Umanista (n. Firenze 1424 - m. nel Casentino 1498). Lettore di poesia e oratoria nello Studio dal 1458, dal 1467 fu cancelliere di parte guelfa, poi scrittore di lettere pubbliche presso la Signoria. Imbevuto [...] e quarta lo stesso Alberti, quasi per esemplificare i concetti discussi, dà un'interpretazione allegorica dei primi 6 libri dell'Eneide: di questa L. lasciò anche un commento (1478). Scrisse poi alcuni carmi latini, un opuscolo De vera nobilitate ...
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GOTTI, Aurelio
Alberto Maria Ghisalberti
Scrittore, nato a Firenze il 16 marzo 1833, morto a Roma il 7 gennaio 1904. Attese fin da giovane agli studî filologici e letterarî. Eletto a 24 anni accademico [...] l'Aggiunta ai proverbi toscani di G. Giusti (1850), la Istoria d'Europa del Giambullari (1856), il volgarizzamento dell'Eneide dell'Ugurgeri (1858) e la raccolta degli Scritti vari del Giusti (1863). Delle sue idee come educatore lasciò saggi nei ...
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DURANTE, Castore
Tiziana Pesenti
Nacque nel 1529 a Gualdo Tadino (Perugia) dal giureconsulto e letterato Giovanni Diletto e da Gerolama.
Studiò medicina a Perugia e vi si laureò prima del 1567. La sua [...] fu infatti condotto come medico dal Comune di Gualdo con stipendio annuo di 80 scudi.
Nella prefatoria ai lettori del VI dell'Eneide il D. afferma di aver fondato in Gualdo prima del 1566 un'Accademia dei Romiti, che si impegnò nella compilazione di ...
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(gr. ᾿Ανδρομάχη, lat. Andromăcha) Mitica eroina troiana; figlia di Eezione, re di Tebe in Misia, ebbe il padre e i sette fratelli uccisi da Achille. Moglie di Ettore, è tratteggiata nell'Iliade come [...] della casa reale dei Molossi. In terze nozze Andromaca sposò il cognato Eleno re di Caonia dove appunto, secondo l'Eneide virgiliana, Enea l'incontrò a Butroto. La figura e il mito di Andromaca furono trattati da Euripide (Andromaca, rappresentata ...
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Nel più antico culto domestico dei Romani, gli spiriti tutelari dei viveri di riserva della famiglia e del loro ripostiglio; in seguito tutte le divinità protettrici della famiglia, con culto simile a [...] della gente romana fece collegare i P. di Roma e di alcune città latine con gli dei tutelari di Troia, da dove Enea (Virgilio, Eneide II) portò con sé i P., che gli indicarono la via verso l’Italia, e ai quali egli istituì pubblico culto in Lavinio ...
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Poeta ucraino (Chomutincy, od. Rudanskoe, Vinnica, 1834 - Jalta 1873). Dal 1861 visse a Jalta, dove lavorò come medico. Dopo alcune ballate ispirate al folclore popolare sull'esempio di T. G. Ševčenko [...] sono invece permeate da un'accorata riflessione sul suo destino personale e su quello del suo popolo (Povii, vitre, na Ukraijinu "Soffia, vento, sull'Ucraina"). Pregevoli le sue traduzioni del Canto d'Igor e di brani dell'Iliade e dell'Eneide. ...
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Classica, Cultura
Manlio Pastore Stocchi
. Nella Firenze ancor priva di uno Studium generale (che ebbe solo nel 1349) D. non poté seguire un corso regolare di studi superiori. D'altra parte affiora [...] alla costruzione: un caso fra i più noti si ha in Cv II V 14, dove le parole di Venere a Cupido nell'Eneide (" Nate, meae vires, mea magna potentia, solus, / Nate, patris summi qui tela Thyphoia temnis ", I 664-665) sono tradotte Figlio, vertù mia ...
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Poeta e viaggiatore (Bishopthorpe, North Yorkshire, 1578 - Boxley Abbey, Kent, 1644); nel 1610 intraprese un viaggio in Francia, Italia, Turchia, Egitto, Palestina, e, passato in Italia, pubblicò di questo [...] hymns dispersed throughout the Old and New Testaments (1636), Christ's Passion (1640), tragedia imitata da quella di Grozio sul medesimo argomento, Paraphrase of the Song of Songs (1614). Una sua traduzione dell'Eneide non andò oltre il primo libro. ...
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Filologo, nato a Collesalvetti (Livorno) il 21 marzo 1815, morto a Firenze il 4 marzo 1879. Nel 1848 combatté a Montanara e fu fatto prigioniero: di ritorno, entrò nel Ministero dell'istruzione pubblica [...] lingua e compilatore di vocabolarî. Di testi antichi stampò fra l'altro: Conti di antichi cavalieri (Firenze 1851); Eneide, compilazione di ser Andrea Lancia, ecc. (Firenze 1851), Le rime di B. Bellincioni riscontrate sui manoscritti (Bologna 1876 ...
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Nato il 10 aprile 1793 a Barót, (Ungheria) nel comitato di Háromszék, morto il 22 novembre 1819 a Virt nel comune di Komárom. Fu gesuita. Fondò la cosiddetta "scuola latineggiante" della letteratura ungherese [...] letteratura del suo tempo le forme ed i metri del mondo classico. Nel 1780 fondò a Kassa con Francesco Kazinczy e con Giovanni Bacsányi, la rivista letteraria Magyar Muzeum. Tradusse il Paradiso perduto del Milton, l'Eneide e le Ecloghe di Virgilio. ...
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quarto
agg. num. ord. e s. m. [lat. quartus, affine a quattuor «quattro»]. – 1. agg. Con valore ordinale, che occupa, in una sequenza o in una successione ordinata, il posto corrispondente al numero quattro, cioè viene dopo altri tre (in cifre...
libro s. m. [dal lat. liber -bri, che indicava originariamente la parte interna della corteccia che in certe piante assume aspetto di lamina e che, disseccata, era usata in età antichissima come materia scrittoria; di qui il sign. divenuto poi...