Linguista (Krefeld 1867 - Berlino 1910), si occupò soprattutto della lingua e della letteratura armena, dei dialetti zingari (Lehrbuch des Dialekts der deutschen Zigeuner, 1903; Die Sprache der armenischen [...] Zigeuner 1903) e delle lingue oceaniche e africane (Die Verwandtschafts verhältnisse der Bantu-Sprachen, 1908), ma ebbe anche vivo interesse per la linguistica generale (Die Klassification der Sprachen, ...
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Dal sanscr. prākr̥ta- «naturale, volgare», si dice delle diverse forme di linguaggi indo-ari o dialetti sviluppatisi accanto al sanscrito e raccolti sotto la denominazione complessiva di linguaggi medio-indiani. [...] Notevoli fra essi per antichità e per importanza letteraria il p. epigrafico delle iscrizioni di Aśoka (3° sec. a.C.) e il pāli in cui è redatto un intero canone buddhistico ...
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Per minoranze linguistiche si intendono gruppi di popolazione che parlano una lingua materna diversa da quella di una maggioranza: quest’ultima si identifica normalmente coi parlanti che hanno come lingua [...] fu parlata nella Magna Grecia (➔ greca, comunità). Fra il Quattrocento e il Settecento si formarono invece le comunità di dialetto albanese diffuse tra l’Abruzzo meridionale, il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia ...
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Linguista (Belgrado 1876 - ivi 1960), prof. all'univ. di Belgrado, presidente dell'Accademia serba. Oltre a indagini sui dialetti serbocroati (Dijalekti istočne i južne Srbije "Dialetti della Serbia orientale [...] e meridionale" 1905), ha scritto diversi studî sull'accento slavo e si è occupato anche di problemi di linguistica generale ...
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Le parlate dei diversi gruppi zingari in Italia sono riconducibili al romanes (o lingua romani, romani čhib), una lingua ben definibile storicamente e strutturalmente, ma comprendente varietà dialettali [...] mancano dell’articolo. Rari risultano i prestiti germanici;
(c) i ‘nuovi’ rom (giunti negli ultimi venti-trent’anni), il cui dialetto è simile a quello dei rom vlax, con diversi esiti fonologici, e soprattutto con un lessico privo di prestiti romeni ...
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Una delle quattro lingue nazionali della Confederazione elvetica. È costituita dalle parlate neolatine dei Grigioni, gruppo occidentale dei dialetti ladini. ...
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La d. nasce nel 19° secolo con ritardo rispetto alla linguistica tout court, e non soltanto perché ne forma un sottoinsieme ancillare, dedito all'indagine sulle varietà (di frequente segnate da inferiorità [...] Friedrich Diez, a cura di H. J. Niederehe e H. Haarmann, Amsterdam 1976, pp. 125-43 e 145-73.
Un impiego di dialetto privo di connotati sociali si ha, ben prima di Meillet, in W. D. Withney, Language and the study of language: twelve lectures on ...
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Come indicò Saussure (1916), la lingua si può studiare in due modi: o lungo l’asse della simultaneità, descrivendo il sistema di fenomeni esistente in un momento dato, in una certa comunità di parlanti, [...] al è vignût cà di mè «è venuto da me» ~ a mi mi plâs «a me mi piace»). La funzione del riflessivo di terza persona nei dialetti può essere ricoperta da sé o da si (paralleli a me/mi, te/ti), ma spesso è assunta dal pronome personale: ven. el no pensa ...
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Filologo tedesco (Wildschütz, Boemia, 1844 - Bonn 1915). Prof. (1876) a Praga e poi a Bonn, si occupò particolarmente di dialetti valdesi, piemontesi, veneti, sardi e siciliani, e di antico francese. Pubblicò [...] molti testi antichi francesi con introduzioni, note e glossarî (v. in partic. quelli di Chrétien de Troyes) e studî in Altfranzösische Bibliothek e Romanische Bibliothek, riviste da lui dirette ...
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dialettica
dialèttica s. f. [dal gr. διαλεκτική (τέχνη), lat. dialectĭca o dialectĭce (v. dialettico)]. – 1. Arte del dialogare, del discutere, come tecnica e abilità di presentare gli argomenti adatti a dimostrare un assunto, a persuadere...
dialettico
dialèttico agg. e s. m. [dal lat. dialectĭcus, gr. διαλεκτικός, der. di διαλέγομαι «conversare»] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Che concerne la dialettica come arte del discutere e del persuadere argomentando: abilità, forza d.; procedimenti...