Per modalità si intende l’insieme delle risorse linguistiche (parole, espressioni, ma anche elementi morfologici, ecc.) che manifestano il modo, ovvero l’atteggiamento del parlante rispetto all’enunciato [...] minoranza deve poter parlare
ma può avere anche un altro effetto pragmatico: la modalizzazione epistemica di un enunciato deontico (es. 12, interpretabile come «È probabile che il progetto riesca a partire a gennaio»):
(12) il progetto dovrebbe poter ...
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Linguista danese (Copenaghen 1899 - ivi 1965), fondatore della scuola linguistica di Copenaghen e della glossematica. I suoi interessi per la linguistica generale sono testimoniati già dai Principes de [...] teoria che "deve tentare di cogliere la lingua non come un conglomerato di fenomeni non linguistici (per es., fisici, fisiologici, psicologici, logici, sociologici), ma come una totalità autosufficiente, una struttura sui generis". L'elaborazione di ...
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tipologia Suddivisione, distribuzione e classificazione di una molteplicità di individui, oggetti, fatti, elementi e fattori, omogenei o similari, in gruppi caratterizzati dall’appartenenza a determinati [...] , mostrano una maggiore dipendenza dall’ambiente (suolo, clima, influenza dell’uomo ecc.) che non le prime; così, per es., un bosco dove predominano il faggio e, nel sottobosco, Anemone nemorosa, rappresenterà il tipo faggio-Anemone, mentre un altro ...
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Quattordicesima lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
Il segno degli alfabeti semitici, da cui l’o deriva attraverso il greco e il latino, indica un’esplosiva laringale sonora o una spirante velare [...] l’ò italiano continua (dittongato in uò se in sillaba libera) l’ò del tardo latino, ŏ e l’au del latino classico (per es., uòmo, lat. hŏmo; còrpo, lat. cŏrpus; òro, lat. aurum); c) l’o tonico delle voci dotte, qualunque ne sia l’origine, e fatta solo ...
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Filosofia
Ciò che non dipende da altro per la sua realtà, opposto quindi a ‘condizionato’, ‘dipendente’, e non esclude la relazione per la quale un altro dipenderebbe da lui.
Connesso a questo significato [...] . di un verbo (o anche di altra parte del discorso) quando questo è usato senza il complemento che di solito lo accompagna (per es.: leggo molto).
Si parla inoltre di comparativo e di superlativo a. quando si indica una qualità in grado più elevato o ...
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SIGLE (dal lat. tardo dei giuristi sigla, -orum, probabile forma abbreviata di singulae litterae)
B.M.
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Indicazioni abbreviate, frammiste alla comune scrittura, si ebbero anche nell'antichità e nel [...] sigle, a lettere unite, cioè come se le singole lettere formassero una parola usuale (p. es. INCIS = Istituto Nazionale Case Impiegati Statali), o a lettere staccate (p. es. P.T.B. - Per Tutte [le] Borse). In Italia si preferisce foggiare le sigle in ...
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YURACARE
Carlo Tagliavini
. La lingua Yuracare è parlata dagl'Indî omonimi che vivono fra il 16° e il 17° parallelo, alle sorgenti del Sécure, del Chaparé e del Chimoré, affluenti di sinistra del Mamoré.
Al [...] indipendente. Nel sistema fonetico si nota l'assenza della labiodentale f. Nella morfologia notiamo la posizione inversa del genitivo, p. es., Pedro a-sibe "di Pietro la casa" (prob. "Pietro la sua casa"). Il verbo transitivo si coniuga con suffissi ...
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Con modo di dire o, più tecnicamente, locuzione o espressione idiomatica si indica generalmente un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’abbinamento di un significante fisso (poco o niente affatto [...] spesso incerti i criteri di distinzione fra i fenomeni sopra elencati (ad es., quelli fra modi di dire e ➔ proverbi, o tra modo di . Se un’espressione idiomatica prevede un complemento, ad es., questo può essere interno, e in posizione non fissa ...
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Il territorio del Piemonte non è omogeneo dal punto di vista linguistico, e le varietà che si possono definire piemontesi non ricoprono l’intera estensione amministrativa della regione. Rimangono infatti [...] post-verbale, è attestata in torinese fino al Settecento ed è tuttora presente in territori al confine con la Liguria (ad es. in Val Bormida).
Un’altra area di forte divergenza con l’italiano è data dalla sintassi dei ➔ clitici. Il torinese possiede ...
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L’imperativo è un modo verbale, adoperato solo in frasi principali, che – come dice lo stesso nome, dal lat. imperatīvus (modus) – serve per esprimere un ordine, un comando o una preghiera.
In italiano [...] ; Cardinaletti 1995: 152-159). Nel caso di richieste di spostamento si possono avere sintagmi avverbiali o preposizionali (ad es., fuori, dentro, giù, a scuola) o, in richieste volte al raggiungimento di una condizione, sintagmi nominali (compl. ogg ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...