Stato dell’Europa centro-occidentale; abbraccia quasi interamente la regione geografica francese, compresa fra i Pirenei a S, la parte più accidentata ed elevata della catena alpina a SE, la valle del [...] Wessex. Nella F. nord-orientale e nell’Alsazia il Bronzo medio è rappresentato dallo sviluppo della civiltà dei tumuli (Haguenau). La cultura dei campi di urne (11°-9° sec. a.C.) ha avuto un’ampia diffusione nella F. orientale e meridionale, e alcune ...
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Francesco della Rovere (Celle Ligure 1414 - Roma 1484), di antica famiglia savonese, entrato nell'ordine dei frati minori conventuali, dei quali divenne ministro generale nel 1464, si addottorò nel 1444 [...] 'Immacolata Concezione, della Visitazione e del Rosario. A Roma dimostrò capacità di amministratore, e amore per l'arte e la cultura: sua è la riorganizzazione della cappella papale dei cantori in San Pietro; con una bolla del 15 giugno 1475 istituì ...
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Storica statunitense (Detroit 1928 - Toronto 2023). Prof. di storia moderna all'univ. di Princeton (1978-96, poi emerita), dal 1996 ha svolto le sue ricerche presso l'univ. di Toronto. Membro dell'American [...] sciences e della British academy, nel 1987 è stata presidente dell'American historical association. Si è occupata della cultura popolare e dei rapporti di classe nell'Europa moderna e soprattutto in Francia, e nelle sue ricerche ha particolarmente ...
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Uomo politico tedesco (Rheydt, Renania, 1897 - Berlino 1945); entrato nel partito nazionalsocialista (1922), divenne nel 1926 Gauleiter di Berlino. Deputato al Reichstag (1928), fondatore del giornale [...] parte di primissimo piano in tutte le manifestazioni politiche del Reich, guidandone la massiccia epurazione nel campo della cultura indifferente od ostile al regime, e promovendo la più violenta propaganda dei miti nazisti. Nel suo testamento Hitler ...
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Denominazione (propriamente «appartenente alla tribù di Giuda») con cui sono stati indicati gli Ebrei rimasti in Palestina dopo la distruzione del regno d’Israele (722 a.C.), quando l’intero popolo ebraico [...] alla sola tribù di Giuda. Con il termine giudaismo si indicano la religione del popolo ebraico e l’insieme della sua cultura, quali vennero definendosi da quel tempo in poi o, secondo altri, a partire dalla distruzione del secondo Tempio nel 70 d ...
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Storico russo (Mosca 1924 - ivi 2006); dapprima prof. di storia all'univ. di Mosca, lavorò poi presso l'istituto di storia dell'Accademia delle scienze dell'URSS. A ricerche dedicate al mondo medievale [...] social´nogo stroja i kul´tury "La società norvegese nel primo Medioevo: problemi di ordine sociale e di cultura", 1977) affiancò la trattazione di problemi storiografici più generali, facendoli anche oggetto di analisi metodologica (Problemy genezisa ...
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Storico tedesco (Krechting, Vestfalia, 1855 - Friburgo in Brisgovia 1938); prof. a Münster, quindi (1899-1928) a Friburgo in Brisgovia; presidente (dal 1924) della Görresgesellschaft; studiò il concilio [...] des Konstanzer Konzils, 1889; Acta concilii Constanciensis, 4 voll., 1896-1928), l'epoca di Bonifacio VIII, i templari e la storia religiosa e della cultura dei secc. 13º-15º (Acta Aragonensia, 3 voll., 1908-23, con supplem. 1933; Dante, 1922). ...
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Per secoli l'ostilità antiebraica non ebbe bisogno di etichette. In una società come quella cristiana, in cui le minoranze ebraiche vivevano nettamente separate dalla maggioranza e in cui le formulazioni [...] caratterizzato in senso religioso, e quindi estraneo all'ideologia razzista. Il nuovo razzismo era infatti figlio della moderna cultura scientifica, che la Chiesa guardava con sospetto e con ostilità. L'immutabilità dei confini tra le razze, che ...
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CASELLA (Caselle), Ludovico
Tiziano Ascari
Nacque alle Caselle presso Gaiba (nel Polesine di Rovigo) nel 1406 o nel 1407 da Antonio, uno dei più stimati notai di Ferrara.
Forse era suo antenato un Pellegrino [...] era direttamente in relazione con moltissimi letterati, poeti ed artisti; era personalmente al centro di quell'ambiente d'alta cultura umanistica, che è rievocato nella Politia letteraria di Angelo Decembrio, e ne era il promotore e il protettore. Il ...
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Poeta e principe montenegrino (Njeguši, Cettigne, 1812 - Cettigne 1851). Morto lo zio Pietro I, fu proclamato capo della Chiesa e del popolo montenegrino. Nel 1833 fu consacrato vescovo in Russia. Godendo [...] una scuola (1833) e di una stamperia (1834). Ammalato di tisi, trascorse l'inverno 1850-51 a Napoli. Per la sua cultura e le sue aspirazioni si stacca nettamente dal primitivismo sociale e culturale del Montenegro dei suoi tempi, al quale però egli è ...
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cultura s. f. [dal lat. cultura, der. di colĕre «coltivare», part. pass. cultus; nel sign. 2, per influenza del ted. Kultur]. – 1. a. L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza,...
culturoso
agg. (iron.) Che si ammanta di un’aura culturale. ◆ A sinistra continuano a liofilizzare in slogan il pensiero del Papa sul comunismo «male necessario». Non solo si isolano tre parole dal contesto, a sua volta particolare di pagine...