Filosofo e pedagogista, nato a Perugia il 23 dicembre 1899 da umile famiglia, morto a Perugia il 19 ottobre 1968. Fu professore ordinario di pedagogia dal 1956, a Cagliari, poi a Perugia. Sostenne giovanissimo [...] Saggio sul soggetto della storia, 1947; Il fanciullo nella liberazione dell'uomo, 1953; Religione aperta (1955), 19642; L'obiezione di coscienza in Italia, 1959; La non-violenza oggi, 1962; Scuola aperta, 2 voll., 1967; Il potere di tutti, 1969 (pref ...
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Pensatore inglese (Cosgrove, Northamptonshire, 1820 - Oxford 1871). Ebbe alti gradi nella gerarchia ecclesiastica. Fu il più notevole continuatore dell'indirizzo filosofico, riallacciantesi al criticismo [...] posizioni della scuola scozzese (in particolare di Th. Reid). Sottolineò, nelle sue ricerche sulla conoscenza e sulla coscienza, il ruolo preminente dell'attenzione, vista come volontà, fornendo a sostegno delle sue tesi un'interessante fenomenologia ...
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Ontologia
SSofia Vanni Rovighi
di Sofia Vanni Rovighi
Ontologia
sommario: 1. Il termine. 2. Dalla logica all'ontologia. a) Brentano. b) Husserl. c) Heidegger. d) Hartmann. 3. La neoscolastica. a) Garrigou-Lagrange. [...] dal valere per tutti" (v. Carabellese, 19402, p. 50). La vera cosa in sé ‟è nè più nè meno che l'Unicità di quella coscienza in cui e per cui tutte le cose si affermano" (v. Carabellese, 1931, p. 83). Precisata così la natura dell'oggetto, non c'è ...
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Filosofo scozzese (Strachan, Scozia, 1710 - Glasgow 1796), è considerato il fondatore della cosiddetta "scuola scozzese del senso comune", che ha esercitato la sua influenza, oltre che in Inghilterra, [...] processo conoscitivo, R. nell'ambito della sua ricerca filosofica ha analizzato la percezione come attività indipendente dalla coscienza, cioè in grado di cogliere nella sua immediatezza una realtà esterna certa in quanto avvalorata dal senso comune ...
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Filosofo (Wantage, Berkshire, 1692 - Bath 1752); presbiteriano, aderì (1713) alla chiesa anglicana e nel 1718 ne fu ordinato sacerdote. Segretario (1736) della regina Carolina, vescovo di Bristol (1738), [...] via tra il razionalismo di Clarke e il sentimentalismo di Shaftesbury e Hutcheson, radicava il bene nell'intervento di una coscienza mediatrice tra le passioni egoistiche e la benevolenza (Fifteen sermons, 1726). Nella Analogy of religion natural and ...
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Modernità
David Frisby
Sebbene il concetto di m. abbia fatto la sua prima comparsa nel discorso sociologico solo alla fine del 19° sec., lo studio delle caratteristiche della struttura e dei processi [...] rilevanza culturale. Per quanto riguarda ciò che Habermas definisce m. estetica, la sua analisi si incentra sul mutamento della coscienza del tempo. Il nuovo, il futuro, il presente e il passato sono le quattro dimensioni fondamentali evidenziate da ...
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Indirizzo di pensiero sorto negli USA intorno al 1870 e diffusosi più tardi in Europa, dove ebbe il maggior successo nei primi decenni del Novecento.
C.S. Peirce: dal pragmatismo al pragmaticismo
Il termine [...] un contesto del tutto diverso da quello kantiano e fortemente influenzato dalla teoria dell’evoluzione e dalla concezione della coscienza come forma di comportamento volto alla difesa e all’affermazione della vita. La ricerca si configura quindi come ...
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KUHN, Helmut
Giovanni Crapulli
Filosofo tedesco, nato a Lüben, Slesia, il 23 marzo 1899; consegue a Berlino la libera docenza nel 1930 con la tesi Die Kulturfunktion der Kunst, pubblicata nel 1931. [...] 'arte: A history of esthetics (con K. E. Gilbert, 1939, 19563); Wesen und Wirken des Kunstwerkes (1960).
Bibl.: A. Caracciolo, Coscienza morale e cosmo nel pensiero di H. Kuhn, in Giornale di metafisica, 1961, pp. 272-83; A. Rigobello, L'itinerario ...
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Movimento letterario, artistico e culturale, sorto in Germania e in Inghilterra negli ultimi anni del Settecento e quindi diffusosi in tutta l’Europa nel corso del 19° secolo.
Letteratura
Definizione
Il [...] l’uomo si trovi molto più vicino alla comprensione della totalità divina che non nello stato di veglia e di piena coscienza. Proprio come nei miti cerca la sedimentazione della storia e delle tradizioni dei popoli, così nell’inconscio il R. cerca la ...
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Filosofo (Heldrungen, Turingia, 1761 - Gottinga 1833), prof. nell'univ. di Helmstedt (1788-1810), poi (dal 1810) di Gottinga, dove ebbe come allievo A. Schopenhauer. L'opera principale di S. è l'Aenesidemus [...] criterî non sono in grado di legittimare la riflessione critica sulle "forme a priori" della ragione e sugli "elementi" della coscienza. Se per questo aspetto S. afferma che Hume non è stato confutato da Kant e da Reinhold, per altro verso precisa ...
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coscienza
cosciènza (letter. ant. consciènza, consciènzia) s. f. [dal lat. conscientia, der. di conscire; v. cosciente]. – 1. a. Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità...
coscienzioso
coscienzióso agg. [der. di coscienza]. – 1. Di persona, che ha coscienza, cioè senso di giustizia e di onestà, o che mette in ciò che fa il massimo impegno, con piena osservanza dei proprî doveri etici, sociali o professionali:...