Filosofo scozzese, nato a Edimburgo il 16 giugno 1808, morto a St. Andrews, dove dal 1845 era professore di filosofiamorale ed economia politica, l'11 giugno 1864. La sua filosofia, principalmente espressa [...] negli Institutes of Metaphysics (1854), è nella sostanza una rielaborazione e un approfondimento del soggettivismo berkeleyano.
Bibl.: J. Grote, Exploratio philosophica, I, Cambridge 1865; E. S. Haldane, ...
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Filosofo e storico (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 - Napoli, 20 novembre 1952). Studiò a Napoli, che divenne presto la sua dimora abituale. Scampato dal terremoto di Casamicciola (1883) in cui perdette [...] azione (1939); Il carattere della filosofia moderna (1941); Discorsi di varia filosofia (2 voll., 1945); Filosofia e storiografia (1949); Storiografia e idealità morale (1950); Indagini su Hegel e schiarimenti filosofici (1952). Tra gli scritti di ...
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Concezione filosofica che indica nell’utilità il criterio dell’azione morale. Sebbene motivi utilitaristici siano già presenti nella filosofia di C.-A. Helvétius, fondatore di tale concezione può essere [...] del benessere e della felicità degli uomini.
Concezioni utilitaristiche sono presenti anche in altri filosofi: così a H. Spencer si deve l’indicazione della morale utilitaristica come ultima tappa dell’evoluzione; H. Sidgwick (1839-1900) analizzò le ...
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Filosofo greco (Atene 428 o 427 a. C. - ivi 348 o 347). Era di famiglia agiata e nobile; la tradizione racconta che gli era stato inizialmente imposto il nome del nonno, Aristocle, e che quello di Πλάτων [...] giovane cognato di Dionisio, Dione, che restò per sempre conquistato ai suoi ideali filosofici ed etico-politici. La libertà delle sue critiche e delle sue esortazioni morali non incontrò tuttavia il favore del tiranno, che si sbarazzò, in modo non ...
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Per I. si intende sia l’età della storia d’Europa compresa tra la conclusione delle guerre di religione del 17° sec. o la rivoluzione inglese del 1688 da un lato e la Rivoluzione francese del 1789 dall’altro, [...] con gli sviluppi delle scienze esatte. Vi si richiamarono i filosofi italiani da A. Genovesi a P. Verri e C. propria anche la tesi utilitaristica, in virtù della quale è moralmente buono solo ciò che rende possibile il conseguimento dell’utile ...
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scienza Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.
In [...] e la volta delle stelle fisse. La perfezione dei corpi celesti è insieme geometrica e morale: essi sono incorruttibili, e quindi divini. Come i filosofi ionici, anche i pitagorici mescolarono nelle loro teorie due elementi: l’osservazione empirica e ...
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Scrittore e oratore latino (Arpino 3 genn. 106 a. C. - Formia 7 dic. 43 a. C.). Nato da agiata famiglia equestre, ebbe a Roma maestri di diritto i due Scevola, l'augure e il pontefice, di filosofia l'accademico [...] è il De officiis, trattato di forma espositiva indirizzato al figlio, intorno ai doveri morali; seguiva un'appendice De virtutibus, ora perduta. ▭ Come filosofo C. non è originale. È un eclettico, che, applicando il criterio logico degli Accademici ...
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Filosofo e storico (Logierait, Perthshire, 1723 - St. Andrews, Fifeshire, 1816). Cappellano di un reggimento di guardie scozzesi, bibliotecario e poi professore di filosofia naturale e morale nell'università [...] che genera la società nella tensione tra istinto di autoconservazione e principio di benevolenza. Altre opere: Institutes of moral philosophy, 1772; The history of the progress and termination of the roman republic, 1783, 3 voll.; Principles of ...
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(XIII, p. 490; App. IV, i, p. 642; App. V, ii, p. 38)
Del concetto di e., in relazione ai suoi momenti costitutivi, ai contenuti e alle forme che l'azione educativa può assumere, si discorre nella voce [...] mezzo efficace per aiutare le famiglie nel loro compito di e. morale e sociale, segnala il rischio che un cattivo uso di creativi di educazione all'immagine, Roma 1990; F. Ravaglioli, Filosofia dello sport, Roma 1990; P. Crispiani, Fare teatro a ...
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MANZONI, Alessandro
Attilio Momigliano
Alessandro M. nacque a Milano il 7 marzo 1785 da Pietro e da Giulia Beccaria. Studiò, non in casa, dove i genitori vivevano in disaccordo, ma nei collegi di Merate [...] severo che, se non è ancora religioso, è già però altamente morale ed è quindi la prima promessa d'un forte mutamento d'animo e abitava il Rosmini, e con lui discuteva di problemi filosofici e della questione della lingua. Il pensiero della patria, ...
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morale1
morale1 agg. e s. f. e m. [dal lat. moralis, der. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. ἠϑικός, der. di ἦϑος: v. ethos, etico1, etica]. – 1. agg. a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta...
moralita
moralità s. f. [dal lat. tardo moralĭtas -atis]. – 1. Qualità, condizione di ciò che è conforme a principî morali: la m. di un’azione; m. di costumi; libro, spettacolo, film di scarsa m., persona di dubbia moralità. Nella terminologia...