Per variazione linguistica si intende l’importante carattere delle lingue di essere mutevoli e presentarsi sotto forme diverse nei comportamenti dei parlanti. La proprietà di un’entità di assumere diverse [...] per gli / le dico; ➔ clitici; ➔ semplificazione; ➔ lingue romanze e italiano); la generalizzazione analogica per regolarizzazione di desinenze nominali (mia moglia per mia moglie, caporalo per caporale); la formazione analitica, e analogica, di gradi ...
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In italiano i nomi (chiamati anche, con termine tradizionale, sostantivi) sono una delle ➔ parti del discorso variabili (anche se esistono nomi invariabili) e, come accade in tutte le lingue, occupano, [...] gli invecchiamenti, *i rimbambimenti), sono per lo più deverbali o deaggettivali (➔ deverbali, nomi; ➔ deaggettivali, nomi) e hanno desinenze costituite da suffissi tipici (-mento, -zione, ecc.). È interessante notare che l’italiano, in tutti i casi ...
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Tradizionalmente l’articolo è considerato una parte del discorso (➔ parti del discorso). In termini moderni, fa parte di quella classe di parole che operano come modificatori del nome (o del sintagma nominale; [...] di questo stadio, anche perché dato che l’articolo si trova rigidamente prima del nome, è pressoché impossibile una sua trasformazione desinenza di genere. Tuttavia, vi sono situazioni in cui esso assume anche funzioni che di norma pertengono alle ...
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sonetto, sonetto doppio
Ignazio Baldelli
1. Nei s. danteschi, la forma arcaica a rime alterne negli otto versi della fronte, è di gran lunga meno usata, come del resto in Cavalcanti e in Cino. Dai conteggi [...] .
La rima desinenziale e suffissale è massicciamente presente nel Fiore (su 928 rime, più di trecento sono costituite da desinenze verbali), inserendosi in una tradizione che si direbbe propria del s., specialmente del s. ‛ comico '. Infatti, i s. di ...
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Contrariamente a ciò che avviene per altre lingue (per es., francese, tedesco, inglese), non è abituale periodizzare l’italiano. Tuttavia il concetto di italiano antico, opposto a quello di italiano moderno [...] dal latino, poi scomparse, sono nella morfologia verbale: le desinenze -emo e -imo di I persona plur. nel presente indicativo ma ci sono anche le forme con l’aggiunta della desinenza -no, sentita come più caratteristica della III persona plur.: ...
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Per linguaggio giovanile si intende la varietà di lingua utilizzata nelle relazioni del gruppo dei pari da adolescenti e post-adolescenti, costituita principalmente da particolarità lessicali e fraseologiche [...] chico per «ragazzo» e puta per «ragazza»), oppure quando vengono creati pseudoforestierismi, in genere aggiungendo suffissi o desinenze straniere a parole italiane e presentandoli spesso, nelle fonti scritte, secondo un’approssimativa grafia italiana ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] che hai messo ne’ tuoi scritti venti legioni di vocaboli fiorentini, et usi li casi, i tempi et i modi et le desinenze fiorentine, vuoi che li vocaboli adventitii faccino mutar la lingua? (Machiavelli 1982: 50-52)
In questo quadro non si deve, per il ...
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LONDONIO, Francesco
Cristina Geddo
Nacque a Milano, nella parrocchia di S. Alessandro in Zebedia, il 7 ott. 1723, da Antonio e Teresa Lesma, quartogenito di sette figli.
Fu allievo del milanese Ferdinando [...] dinamico gioco di ombre e luci colorate, che veniva commentata dal L. nella burlesca "lingua d'i" (da un dialetto bustese con desinenze in "i"), nella quale sono scritti i titoli delle scene sugli schermi.
Il 12 nov. 1783, peggiorato di salute, il L ...
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L’espressione articolazioni nasali si riferisce a un modo di articolazione (di ➔ vocali così come di ➔ consonanti) in cui, essendo il velo palatino (o palato molle) abbassato, il passaggio rinofaringale [...] sogniamo, spegniamo), e alla seconda persona plurale del presente congiuntivo (sogniate), in cui la semivocale fa parte della desinenza. Spesso, però, esso viene riassorbito dalla consonante precedente, con perdita della riconoscibilità grafica delle ...
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latinismi
Bruno Migliorini
Non c'è bisogno di ricordare quale importanza abbia avuto durante i secoli l'arricchimento del lessico italiano (come del resto quello delle altre lingue europee occidentali) [...] a poterle esprimere; e non si potendo se non con termini latini, io gli usavo, ma gli deducevo in modo, con le desinenze, ch'io gli facevo diventare simili alla lingua del resto dell'opera " (Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua..., ediz. G ...
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desinente
deṡinènte part. pres. [dal lat. desĭnens -entis, part. pres. di desinĕre «terminare»]. – Che termina in un dato modo o in qualche cosa: corpo d. in una breve coda. Per lo più riferito a parola, che ha una determinata desinenza o...
desinenza
deṡinènza s. f. [dal lat. mediev. desinentia, der. del lat. desinĕre «terminare»]. – In linguistica, terminazione che aggiungendosi a un tema verbale indica la persona, la diatesi e talora anche il tempo (d. verbale), e aggiungendosi...