LE CLÉZIO, Jean-Marie Gustave
Paola Ricciulli
Scrittore francese, nato a Nizza il 13 aprile 1940 da padre inglese di origine bretone e da madre francese. Un soggiorno in Nigeria a soli 10 anni con il [...] entrare fra gli adepti del nouveau roman, anche se questa classificazione rispecchia senza dubbio l'importanza data ).
Bibl.: P. Bigongiari, Le Clézio o la secrezione della cosa, in La poesia come funzione simbolica del linguaggio, Milano 1974, pp. ...
Leggi Tutto
Critico letterario, filosofo e uomo politico italiano (Morra Irpina 1817 - Napoli 1883). Massimo esponente italiano della critica romantica, formulò le sue originali teorie partendo dal concetto hegeliano [...] alla cosa espressa, ammettendo quindi come lecito qualsiasi linguaggio, anche quello dialettale: ideale cui si attiene in certo opere. Da un Medioevo ascetico, forte di passioni pur se temperate dalla Scolastica (Dante), si passa, secondo il De ...
Leggi Tutto
Poeta italiano (Val di Castello, nella Versilia, 1835 - Bologna 1907). Crebbe "selvatico" nella Maremma toscana, dove il padre, Michele, un liberale già carbonaro, era medico condotto. Andò poi a Firenze [...] poesia: a un periodo di preparazione, in cui, come scrisse egli stesso, fa elevare: eloquenza intima che è una sola cosa con la poesia. Certo, accanto a discorsi su minori dei secc. 17º-18º. Anche se difetta di un pensiero organico e coerente, la sua ...
Leggi Tutto
Breve narrazione per lo più in versi. Quando si parla di f. come genere letterario, ci si riferisce comunemente a quella i cui caratteri fondamentali furono segnati già da Esopo e universalmente diffusi [...] creatore della f. fu Esopo; ma, anche se f. si incontrano sporadicamente in vari scrittori greci e latini, colui che ne fissò book di R. Kipling (1894-95), che però è altra cosa dalla f. e dalla fiaba. Alla tradizione favolistica vera e propria ...
Leggi Tutto
Romanzo
Massimo Fusillo
Dopo essere stato per secoli un genere minore, non codificato e non canonizzato, oggetto di diffidenze e censure di vario tipo, e dopo essere diventato a poco a poco una forma [...] oggi a coincidere con quella di romanzo.
Difficile dire in una formula che cosa sia diventato il r. nella nostra epoca; da tempo (n. 1960) costruisce le sue raccolte di racconti come se fossero casi di cronaca, giocando sul confine sempre più labile ...
Leggi Tutto
. Si suole intendere per "ermetismo" quella tendenza della letteratura italiana contemporanea, quella poetica e quel gusto che, ricollegandosi alle correnti irrazionali della cultura e dello spirito europei, [...] , anzi del "lettore di poesia" alla cosa letta. Perché se l'idolo di questa poetica è, appunto, , n. speciale di Prospettive, 15 gennaio 1940; inchiesta su L'ermetismo e gli ermetici, in Primato, 1° e 15 giugno, 1° luglio 1940 (scritti di C. Alvaro, E ...
Leggi Tutto
MANZONI, Alessandro
Piero Floriani
Nacque a Milano il 7 marzo 1785 in una casa sui Navigli, in contrada S. Damiano 20 (oggi via Visconti di Modrone 16); la madre era Giulia Beccaria e il padre legale [...] p. 199). I sentimenti sono nobili, grandi e umani insé: riportarli alla religione è leggerli come valori cristiani per origine . e il suo tempo fu di Carlo Tenca, in una lettera a Clara Maffei: «gran cosa è la morte! Come appar più grande l’immagine ...
Leggi Tutto
MAFFEI, Scipione
Gian Paolo Romagnani
Nacque a Verona il 1 giugno 1675, terzogenito maschio e ultimo degli otto figli del marchese Giovanni Francesco e della marchesa Silvia Pellegrini.
Dal 1689 al [...] inedito fino al 1977 (a cura di G. Ramilli: anche sein parte rifuso nella Verona illustrata) nel quale il M. dibatteva i più sui principî che sui concreti meccanismi costituzionali. La "cosa pubblica" si identificava per lui con gli interessi dei ...
Leggi Tutto
La scienza bizantina e latina: la nascita di una scienza europea. La struttura del sapere
Alfonso Maierù
La struttura del sapere
La classificazione delle conoscenze
Il periodo che precede la 'rinascita' [...] arti di Parigi, Boezio di Dacia, rispondendo alla questione se la grammatica sia necessaria all'uomo, riprende il tema dell'uomo "povero e nudo" trasponendolo in termini aristotelici: "Per l'uomo è poca cosa avere ciò che ha per natura. La Natura ...
Leggi Tutto
Decadentismo
Mario Praz
sommario: 1. Termini del decadentismo. 2. Diverse fasi del decadentismo? 3. Estensione della parola ai tempi moderni. 4. La nevrosi. 5. Precursori. 6. Flaubert, Gautier, Baudelaire. [...] , poi nel Poema paradisiaco lo stesso anno) la donna fatale adunante insé tutta l'esperienza sensuale del mondo, reincarnazione di Elena e di Saffo ingrandire il piccolo, impiccolire il grande (‟cosa di più tipicamente decadente, anticlassico?"). Ma ...
Leggi Tutto
cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...