Malgrado il suo nome antico (che fu recuperato solo in età rinascimentale, riferito a una subarea della regione attuale, così chiamata dopo l’Unità), il Lazio è una regione dalla fisionomia piuttosto recente. [...] e Italici (Sabini e Umbri) a est in età antica, fra Patrimonium Petri e territori longobardi nell’alto [le ˈpjɛde] «i piedi»), osservabile fino alla zona dei Cimini (Ronciglione), e comune all’orvietano, a diverse varietà umbre e alle Marche centrali; ...
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Sebbene con italiano si alluda qui alla lingua, non a chi la parla, la diffusione della lingua italiana fuori d’Italia può spesso essere desunta solo dal contatto con la civiltà italiana. Questa considerazione [...] e col tempo non fu più privilegio dei soli nobili. Il secolo classico del Grand del canto e della musica un pubblico comune di spettatori, e anche di ascoltatori della e il suo mondo fra Medioevo e prima età moderna, in L’Italia fuori d’Italia 2003 ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] costituire un tentativo di convergere verso posizioni comuni. Il ruolo dei correttori non fu, quindi, né meccanico ma è portato ad apprendere le regole della scrittura solo in età scolare, poiché la scrittura richiede uno sviluppo mentale e una ...
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CESARI, Antonio
Sebastiano Timpanaro
Nacque a Verona il 16 (secondo i biografi; ma il 17 secondo una sua testimonianza in Lettere, a c. di G. Manuzzi, II, p. 236) genn. 1760 da Pietro, "primo scritturale" [...] -letterario. Conobbe sufficientemente il greco (cosa non comune a quei tempi in Italia), bene il latino .C., in Cultura e poesia in Italia nell'età napoleonica, Torino 1930, pp. 211-22; F. Neri, La poesia dei puristi, in Giorn. stor. d. letter. ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] di per sé effimera, mentre la perfezione dei modelli antichi garantiva la comunicazione con i posteri, cioè la lunga tra i più illuminati e celebri letterati italiani del Seicento (➔ età barocca, lingua dell’) e del Settecento (➔ Settecento, lingua ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] ’affermazione dell’uso scritto del volgare è l’ascesa dei nuovi ceti borghesi che, perlopiù ignari di latino, esprimono , Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 8 voll., vol. 2° (L’età del Comune, a cura di G. Cracco & G. Ortalli), pp. 783- ...
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L’area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione geografica, è stata interessata da vicende storiche piuttosto complesse, sebbene la geografia non le abbia assegnato confini naturali rigidamente [...] spesso alla seconda persona dei verbi transitivi ([so ˈvistə] «ho visto»).
In questa situazione, i tratti comuni alla gran parte delle n’adè? o ne è? «quanti sono?».
In età moderna e contemporanea i dialetti vengono di solito trascritti seguendo le ...
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Il testo, l’unità fondamentale della comunicazione linguistica, si definisce per la sua natura funzionale (persegue uno scopo comunicativo globale) e semantica (il suo significato è unitario e strutturato). [...] deciso di andare in America (Nuto Revelli, Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita contadina, Torino, 1977, cit questa condizione comunicativa è illustrato dal seguente esempio:
(27) Le cinque vittime del raptus omicida, tutte di età compresa tra ...
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L’esigenza di ordinare in base a precisi parametri il panorama delle parlate dialettali d’Italia è stata avvertita fin dagli albori della dialettologia scientifica, anche se i tentativi compiuti in tal [...] c’è accordo – al romancio del cantone svizzero dei Grigioni, sotto l’etichetta comune di retoromanzo, esso si distingue per la conservazione usi fra le diverse fasce sociali e d’età e nelle situazioni più comuni: in famiglia, con amici, con estranei). ...
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Si definiscono frasi infinitive quelle frasi (sia principali che subordinate) in cui il predicato è costituito da un verbo all’infinito. La frase infinitiva può comparire in varie costruzioni, e cioè: [...] più di una costruzione. Ciò vale, per es., per dire, comunemente usato in due accezioni: ho detto agli altri di non essere d (Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini, p. 375)
(89) E dire che Elisa è così brutta (Maraini, L’età del malessere, p. 18 ...
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comune2
comune2 (ant. commune) s. m. [lat. commūne (neutro sostantivato dell’agg. commūnis) «possesso, bene comune; repubblica, stato»]. – 1. Forma di governo autonomo cittadino apparsa nell’Europa occid. dopo il Mille come risultato di un’associazione...
statuto2 s. m. [dal lat. tardo statutum, forma neutra del part. pass. statutus di statuĕre «stabilire»]. – 1. ant. Ciò che è stato stabilito, disposto, deliberato, e che perciò può acquistare valore di legge o comunque di norma: sì s’innoltra...