Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente [...] esso è un accesso privilegiato. Da ciò, fin dal De interpretatione, una costante attenzione per le forme linguistiche, che popolo ed età storica.
Nel Convivio e nel Devulgarieloquentia Dante dà i primi documenti di questa concezione storicizzante ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] normazione del volgare toscano è svolta da ➔ Dante, che la teorizza ai primi del Trecento nel suo Devulgarieloquentia (➔ storia della linguistica italiana). Dante parte dalla ricognizione della varietà di lingue dell’Italia medievale per celebrare ...
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L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il Devulgarieloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] sulla linguistica in Italia di Ramat, Niederehe & Koerner (1986) prende le mosse di lì.
Purtroppo, però, il Devulgarieloquentia non influì sulla cultura del suo tempo, né in Italia né altrove; anzi ebbe scarsissima diffusione, come dimostra il ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] di partenza» (Trifone 2006: 274, nota 176). Un orientamento normativo, almeno sul piano stilistico, si coglie nel Devulgarieloquentia, sia quando ➔ Dante delinea le caratteristiche del volgare illustre (vulgare latium), che non coincide con nessuno ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] delle idee dell’autore, Giovanni Rucellai, comandante di Castel Sant’Angelo, fortezza papale in Roma), sia la traduzione del Devulgarieloquentia di Dante. In larga parte la teoria di Trissino si fondava sul libro di Dante, nel quale quasi tutti i ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] quale era prerogativa di quelle regolate e letterarie, come il latino stesso e il greco. Alberti non aveva letto il Devulgarieloquentia, che rimase sconosciuto fino all’inizio del XVI secolo, ma era al corrente delle discussioni tra gli umanisti a ...
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Per variazione diatopica (dal gr. diá «attraverso» e tópos «luogo») si intende la ➔ variazione linguistica su base geografica. L’espressione è stata, se non creata, certo diffusa negli studi linguistici [...] lingue sia i dialetti. Risalgono a ➔ Dante (Devulgarieloquentia I, ix, 4-10) alcune penetranti osservazioni Robustelli & G. Frosini, Firenze, Cesati, pp. 423-445.
De Mauro, Tullio (19702), Storia linguistica dell’Italia unita, Bari, Laterza ( ...
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Già ➔ Dante (nei capitoli ix-xv del libro I del DeVulgariEloquentia, composto presumibilmente entro il 1305) tracciò un quadro memorabile dell’Italia dialettale dell’epoca, differenziato su base geografica [...] della Campania di E. Radtke (ALCam; http://www.alcam.de/contatto.htm; Radtke 1997), sia il progetto, che , http://germazope.uni-trier.de/Projects/WBB/woerterbuecher/lei).
Alighieri, Dante (1998), L’eloquenza in volgare, introduzione, traduzione ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] latina. Dante vi si cimentò, avendo già scritto in l. trattati in prosa, tra i quali il Devulgarieloquentia e la Monarchia possono chiudere la letteratura l. medievale. Contemporaneamente infatti le lingue volgari si erano dappertutto affermate ...
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curiale
agg. e s. m. [dal lat. curialis]. – 1. agg. Della curia, relativo alla curia, nei varî sign. del termine. In partic.: a. letter. Di corte, cortigiano, aulico: mi spoglio quella veste cotidiana ... e mi metto panni reali e c. (Machiavelli)....
rettitudine
rettitùdine s. f. [dal lat. tardo rectitudo -udĭnis, der. di rectus «retto2»]. – 1. letter. e raro. L’esser diritto, andamento in linea retta: la r. della sua ossatura (D’Annunzio). 2. fig. L’essere retto in senso morale e intellettuale...