In grammatica, categoria verbale che indica normalmente il realizzarsi dell’azione o dell’avvenimento nel momento in cui avviene la comunicazione linguistica. Accanto a questo valore temporale può esprimere [...] d’aspetto, denotando l’imperfettività (cioè la non compiutezza) dell’azione. Il p. appare in tutte le lingue che possiedono la flessione verbale, e ha forme proprie in tutti i modi finiti del verbo. Può esprimere anche fatti o avvenimenti passati o ...
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In grammatica, complemento indiretto che specifica, ossia determina e precisa, un aggettivo (per es., pieno di buona volontà) o un sostantivo (per es.: un viaggio di affari). Il complemento di s. nelle [...] lingue che hanno una declinazione è espresso generalmente con il genitivo (per es., in lat., magister puerorum), mentre nelle lingue in cui manca la flessione è espresso con una preposizione (per es., di: il maestro dei bambini). ...
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In linguistica, e in particolare nella teoria funzionalista di A. Martinet, il monema lessicale, cioè la minima unità significativa del lessico (in opposizione a monema grammaticale o morfema).
Più in [...] generale, l’unità astratta che in un lessico, inteso come lista di parole o dizionario, viene assunta come forma di base comprendente tutte le forme della sua flessione (per es., l’infinito per i verbi). ...
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Lingua derivata dal latino, l’italiano fa parte della famiglia romanza (detta anche, meno spesso, neolatina) insieme a francese, spagnolo, portoghese, gallego, catalano, romeno e altre minori. A causa [...]
d. tendere → tendo / tesi
Questa tendenza è talmente spinta da produrre casi estremi come togliere, che ha nella sua flessione non meno di quattro allomorfi: tolgo, togli, tolsi, tolto. Un altro, più sottile, fenomeno di allomorfia è lo spostamento ...
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I pronomi sono un insieme di forme o classi di parole (➔ parti del discorso) accomunate sul piano funzionale dal fatto che, pur avendo valore referenziale, sono prive di capacità di referenza (➔ definizione [...] Dal punto di vista formale la maggior parte dei pronomi si flette per genere e numero; alcune classi conservano anche una residua flessione di ➔ caso (vedi anche ➔ neutro).
Il pronome si accorda in genere e numero con il nome cui rimanda:
(39) qui c ...
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Filologo e linguista (Pietroburgo 1888 - Mosca 1962). Professore nelle università di Leningrado e di Mosca, membro dell'Accademia delle scienze dell'URSS, ha dedicato particolare attenzione alla storia [...] il valore delle componenti linguistiche indigene. Tra le sue opere: Imennoe sklonenie v sovremennom russkom jazyke ("La flessione nominale nel russo moderno", 1927-30), Očerki po istorii russkogo literaturnogo jazyka staršego perioda ("Saggi di ...
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L’accordo (anche detto concordanza) è un fenomeno morfo-sintattico per il quale in un contesto sintattico definito le parole prendono una forma specifica tra le varie che possono assumere nell’ambito del [...] e la ➔ persona. Proprio per la natura contestuale dell’accordo, si parla in questo caso di flessione di tipo contestuale, in opposizione alla flessione di tipo inerente (vedi Thornton 2005).
Oltre al contesto sintattico, per l’accordo sono rilevanti ...
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Il caso è una categoria linguistica che svolge essenzialmente due funzioni, una in prevalenza sintattica e l’altra in prevalenza semantica. Sul piano sintattico, segnala la funzione che un nome svolge [...] da una frase o da un sintagma. Siccome il caso viene segnalato tipicamente da appositi morfi nella flessione nominale (➔ flessione), esso può essere considerato anche come una categoria morfologica (cfr. Blake 2001: 1-6).
La funzione sintattica ...
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Gli affissi sono elementi (tecnicamente morfi legati) che si aggiungono a una radice per formare una parola morfologicamente complessa: per es., in invisibile in- e -bile sono affissi che si collegano [...] accompagnato da uno o più affissi, di cui almeno uno flessivo (per es., libr+o, cas+ett+a, ri+puli+tur+a) (➔ flessione). In casi come bar o ieri la parola è morfologicamente indecomponibile e il morfo lessicale è libero (può cioè essere usato da solo ...
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suffisso Elemento formativo di una parola, con funzioni di derivazione e di determinazione morfologica e semantica, costituito da uno o più fonemi o sillabe, posposti alla radice o al tema: i s. diminutivi [...] atto a fornire temi verbali (s. verbale) e temi nominali (s. nominale), per distinguerlo dal s. flessionale, elemento di flessione, che porta più comunemente il nome di desinenza, perché posto in fine di parola. Con il prefisso e l’infisso, il ...
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flessione
flessióne s. f. [dal lat. flexio -onis, der. di flectĕre «piegare», part. pass. flexus]. – 1. L’atto di flettere, di piegare; con questo sign. attivo, quasi esclusivam. con riferimento agli arti: f. di un dito, f. delle braccia,...
declinazione
declinazióne s. f. [dal lat. declinatio -onis, der. di declinare: v. declinare]. – 1. L’azione, l’effetto e il modo del declinare, cioè del volgere verso il basso, in senso proprio e fig. In partic.: a. ant. Pendenza, inclinazione,...