Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge. In altre accezioni, il potere [...] divina che costituisce l’oggetto della speculazione. Il fondamento della g. non è più cercato nella natura, ma nella volontà di Dio. Più che come sistema di norme fondate su un ordine naturale, la g. si presenta come sistema di precetti sostenuti da ...
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virtù Disposizione a fuggire il male e fare il bene, perseguito questo come fine a sé stesso, al di fuori di ogni considerazione di premio o castigo.
Filosofia
Per i Greci più antichi il termine ἀρετή [...] oggetto formale, sia le v. morali (distinte dalle v. morali sopra ricordate), che hanno per oggetto formale qualcosa di distinto da Dio; le v. teologali sono tre: fede, speranza, carità; tra le v. morali le principali sono le v. cardinali.
Al plurale ...
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Conoscenza
Carlo Sini
Il termine indica l'atto del conoscere e, in particolare, il possesso o la presenza nella mente di un sapere già acquisito; è dal latino tardo cognoscentia, derivato di cognoscere, [...] , senza cadere in quella tracotanza che è fonte immancabile di sciagura e di divina punizione: l'uomo non deve misurarsi con il dio e in generale con ciò che per natura lo sopravanza. Socrate ne fece il punto di partenza della sua indagine, al tempo ...
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Filosofo (Napoli 1668 - ivi 1744). Terzultimo degli otto figli di Antonio, modestissimo libraio, e di Candida Masullo, dotato di un carattere che egli stesso definiva "melanconico ed acre", di debole e [...] principio e la regola di verità sta nel conoscere la genesi delle cose e quindi nella capacità di produrle. Ciò posto, Dio solo conosce le cose della natura perché ne è il creatore; l'uomo non può attingere siffatta conoscenza, ma semplicemente potrà ...
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Diritto
Trasferimento del diritto di proprietà su un determinato bene da un soggetto a un altro. Divieti negoziali di a.: in generale, le limitazioni poste dall’autonomia privata al potere di disposizione, [...] , del cristianesimo. Per Feuerbach, l’a. sorge dal fatto che l’uomo proietta e personifica (inconsapevolmente) nella figura di Dio gli attributi e le qualità umane più alte, per adorarle, poi, come virtù e requisiti di questa potenza estranea. Anche ...
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Qualsiasi cosa (segno, gesto, oggetto, animale, persona), la cui percezione susciti un’idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile. L’originaria funzione pratica, prevalente ma non esclusiva, è sostituita [...] di riconoscimento, una cosa semplice che indichi o ricordi qualcosa di più complesso e sottinteso (per es., il cantaro s. del dio Dioniso o del suo culto, il liṅga s. di Śiva ecc.). Sotto l’influsso delle religioni misteriche, nella cui terminologia ...
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scienza Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.
In [...] alcune condizioni. Queste azioni libere e condizionate vengono chiamate dai teologi futuribili. Secondo i molinisti non si vede come Dio possa conoscere questi futuribili con lo stesso mezzo con cui conosce i futuri, perché essi non sono futuri, né ...
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possibilità La caratteristica di ciò che può esistere, realizzarsi, avvenire. Il concetto filosofico della p. ha una storia assai complessa, che si riconnette strettamente a quella del più generale concetto [...] la perfezione non è nella potenza ma nell’atto in cui questa si è realizzata e dissolta: e così la suprema perfezione di Dio è, come atto scevro di ogni potenza, un puro essere la cui piena positività non è interrotta da alcuna sopravvivenza di poter ...
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realtà Qualità e condizione di ciò che esiste effettivamente e concretamente.
Filosofia
La nozione di r. è legata al problema tipicamente moderno dell'esistenza del mondo esterno. A partire da R. Descartes [...] , chi ci garantisce che la realtà esterna esista? Descartes risolse il problema ricorrendo alla dimostrazione dell'esistenza di Dio, che faceva da 'garante' sulla verità delle nostre rappresentazioni. G. Berkeley, invece, si spinse a negare la r ...
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Pensatore russo (n. Evlach 1882 - m. nei pressi di Leningrado 1937). Laureatosi in matematica, si dedicò in seguito agli studî teologici e fu ordinato sacerdote: durante e dopo la rivoluzione fu deportato [...] la "verità spirituale", che il F., sulla scia di Solov´ëv, identifica con la Sofia, eterna sapienza e amore creativo di Dio. La sua opera principale è il saggio di "teodicea ortodossa" per la tesi di dottorato, apparso nel 1912 col titolo Sulla ...
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dio1
dio1 agg. [dal lat. dius = divus], poet. – Divino, luminoso: ne la luce più dia Del minor cerchio (Dante); la dia bellezza nel sereno viso (Carducci).
dio2
dio2 (e Dio, soprattutto nel sign. 1) s. m. [lat. dĕus, pl. dĕi e dī] (pl. dèi, ant. e dial. dii; al sing. l’art. è il, al plur. gli; la d- iniziale ha sempre, dopo vocale, il raddoppiamento sintattico; v. anche iddio). – 1. a. L’Essere...