Regionalismo
Luciano Vandelli
1. Introduzione: le ambiguità del termine
Inteso genericamente quale dottrina, tendenza o atteggiamento connesso a un'area territoriale variamente contraddistinta da elementi [...] la cosiddetta legge Rattazzi) del 1859.
Questo modello era destinato a perdurare a lungo, mentre le proposte la fine del rigido centralismo che aveva caratterizzato il ventennio fascista che la questione si propone in termini concreti: dapprima ...
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FELTRINELLI, Carlo
Luciano Segreto
Nacque a Milano il 27 ag. 1881 da Giovanni e da Maria Pretz, di nazionalità austriaca, in una famiglia di imprenditori del legname che da qualche decennio si erano [...] principale attività, il ramo immobiliare e dell'edilizia si era affiancato al primo fino a diventare un ambito di ad nomen;G. Mori, Metamorfosi o reincarnazione? Industria, banca e regime fascista in Italia tra il 1923 e il 1933, in Studi in onore ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Corporativismo
Daniela Parisi
In linea generale, corporazione sta a indicare qualsiasi ‘società parziale’, detta anche ‘corpo intermedio’, che si costituisce attorno a interessi particolari, contrastando [...] di corporazione di Mauri si differenzia dunque radicalmente da quello fascista così come anche da quello medievale a cui la parte più tradizionalista del pensiero cattolico era ancora molto legata. Le sue ‘corporazioni’ cercano di adattarsi alla ...
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CARLI, Filippo
Silvio Lanaro
Nacque a Comacchio (Ferrara), l'8 marzo 1876, da Lorenzo e da Aventina Gentili. Laureatosi in giurisprudenza, fu nominato giovanissimo segretario della Camera di commercio [...] , abbinando di nuovo scienza e pratica sociale, passò a dirigere i servizi centrali della Confederazione fascista dei commercianti e la rivista Commercio che ne era l'organo di stampa. A Pisa, dove secondo una testimonianza di L. Tellarini (in ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Meridionalismo
Adriano Giannola
All’origine del dualismo
Vi è ampio dibattito su quale fosse il divario Nord-Sud al momento dell’Unità. Certamente per molti aspetti le due aree erano significativamente [...] Che la questione napoletana fosse la principale sfida per il nuovo Regno era ben presente a Cavour; eloquente la raccomandazione al re la sera è significativo il fallimento, in pieno regime fascista, del progetto di bonifica integrale del Mezzogiorno ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Solidarietà e sussidiarietà
Ivo Colozzi
Una definizione dei concetti
La parola solidarietà ha alla base l’espressione del latino giuridico in solidum, che indicava l’obbligo da parte di un individuo [...] rompendo i privilegi economici goduti dalle posizioni di rendita. Era, però, anche contrario a quella che Palmiro Togliatti definiva caratterizzato la sua ricezione in Italia durante il periodo fascista anche da parte di economisti di peso, come ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Scuola di demografia e statistica
Rosella Rettaroli
Parlare di una scuola di demografia e statistica individuandone genesi ed evoluzione nel periodo tra l’unificazione italiana e la metà del secolo [...] industriali, finanziarie e del lavoro non era affatto una scelta scontata per l’ISTAT
C. Ipsen, Demografia totalitaria. Il problema della popolazione nell’Italia fascista, Bologna 1997.
A. Santini, Quadri concettuali per l’analisi demografica, ...
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FASIANI, Mauro
Domenico Da Empoli
Nacque a Torino il 17 febbr. 1900 da Annibale e Battistina Randone.
La famiglia era originaria di Garessio (Cuneo), dove aveva dimorato per diverse generazioni, ed [...] 'indipendenza economica è un mezzo, sostiene che la Nazione Fascista tende all'"autarchia" e non alla semplice "autonomia". L Einaudi del novembre 1941) anche se, come si è accennato, era possibile, a suo avviso, svolgere una trattazione unica per i ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Programmazione economica e politica industriale
Fabio Lavista
Dai primi studi empirici sui consumatori all’econometria
La programmazione è un’opzione che si presenta ogniqualvolta sia necessario prendere [...] questo caso di una vera e propria pianificazione; era più che altro l’avvio di una sistematica Segreto, Torino 1999, pp. 505-47.
G. Santomassimo, La terza via fascista: il mito del corporativismo, Roma 2006.
G. Farese, Dare credito all’autarchia ...
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JUNG, Guido
Nicola De Ianni
, Nacque a Palermo il 1° febbr. 1876 da Mario, discendente da una famiglia israelita d'origine svizzero-tedesca, e Natalìa Randegger.
Dal gennaio 1867 il padre era stato [...] rapporti della polizia politica, lo J. - che da molti anni si era dissociato dalla comunità israelita - era ancora descritto come un perfetto e disciplinato fascista "che approva senza riserve gli ordinamenti razzisti del regime". Rimase nuovamente ...
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fascista
s. m. e f. e agg. [der. di fascio; v. fascismo] (pl. m. -i). – 1. s. m. e f. Seguace, sostenitore del fascismo, come movimento politico italiano del periodo tra le due guerre mondiali: un f. della prima ora, un f. antemarcia; un f....
era
èra s. f. [dal lat. tardo aera «numero, cifra», propr. plur. di aes aeris «bronzo, rame»]. – 1. La più ampia divisione del tempo nella storia dei diversi popoli. Più particolarm., in cronologia, sistema di computo del tempo che prende...