Dante Alighieri, Opere minori: Devulgarieloquentia - Introduzione
Pier Vincenzo Mengaldo
Scritto successivamente all'esilio (I, VI, 3) e alla pace di Caltabellotta (II, VI, 4), preannunciato anzi [...] vivente a I, XII, 5), lasciato infine in tronco a mezzo del capitolo xiv del secondo libro, il Devulgarieloquentia condivide col trattato volgare cronologia, destino di incompiutezza e molti problemi e interessi costitutivi.
Entrambi sono il frutto ...
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Rimatore senese (sec. 13º), ricordato da Dante nel Devulgarieloquentia (I, 13) fra i poeti toscani che fecero uso del volgare "municipale". È probabilmente da identificarsi con il Bartolomeo Mocati (il [...] dantesco Minum potrebbe essere una cattiva lettura di un originario Meum, ipocoristico di Bartolomeum) di cui si conserva una canzone in parte derivata da Raimbaut de Vaqueiras. ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione [...] e di più vasto impegno che non fossero le rime d'amore. Al periodo 1304-07 circa sono così da assegnare il Devulgarieloquentia (v.) e il Convivio (v.); al 1307 risale forse l'idea della Commedia, sia che imprendesse allora il poema ex-novo, sia ...
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Ignoto poeta, cui è attribuito il contrasto in 160 settenarî Rosa fresca aulentissima (composto tra il 1231 e il 1250), dialogo realistico, sicuramente un mimo, tra l'amante che incalza e la donna, che, [...] certo che l'autore fosse siciliano; e siciliana è da considerarsi la lingua del contrasto che Dante stesso, nel Devulgarieloquentia (I, XII, 6), cita come esempio di siciliano, ma non di siciliano illustre, bensì "secundum quod prodit a terrigenis ...
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Rimatore (n. intorno al 1210 - m. dopo il 1280), giudice della curia di Messina (Dante nel Devulgarieloquentia lo chiama Iudex de Columnis de Messana o anche Iudex de Messana) da non identificare, secondo [...] G. Contini, con quel Guido "de Columna" o "de Columnis", autore del l'Historia destructionis Troiae, iniziata e interrotta nel 1272 e terminata nel 1287, rifacimento in prosa latina del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure. Restano di lui quattro ...
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Umanista (n. Firenze 1535 - m. in Francia fine del sec. 16º). Esule nel 1562 per ragioni politiche, pubblicò a Parigi, dove godé il favore di Caterina de' Medici e di Enrico III, alcuni antichi testi tra [...] cui il Corbaccio del Boccaccio (1569) e il Devulgarieloquentia di Dante (1577), prima edizione del trattato nella sua veste originale (il Trissino nel 1529 ne aveva pubblicato una traduzione). ...
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Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega [...] . Il processo, che si svolge lungo tutto il 13° sec., ha la sua consacrazione ai primi del 14°, quando Dante, nel Devulgarieloquentia e nel Convivio, vede quasi già in atto e promuove l’adozione di una lingua letteraria comune, diversa dalle altre ...
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Letteratura
Disciplina che ha per oggetto lo studio della versificazione, fondata su un complesso di norme che variano secondo la natura di ciascuna lingua e le convenzioni che si stabiliscono in rapporto [...] che come cofondatore della lunga tradizione della terzina, Dante rimane nella storia della m. come autore, con il Devulgarieloquentia, di una trattazione metrica (sulla canzone).
A Boccaccio si deve l’affermarsi dell’altro gran metro della poesia ...
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Letterato (Vicenza 1478 - Roma 1550). Il nome di T. è noto soprattutto per la Sofonisba (1514-15, pubbl. 1524), prima tragedia 'regolare', cioè composta secondo le regole di Aristotele, e per il Castellano [...] il talento poetico non era pari all'ardore e alla dottrina del letterato. Nel 1529 egli pubblicò la traduzione del Devulgarieloquentia di Dante, in cui credette di trovare il più autorevole sostegno a favore delle sue idee linguistiche esposte nel ...
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curiale
agg. e s. m. [dal lat. curialis]. – 1. agg. Della curia, relativo alla curia, nei varî sign. del termine. In partic.: a. letter. Di corte, cortigiano, aulico: mi spoglio quella veste cotidiana ... e mi metto panni reali e c. (Machiavelli)....
rettitudine
rettitùdine s. f. [dal lat. tardo rectitudo -udĭnis, der. di rectus «retto2»]. – 1. letter. e raro. L’esser diritto, andamento in linea retta: la r. della sua ossatura (D’Annunzio). 2. fig. L’essere retto in senso morale e intellettuale...