Parte finita del tempo; determinata per un particolare accadere dalla relazione di simultaneità tra elementi in esso distinti e una serie di fatti successivi gli uni agli altri; che può quindi essere misurata [...] per mezzo del confronto con le variazioni di una grandezza proporzionale al tempo, per es., con le distanze angolari percorse da un movimento circolare uniforme. Secondo il Bergson tale durata è solo l'immagine ...
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HEIDEGGER, Martin (XVIII, p. 433)
Luigi PAREYSON
Il pensiero del H. ha avuto grande diffusione e un notevole ulteriore sviluppo.
Il concetto d'una ontologia raggiunta attraverso lo studio dell'uomo (il [...] cui modo d'essere è privilegiato, in quanto di per sé, nella sua esistenza finita e storica, è aperto all'essere, e attingendo il nulla fonda l'intelligibilità del reale) è così precisato: l'arte fonda l'intelligibilità del reale non solo come essere ...
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Kolmogorov Andrej Nicolaevich
Kolmogorov 〈këlmagòrëf〉 Andrej Nicolaevich [STF] (Tambov 1903 - Mosca 1987) Prof. di matematica nell'univ. di Mosca (1931). ◆ [PRB] Assiomi di K.: v. probabilità classica: [...] da un indice intero k, se la sua varianza σk è finita e se {Xk} è una successione indipendente uniformemente limitata da eventi elementari ωi e Σ'=Σ/ΔΣ, dove ΔΣ è un'unione finita di eventi elementari e se per una variabile stocastica ξ avviene che ...
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teorema di compattezza
Silvio Bozzi
Nella logica matematica, è tale un qualsiasi teorema che stabilisce che – fissato un linguaggio formale L – una teoria T ha come conseguenza logica la formula A, [...] T′di T per cui T′⊩A. Equivalentemente, una teoria T ha un modello se ne ha uno ogni sua parte finita. Il teorema vale per i linguaggi elementari di qualunque cardinalità dei linguaggi elementari ma non vale in generale nelle forme sopra mensionate ...
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teorema
teorèma [Der. del lat. theorema, dal gr. theórema "ricerca, meditazione"] [FAF] (a) Nelle scienze deduttive (tipic., nella matematica), ogni enunciato che può essere dedotto logicamente dagli [...] ) In un sistema formale, l'ultima formula di una dimostrazione (detta anche enunciato dimostrabile), cioè l'ultima di una sequenza finita di formule tali che ciascuna di esse o è un assioma o è una conseguenza immediata di formule precedenti ottenuta ...
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Filosofia
L’originario significato del termine i., dissimulazione e insieme anche interrogazione, si conserva solo nell’espressione i. socratica. Il carattere dell’i. contraddistingue anzitutto il procedere [...] deduce con simulata serietà l’assurdo. I. è poi l’atteggiamento romantico di superiorità dello spirito rispetto a ogni realtà finita per cui abbia avuto interesse. In sistemi estetici, come quello di K.W. Solger, l’i. è stata considerata costitutiva ...
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FURLANI, Giuseppe
Paolo Taviani
Nato a Pola il 10 nov. 1885 da Francesco e Luigia Damiani, si laureò in giurisprudenza nel 1908 e in filosofia nel 1913 all'università di Graz. In seguito soggiornò a [...] 'Oriente classico. Di questa stessa materia fu nominato professore stabile nel 1930 e professore ordinario nel 1931, dopo che, fin dal 1926, aveva definitivamente lasciato l'università torinese. Nel 1933 diresse la prima campagna italiana di scavi in ...
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logica intuizionista
Silvio Bozzi
La più studiata rivale della logica classica sin da quando fu assiomatizzata da Arend Heyting nel 1930. Già Anchei M. Kolmogorov nel 1925 e Vasili I. Glivenko nel 1929 [...] pure i quantificatori ∀,∃. Nel 1932, Kurt Gödel dimostra che il calcolo intuizionista non ha matrice caratteristica finita (non ha cioè una matrice finita che renda veri tutti e soli i teoremi) e nel 1936 Stanislaw Jaskowski dimostra che è possibile ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Ermeneutica e pensiero debole
Costantino Esposito
La prima filosofia ermeneutica in Italia
Nella sua versione più diffusa a livello mondiale, l’ermeneutica è una tendenza di pensiero che parla soprattutto [...] da me. E questa differenza è vista – heideggerianamente – come l’apertura del mondo nella quale si dà la relazione tra il finito e l’altro da sé. Ma allora la finitezza non appartiene solo all’esistenza del soggetto, bensì necessariamente anche all ...
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Lo spazio dalle dimensioni illimitate, o il tempo senza confini.
Il pensiero greco si è occupato fin dalle sue origini del concetto di infinito. Delle soluzioni proposte dai pensatori della scuola ionica [...] ) che siano due i. simultanei per x→x0, sono dette i. dello stesso ordine se il loro rapporto, per x→x0, tende a un limite finito e diverso dallo zero, o si mantiene, da un certo punto in poi, compreso tra due costanti non nulle e con lo stesso segno ...
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finita
s. f. [der. di finire], ant. – Fine: mise mano in altre novelle, e quella che cominciata avea e mal seguita, senza f. lasciò stare (Boccaccio); anche nel senso di morte: Però forse v’aggrada mia f. (Cino da Pistoia).
finita
finità s. f. [dal lat. mediev. finitas, foggiato su infinĭtas «infinità»]. – Nel linguaggio filos., lo stesso che finitezza, nel sign. 2: all’essere finito è essenziale la f., e all’essere infinito la infinità (Rosmini).