Scuola di linguisti fondata da K. Brugmann e H. Osthoff e chiamata n. (junggrammatische Richtung) a partire dal 1878, accettando la denominazione ironica creata da F. Zarncke con intento polemico. Il principio [...] di più leggi, o con l’interferire, nell’attuazione fisiologica della legge, di un principio psicologico, l’analogia (l’it. mietèndo, per es., non è di sviluppo regolare di fronte al lat. metendo, dato che -e- non accentata deve dare -e- oppure -i-, e ...
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scevà Nella terminologia della scuola masoretica di Tiberiade, nome (dall’ebraico shĕwā, der. di shaw «niente») di un simbolo grafico ebraico che viene sottoscritto a un grafema consonantico e ha diverse [...] stato postulato per l’indoeuropeo sulla base di casi di corrispondenza tra un ĭ in indoiranico e un’ă nelle altre lingue: per es., sanscr. pĭtar-, gr. πᾰτήρ, lat. păter ecc. Certe alternanze greche, come τί-ϑη-μι/ϑε-τός (cfr. lat. făc-tus, sanscr. hĭ ...
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L’espressione lingua (o italiano) d’oggi, così come quella, equivalente, di italiano contemporaneo (entrambe usate negli studi: per l’una Cortelazzo 2000, LId’O 2004, Dardano & Frenguelli 2008; per [...] inglese, così come inglese è ormai lo stesso nome della lettera, detta jay e non più i lunga), ‹k› (usato per es. nella sigla di Crotone, KR, e soprattutto nel trasmesso giovanile invece di ‹ch› davanti alle vocali palatali, anche per risparmiare uno ...
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L’espressione complemento oggetto (o semplicemente oggetto) indica un costituente di frase (di varia natura) che dipende da un verbo transitivo e che, secondo la definizione tradizionale, si riferisce [...] che ne favorisce la comparsa consiste nel grado di empatia che è associato al referente. Nel romanesco (➔ Roma, italiano di), ad es., l’accusativo preposizionale ricorre perlopiù in frasi marcate in cui l’oggetto è dislocato e poi ripreso mediante un ...
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Il grado comparativo è la proprietà dell’aggettivo che permette di attribuire a un nome una proprietà, espressa da quell’aggettivo, allo stesso tempo comparandone l’intensità con un altro nome (detto ➔ [...] 5) c., è richiesto l’indicativo. Infine, è possibile anche impiegare come secondo termine di paragone una frase avverbiale, ad es., temporale (5) d. che si correla con l’avverbio della principale ora, e rivela la natura fondamentalmente avverbiale di ...
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Le consonanti palatali si realizzano mediante il sollevamento del dorso della lingua verso la volta palatina, nella parte mediana della cavità orale (➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di; ➔ [...] l’una dall’altra non per quanto avviene acusticamente al loro interno, ma per quanto avviene nelle vocali a contatto. Ad es., in parole quali amo uno sogno, saranno gli andamenti formantici delle vocali a determinare la percezione di una o dell’altra ...
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Nella terminologia politica, termine che nel corso del tempo è andato assumendo significati diversi. Se infatti nella prima metà del Novecento intendeva riferirsi all'atteggiamento favorevole all'espansione [...] del latino usato dagli scrittori africani dell'età imperiale del 3° e 4° sec., pagani o cristiani; se ne trovano per es. in Tertulliano, s. Agostino, ecc. Ma a. di origine diversa, cioè derivati dalla colonizzazione di regioni africane, si possono ...
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Il superlativo è insieme al comparativo (➔ comparativo, grado) un grado degli ➔ aggettivi e degli ➔ avverbi, che segnala che la proprietà espressa dall’aggettivo o dall’avverbio è intensificata al massimo [...] «hanno finito col perdere in tutto o in parte i tratti semantici del [...] superlativo» (Serianni 1989: 218), sicché, ad es., infimo non significa «che sta molto sotto» ma semplicemente «spregevole, di pessima qualità», postumo (dal lat. post «dietro ...
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Le ➔ parentesi, tonde ‹( )› o quadre ‹[ ]›, isolano un’informazione che si pone su un piano di discorso diverso rispetto al resto del contesto. Le loro funzioni sono in buona misura coincidenti con quelle [...] della cassa integrazione», «la Repubblica» 4 gennaio 1985).
Solo le parentesi possono invece introdurre note di servizio, come, ad es., nelle voci enciclopediche, la data di nascita e di morte di un personaggio.
Il testo inserito tra parentesi tonde ...
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Patronimico (il termine deriva dal gr. patronymikós, comp. di patro- «relativo al padre» e ónyma, variante di ónoma «nome», attraverso il lat. patronymicus) è detto il nome proprio, cognome, soprannome [...] (Pellegrini 1981: 7). Anche per altri suffissi è possibile individuare un valore patronimico, almeno in certi cognomi, per es., -ante (panitaliano, ma presente specialmente nel Veneto, in Campania e Abruzzo: Antonante), -ésco o -ésca (panitaliano, ma ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...