Con modo di dire o, più tecnicamente, locuzione o espressione idiomatica si indica generalmente un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’abbinamento di un significante fisso (poco o niente affatto [...] italiano parlato, in L’italiano che parliamo, a cura di F. Casadei, G. Fiorentino & V. Samek-Lodovici, Santarcangelo, Fara in Language and communication, edited by J.C. Richards & R.W. Schmidt, London - New York, Longman, pp. 191-225.
Searle, ...
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Il termine anglicismo («una voce o frase dell’idioma inglese; ovvero una maniera di parlare», così nell’enciclopedia di Chambers tradotta a Venezia nel 1747; in ingl. anglicism risaliva al secolo precedente) [...] possibili occorrenze della semiconsonante [w] in posizione iniziale (welfare si è recentemente diffuso nella pronuncia [ˈkarlin(g)] (Baglioni 2007). Per la grafia, di cervelli su brain drain «esodo di cervelli», caso di studio invece che studio di ...
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L’espressione italiano dell’emigrazione designa tutte le forme di italiano parlate, nei paesi di destinazione, da emigrati italiani e dai loro discendenti. Questa nozione esclude le forme di italiano apprese [...] : 12, 25).
Infine, dal punto di vista storico, si prende in considerazione il il suo dialetto «parlavano tutti il loro dialetto»;
(g) ➔ che polivalente: i modelli che lei gli ha W. Andersen, Rowley (MA), Newbury House, pp. 181-197.
Haller, Hermann W ...
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Le parlate dei diversi gruppi zingari in Italia sono riconducibili al romanes (o lingua romani, romani čhib), una lingua ben definibile storicamente e strutturalmente, ma comprendente varietà dialettali [...] i nuovi giovani scrittori, per l’Italia, va segnalato il caso di Bruno Morelli che ha scritto un bel lavoro sulla lingua e on Romani linguistics, edited by B. Schrammel, D.W. Halwachs & G. Ambrosch (Graz, September 12-14, 2002), München, ...
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Giosuè Carducci nacque a Valdicastello (Lucca) il 27 luglio 1835. Dopo gli studi presso gli Scolopi di Firenze e la Normale di Pisa, insegnò dapprima in alcune scuole toscane (S. Miniato a Monte, Pistoia) [...] di risultati. Non privo di autorevoli estimatori novecenteschi – da Serra a G. Contini – è lo stile di letteraria. Studi per Roberto Tissoni, a cura di C. Caruso & W. Spaggiari, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, pp. 525-532.
Tomasin ...
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Il passato remoto è un tempo semplice (➔ tempi semplici; ➔ coniugazione verbale) dell’➔indicativo, che esprime un evento avvenuto nel passato senza che ci sia relazione tra il momento dell’enunciazione [...] (1991), Il verbo, in Grande grammatica italiana di consultazione, a cura di L. Renzi, G. Salvi & A. Cardinaletti, Bologna, dei tempi nel testo, Bologna, il Mulino (ed. orig. Tempus. Besprochene und erzählte Welt, Stuttgart, W. Kohlhammer, 1964). ...
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L’assimilazione è il fenomeno per il quale un suono (tecnicamente, un fono; ➔ fonetica) assume in tutto o in parte i tratti di un altro suono vicino (o di altri suoni vicini). Si tratta, quindi, della [...] Sonorizzazione si ha anche al confine di parola: vedi il napol. [ˈŋgwɔlːə] in collo, il barese [nənˈdɛŋgə] non tengo, il sicil. phonology meeting (Eisenstadt, June 25-28, 1984), edited by W.U. Dres-sler et al., Cambridge, Cambridge University Press, ...
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La sonorizzazione è un fenomeno fonetico-fonologico per cui un suono (tecnicamente, un fono) sordo, a contatto con consonante sonora o in posizione intervocalica, diventa sonoro (➔ fonetica articolatoria, [...] è l’approssimante [j] o [w] (➔ semivocali) come in siamo origini e sulle teorie del processo di sonorizzazione nella lingua italiana cfr. [t] ~ [ð] (fricativa dentale sonora) e [k] ~ [g] o ~ [ɣ] (fricativa velare sonora). Così a Nicosia si dirà ...
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Le consonanti occlusive sono suoni momentanei non prolungabili nel tempo (➔ fonetica). Durante la loro produzione è possibile identificare tre fasi: una di impostazione in cui gli organi articolatori si [...] grafematici (➔ alfabeto; ➔ grafemi). Le divergenze più vistose si rilevano a carico di /k/ e /g/, resi nell’ortografia corrente rispettivamente con ‹c› e ‹g› prima di /a ɔ o u/, /w/ o altra consonante (per es., cavo, acuto, croce, mago, gufo, grande ...
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Con il termine ritmo si indica in linguistica la successione regolare nel tempo di accenti (➔ accento) o prominenze. Il ritmo può anche essere definito come la successione ordinata e alternata di sillabe [...] «Phonetica» 66, pp. 46-63.
Beltrami, Pietro G. (1991), La metrica italiana, Bologna, il Mulino.
Benveniste, Émile (1971), La nozione di ritmo nella sua espressione linguistica, in Id., Problemi di linguistica generale, Milano, Il Saggiatore, pp. 390 ...
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genètica s. f. [dall’ingl. genetics, termine coniato nel 1906 dal biologo ingl. W. Bateson, dall’agg. genetic «genetico»]. – Ramo delle scienze biologiche che studia tutti i fenomeni e tutti i problemi relativi alla discendenza e cerca di determinare...
nano
agg. e s. m. (f. -a) [lat. nanus, gr. νᾶνος]. – 1. agg. a. Di individuo (o specie) animale o vegetale che ha statura fortemente ridotta rispetto a quella media della specie (o del genere), sia come condizione casuale e anormale (v. nanismo),...