Filosofo statunitense del diritto e della politica (Worcester, Massachusetts, 1931 - Londra 2013), prof. presso le univ. di Oxford e di New York. Tra i maggiori studiosi contemporanei di dottrina giurisprudenziale, ha criticato, in contrapposizione al positivismo giuridico, l'esclusione delle considerazioni etiche dal diritto, sostenendo che, oltre ai diritti giuridici, espressi dalle norme riconosciute dalla comunità, esistono diritti morali preesistenti all'organizzazione giuridica. Coerentemente con la tradizione liberale, ha argomentato che i diritti morali a cui gli individui possono fare appello sono quelli, di eguale considerazione e rispetto di fronte allo Stato, che si trovano espressi nella Carta costituzionale degli Stati Uniti. La giurisprudenza si occupa perciò di dirimere questioni alla luce di tali diritti morali, con un lavoro di interpretazione della storia giuridica, caratterizzata dall'ideale dell'integrità, cioè della coerenza morale dei documenti legislativi. Tra le opere: Taking rights seriously (1977; trad. it. parziale 1982); A matter of principle (1985; trad. it. parziale 1990); Law's empire (1986; trad. it. 1989); Life's dominion. An argument about abortion, euthanasia, and individual freedom (1993; trad. it. 1994); Freedom's law (1996); Sovereign virtue (2000; trad. it. 2002); Justice in robes (2006); Artificial happiness. The dark side of the new happy class (2006; trad. it. 2009); Justice for hedgehogs (2011; trad. it. 2013); Religion without God (postumo, 2013; trad. it. 2014). Nel 2012 è stato insignito del premio Balzan per la teoria e filosofia del diritto.