Scrittrice tedesca (Alzey, Assia-Renania, 1899 - Rheinzabern, Palatinato, 1950). A Berlino dal 1929, si accostò al gruppo dei poeti espressionisti legati alla rivista Die Kolonne. Nel 1936, in quanto nata [...] da padre ebreo, le fu proibito di pubblicare; nel 1944 fu costretta a lavorare in una fabbrica. Ricerca formale e ricchezza di pensiero connotano la sua produzione lirica e narrativa che si vale di un linguaggio conciso e musicale. Nella sua opera si ...
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Scrittore monofisita siro, poligrafo ed enciclopedico (Malatya 1226 - Marāgha 1286), vescovo e dal 1264 primate d'Oriente. Il suo vero nome era Gregorio Abū l-Faraǵ, ma fu detto B. per essere figlio di [...] un ebreo convertito. Tra i suoi scritti, scarsamente originali, ricordiamo il Libro della colomba, di ascetica; il Libro delle guide, corpus iuris per i monofisiti siri, che dipende in buona parte da scritti giuridici del musulmano al-Ghazzālī; il ...
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Scrittore (Ala 1798 - Roma 1862); sacerdote dal 1821, gesuita dal 1828, scrittore della Civiltà Cattolica, tenace avversario del romanticismo, che ai suoi occhi si identificava con l'aborrito liberalismo [...] (Del romanticismo italiano, 1839), scrisse romanzi di carattere storico, tutti editi dalla Civiltà Cattolica (L'ebreo di Verona, Lionello o delle società segrete, Lorenzo e il coscritto, ecc.) indulgendo a un'eloquenza e a un'esteriore ricchezza ...
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Scrittore austriaco naturalizzato statunitense (Praga 1890 - Beverly Hills, California, 1945). Considerato uno dei maggiori esponenti della poesia espressionistica di lingua tedesca, per opere quali Der [...] (1911), W. affrontò poi la tematica storica (Die vierzig Tage des Musa Dagh, 1933).
Vita e opere
Figlio di un commerciante ebreo di Praga, fu soldato austriaco nella guerra del 1914; dopo il 1918 si trasferì a Vienna e sposò la vedova di Gustav ...
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Narratore russo (Narovčat, Penza, 1870 - Leningrado 1938). Epigono del realismo russo, ritrae, a tinte cupe, le meschinità e bassezze della vita. I migliori fra i suoi racconti sono: Poedinok ("Il duello", [...] 1905), ove è ritratta la vita degli ufficiali in una guarnigione provinciale; Gambrinus (1907), rappresentazione sentimentale della vita di un violinista ebreo; Jama ("La fossa", 1909-15), descrizione della vita in una casa di tolleranza. ...
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Umanista (n. Città di Castello, l'antica Tiferno Tiberino, 1414 - m. Venezia dopo il 1462); insegnò a Napoli, Roma, Milano, Parigi, Mantova, Venezia; tradusse dal greco (Aristotele, Dione Crisostomo, Strabone), [...] e scrisse versi latini. n Il figlio Lelio (o Lilio), suo scolaro, e anch'egli umanista, dimorò a lungo a Costantinopoli e tradusse Filone Ebreo. ...
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Aristea (gr. ’Αριστέας), lettera di Epistola scritta in lingua greca da un Aristea, preteso funzionario di Tolomeo II Filadelfo, al fratello Filocrate. Prende lo spunto dalla traduzione del Pentateuco, [...] compiuta secondo A. per ordine del re, al fine di presentare favorevolmente ai Greci gli Ebrei e le loro istituzioni. Si ritiene opera di qualche ebreo d’Egitto nel 2° sec. o nei primi decenni del 1° a.C. ...
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Scrittore serbo (Subotica 1935 - Parigi 1989). Dopo iniziali tentativi poetici, si dedicò interamente alla prosa, affermandosi come uno degli autori più significativi della letteratura serba contemporanea. [...] la trilogia di romanzi incentrati sul personaggio di Eduard Sam, che riflette la figura reale del padre dello scrittore, un ebreo scomparso ad Auschwitz: Bašta, pepeo (1965; trad. it. Giardino, cenere, 1986), Rani jadi (1969; trad. it. Dolori precoci ...
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Scrittrice tedesca (Breslavia 1893 - Berlino 1974). Studiò nell'accademia d'arte della sua città, e ottenne buoni riconoscimenti come pittrice e disegnatrice. Esordì nel campo delle lettere nel 1935 col [...] sull'inesauribile capacità d'amore della donna. Al successo del libro fece seguito la proibizione a pubblicare, essendo ebreo il marito Erich Scheye. Continuò a trattare il tema del destino di donne profondamente ferite ma non rassegnate, in ...
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Scrittore canadese (Montreal 1931 - ivi 2001). Trascorse lunghi periodi a Parigi e a Londra, lavorando come giornalista e sceneggiatore. Dopo The acrobats (1954), Son of a smaller hero (1955) e A choice [...] apprenticeship of Duddy Kravitz (1959), un romanzo di formazione ricco di umori picareschi sull'ascesa sociale di un giovane ebreo di Montreal. I romanzi successivi (The incomparable Atuk, 1963; St. Urbain's horseman, 1971; Joshua then and now, 1980 ...
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ebreo
ebrèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. hebraeus, gr. tardo ἑβραῖος, adattam. della voce aramaica corrispondente all’ebr. ῾ibrī (pl. ῾ibrīm), dal nome del supposto capostipite ῾Ēber]. – 1. a. Appartenente o relativo all’antico popolo semitico...
giudeo
giudèo (ant. o pop. giudìo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Iudaeus, gr. ᾿Ιουδαῖος, propr. «appartenente alla tribù di Giuda (personaggio biblico, quarto figlio del patriarca Giacobbe)»]. – 1. In senso stretto, denominazione con cui...