic. 1804 da Celso e da Rachele Gallavresi.
I suoi primi ricordi sono legati alla figura del nonno Ignazio, che, dopo aver fatto il soldato in giovinezza, era rientrato [...] mai di stabilire in che cosa l'eresia consista (come invece farà, ad esempio, tre lustri più tardi, in un'opera certo negli ultimi scritti, sino alla morte, il C. aveva riconosciuto insé il letterato che, contro la volontà dei potenti, parla a nome ...
Leggi Tutto
CUSTODI, Pietro
Livio Antonielli
Nacque il 29 nov. 1771 a Galliate, presso Novara, da Giuseppe, originario di Inveruno, e da Geltrude Milanesi. All'età di soli tre anni rimase orfano di padre, per cui [...] il C. svolgeva nella posizione di capodivisione; ma della cosa non se ne fece poi nulla, perché con il 1° , pp. 150 s.; A. Tadini, Ancora della vita e degli scritti di P. C., in Boll. stor. per la provincia di Novara, XXI (1927), pp. 72-75, 179-184, ...
Leggi Tutto
BOITO, Arrigo
Emerico Giachery
Nato a Padova il 24 febbr. 1842 da Silvestro e da Giuseppina Radolinska, fu battezzato coi nomi di Enrico Giuseppe Giovanni.
Scarse le notizie sull'infanzia. Dopo un periodo [...] B. stesso un decennio dopo la prima edizione, definendola "una matta cosa", "una stramberia poetica perdonabile a vent'anni, a trent'anni meno abbia voluto seguire il senso della parola presa insé, secondarne lo specifico e angusto significato, nell' ...
Leggi Tutto
Onorio III
Ovidio Capitani
Dal particolare punto di vista in cui ci si vuole collocare, di valutare l'azione e la personalità dei pontefici romani in relazione con la figura e l'opera politica di Federico [...] accettato di pagare una penale di 100.000 once d'oro se non fosse partito nemmeno alla data definitivamente stabilita. E certamente la occidentali europee per l'impresa crociata. La qual cosa, in ogni modo, doveva restare di spettanza peculiare di ...
Leggi Tutto
COCCHIARA, Giuseppe
Pietro Angelini
Nacque il 5 marzo 1904, da Giuseppe e da Antonina Insinga, a Mistretta, in provincia di Messina, un borgo di montagna dalla struttura sociale chiusa e dalla economia [...] " il gesto originario primitivo. La tesi è, insé, oggi, difficilmente condividibile: va comunque riconosciuto al C valutata se si tratta alla stessa stregua di una cosa morta e che, invece, il suo vero significato può essere colto soltanto se si ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Bernardino da Siena
Giacomo Todeschini
Sin dalla metà del 20° sec. Bernardino da Siena è stato indicato come il più importante ‘economista’ medievale (de Roover 1967): questa anacronistica definizione [...] il tempo inteso come «un arco temporale attribuibile a una data cosa» (sermone XXXIV, I 1). La cultura del mercator è verificata dalla comprensione di questa differenza, una comprensione che è inse stessa uguale a una consapevolezza del fatto che la ...
Leggi Tutto
GIORDANI, Pietro
Giuseppe Monsagrati
, Nacque a Piacenza il 1° genn. 1774 da Giambattista, possidente, e da Teresa Sambuceti. La sua infanzia, travagliata da problemi di salute che ne minavano - e [...] che forse nasceva dalla propensione a chiudersi inse stesso e nella salvaguardia della propria dignità ). Un po' ingenerosamente F. De Sanctis giudicò questa amicizia "la più cara cosa che [del G.] ricorderanno i posteri" (Saggi critici, a cura di L ...
Leggi Tutto
cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...