Buber, Martin
Storico del giudaismo e filosofo austriaco della religione (Vienna 1878 - Gerusalemme 1965). Di famiglia ebrea proveniente dalla Galizia (od. Polonia), fu seguace del sionismo dal 1898 [...] un tale tipo di rapporto ha fatto situare il pensiero del filosofo al di fuori della corrente principale del giudaismo, in cui l dimostra il suo atteggiamento anticonvenzionale, dal punto di vista ebraico, anche nel preferire l’esperienza di vita al ...
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Grossman, David
Grossman, David. – Scrittore israeliano (n. Gerusalemme 1954). L’impegno politico è centrale nella sua produzione letteraria che si struttura su due piani: uno realistico, strettamente [...] legato all’attualità israeliana, e uno fantastico-simbolico. Laureatosi in filosofia e teatro all’università ebraica di Gerusalemme ha alternato l'attività di conduttore radiofonico presso la radio di stato israeliana Kol Israel a quella di ...
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Melantone, Filippo
(ted. Philipp Melanchthon, forma grecizzata di Schwartzerdt «nera terra»: gr; μέλαιυα χϑών) Umanista e teologo (Bretten, od. Land Baden-Württemberg, 1497 - Wittenberg, od. Land Sassonia-Anhalt, [...] , orientata dal nominalismo, cui aderì. Conoscitore della lingua ebraica, di matematica, fisica, astronomia, musica, fu editore attività di docente in letteratura greca e latina, filosofia, scienze naturali, esegesi biblica, storia, teologia, ...
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Arendt, Hannah
Hannah Filosofa tedesca della politica, naturalizzata statunitense (Hannover 1906 - New York 1975). Significativo esempio di studiosa impegnata, A. ha lasciato una originale produzione [...] , politologici e sociologici. Allieva di Husserl e Heidegger, laureatasi in filosofia a Heidelberg con Jaspers, fu costretta a lasciare la Germania (1933) perché di famiglia ebraica: lavorò a Parigi per un’organizzazione sionista fino al 1940; quindi ...
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storiografia Scienza e pratica dello scrivere opere relative a eventi storici del passato, in quanto si possano riconoscere in essa un’indagine critica e dei principi metodologici.
Il complesso delle opere [...] F. Babinger) e il sionismo riapriva il dibattito nella cultura ebraica tra antico e moderno, in Inghilterra R. Pares tornava a maturato negli anni 1930. Il marxismo otteneva, come filosofia della prassi, un credito senza precedenti nella cultura ...
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Il complesso delle azioni umane nel corso del tempo, nel senso sia degli eventi politici sia dei costumi e delle istituzioni in cui esse si sono organizzate. Modernamente, anche tutto ciò che le condiziona [...] l’esigenza di una s. universale e, al limite, di una filosofia della s. che si colloca su un piano ulteriore rispetto a essa concezione lineare costituisce la caratteristica distintiva della visione ebraica della s., e neppure di quella cristiana. A ...
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Filosofo (Amsterdam 1632 - L'Aia 1677), di famiglia ebraica emigrata dal Portogallo. Per le sue opinioni apertamente professate e sostenute, contrarie all'ortodossia religiosa, fu scomunicato dalla comunità [...] -politicus e, più indirettamente, le altre opere attestano una cultura ebraica, com'è certo che S. assunse lo schema e i storicità della Bibbia, del valore dei profeti e del rapporto tra filosofia e teologia. In sede di critica storica, S. è uno ...
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Filosofo (Mirandola 1463 - Firenze 1494). Si propose di raggiungere una sintesi tra le dottrine più diverse, non solo quelle di ispirazione cristiana e pagana, ma anche quelle di derivazione ebraica e [...] tradizione platonica, della speculazione patristica e della mistica ebraica quale soprattutto si esprime nella cabala, P. torna insistentemente sulla «concordia» fondamentale delle diverse filosofie (sulla traccia di Ficino), unificate dall'unico ...
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Scrittore e pensatore tedesco (Mohrungen, Prussia Orientale, 1744 - Weimar 1803). Di modeste origini, si diede una prima formazione in casa del diacono Trescho, il quale, accogliendolo come aiutante nella [...] origine naturale o meno del linguaggio. H. vi propone una innovatrice filosofia del linguaggio, per la quale nella parola è l'anima stessa parti, 1782-83), che nei riguardi della cultura ebraica assumono la stessa funzione rivelatrice che gli scritti ...
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Poeta italiano (Firenze 1869 - ivi 1967). Giornalista, critico letterario, librettista, attivissimo promotore di cultura, instancabile nelle sue iniziative culturali, incise con continuità, se pure non [...] e artistica della Firenze giolittiana. Si laureò in filosofia classica presso l'Istituto di studi superiori di Firenze la migliore prova poetica di Orvieto. Frutto dell’approfondimento della cultura ebraica sotto la guida di U. Cassuto e C. Glass, è ...
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escatologìa s. f. [comp. del gr. ἔσχατος «ultimo» e -logia]. – Dottrina degli ultimi fini, cioè quella parte delle credenze religiose (e, in qualche caso, di teorie filosofiche e teologiche) che riguarda i destini ultimi dell’umanità e del mondo:...
lògos s. m. [traslitt. del gr. λόγος, che è dal tema di λέγω «dire», con vocalismo o]. – Nel pensiero greco, il termine indica la «parola» come si articola nel discorso, quindi anche il «pensiero» che si esprime attraverso la parola. Una precisa...