Filosofo greco (Abdera, Tracia, tra il 470 e il 457 a. C. - ivi, forse tra il 360 e il 350 a. C.). Discepolo di Leucippo, ha elaborato una concezione materialistica della realtà, la quale è vista come [...] del βίος ϑεωρητικός, con cui una saggia ed equilibrata morale dovrebbe far coincidere anche la vita pratica. Guardata sotto raggruppamento di elementi simili. In contrasto con la filosofia dominante nel Medioevo, le dottrine democritee e epicuree ...
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Filosofo e scienziato tedesco (Winterthur 1720 - Berlino 1779). S. è noto nella storia dell'estetica per l'ampia e fortunata Allgemeine Theorie der schönen Künste (4 voll., 1771-74), un manuale di estetica [...] 'Accademia delle scienze, di cui diresse dal 1775 la classe di filosofia. Da allora in poi visse principalmente in quella città, godendo della stima e della loro differenza dalla conoscenza e dalla morale, e, dall'altro, attraverso un netto distacco ...
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Filosofo (Montpellier 1815 - Prades 1903). Discepolo di A. Comte, R. può considerarsi l'iniziatore del neocriticismo francese riallacciantesi, oltre che a Kant, anche alla tradizione del razionalismo francese. Notevole [...] aprono anche prospettive religiose, ma nel senso di una religione filosofica che ha respinto ogni struttura teocentrica e serve invece a (4 voll., 1854-64); La science de la morale (1869); Uchronie (1876); Esquisse d'une classification systématique ...
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Filosofo francese (Montrouge 1845 - Parigi 1921); prof. dal 1888 di storia della filosofia moderna alla Sorbona, presidente dcll'Accademia di scienze morali e politiche, membro dell'Accademia di Francia; [...] dal di dentro della nostra coscienza, o meglio della nostra volontà morale, è libertà, sforzo di superare quello che si è per realizzare quello che si deve essere. In tal modo la filosofia del B. si configurava come un nuovo spiritualismo (il mondo ...
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Filosofo (Düsseldorf 1743 - Monaco 1819). Studioso non accademico, strinse rapporti con i maggiori esponenti della cultura tedesca dell'epoca (J.W. von Goethe, J.G. Herder, J.G. Hamann, 1730-1788, G.E. [...] casa commerciale di questo, ma si dedicò ben presto agli studî filosofici e letterarî, dando anche vita, nella sua casa nei pressi sia come principio necessario per fornire alla volontà morale un suo contenuto affettivo, e liberarla dalle difficoltà ...
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Filosofo (Skipton, Yorkshire, 1838 - Cambridge 1900); lettore (dal 1859), quindi prof. (dal 1883) di filosofia al Trinity College di Cambridge; primo presidente della Society for psychical research, da [...] all'essere. L'analisi dei tre "metodi" principali cui può essere ricondotto il comune senso morale (intuizionismo - esistono principî morali autoevidenti -, egoismo e utilitarismo, aspetti evidenti dell'edonismo) e la ricerca di principî o assiomi ...
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Filosofo statunitense del diritto e della politica (Worcester, Massachusetts, 1931 - Londra 2013), prof. presso le univ. di Oxford e di New York. Tra i maggiori studiosi contemporanei di dottrina giurisprudenziale, [...] dirimere questioni alla luce di tali diritti morali, con un lavoro di interpretazione della storia . it. 2013); Religion without God (postumo, 2013; trad. it. 2014). Nel 2012 è stato insignito del premio Balzan per la teoria e filosofia del diritto. ...
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Filosofo francese (Parigi 1869 - Aix-les-Bains 1944). Fondatore e direttore della Revue de métaphysique et de morale, prof. alla Sorbona (1909), editore delle Oeuvres complètes di B. Pascal (14 voll., [...] che prende ad oggetto sé stessa, garantendo così una conoscenza integrale. In base a questo modo d'intendere la filosofia, B. ha tentato di delineare le tappe sia della ricerca matematica e fisica, sia delle attività intellettuali umane, come ...
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In filosofia, nella sua accezione generale, il termine è stato usato per indicare le varie forme che nella storia del pensiero ha assunto la polemica contro la ragione intesa come facoltà che procede per [...] reazione all’intellettualismo scientifico e positivistico e al razionalismo di filosofie neo-idealistiche e storicistiche. Si è parlato di i. per quelle filosofie della morale che affermano l’impossibilità di fondare le scelte valutative su decisioni ...
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Termine filosofico con cui si designano quelle concezioni che non solo riconoscono una funzione all'intuizione, ma rivendicano a essa un ruolo privilegiato. Di i. si è parlato a proposito della scuola [...] mediante l'intuizione, delle verità certe sia sul piano gnoseologico sia su quello morale. Nel 20° sec. l'i. di H.-L. Bergson non si limita libera e creatrice all'intelletto schematico e statico. In filosofia della matematica, L.E.J. Brouwer e A. ...
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morale1
morale1 agg. e s. f. e m. [dal lat. moralis, der. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. ἠϑικός, der. di ἦϑος: v. ethos, etico1, etica]. – 1. agg. a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta...
moralita
moralità s. f. [dal lat. tardo moralĭtas -atis]. – 1. Qualità, condizione di ciò che è conforme a principî morali: la m. di un’azione; m. di costumi; libro, spettacolo, film di scarsa m., persona di dubbia moralità. Nella terminologia...