Le frasi finali devono il nome al loro uso più qualificante: l’espressione del fine (o scopo). Tuttavia, la relazione tra frasi finali e fine non è biunivoca: da un lato, il fine è una relazione concettuale [...] finito) o in forma implicita (con il verbo all’infinito):
(1) a. ho comprato i chiodi perché Giulio appenda i quadri
b una funzione simile a quella dell’avverbio contenuto in (29): formula un commento alla qualità dell’atto di parola. Come l’avverbio ...
Leggi Tutto
Giambattista Vico nacque a Napoli il 23 giugno 1668, in una famiglia di modeste condizioni (il padre era libraio). Intrapresi gli studi di filosofia come esterno presso il collegio dei gesuiti di Napoli [...] di Francesco De Sanctis) impostati essenzialmente sulla formula critica di Vico quale «Dante della filosofia» Ermeneutica giuridica e teoria della lingua in G.B. Vico, «Intersezioni» 7, 1, pp. 53-71.
Fubini, Mario (19652), Stile e umanità di G. ...
Leggi Tutto
Per variazione diatopica (dal gr. diá «attraverso» e tópos «luogo») si intende la ➔ variazione linguistica su base geografica. L’espressione è stata, se non creata, certo diffusa negli studi linguistici [...] ce ne siano alcuni certamente marcati regionalmente, come la formula di chiusura e cosa, usata a Napoli.
I Giovan Battista Pellegrini, Pisa, Pacini, 2 voll., vol. 1º.
Bernhard, Gerald (1992), Per una caratterizzazione fenomenologica variazionale ...
Leggi Tutto
L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] il caso del s egno k, presente anche nella formula del Placito Capuano del 960 (la prima testimonianza scritta Serianni & P. Trifone, Torino, Einaudi, 3 voll., vol. 1° (I luoghi della codificazione), pp. 139-227.
Migliorini, Bruno (200712 ...
Leggi Tutto
I rapporti tra lingua e musica sono strettissimi, sia perché gran parte della produzione poetica, non soltanto italiana, è stata concepita in funzione dell’accompagnamento musicale (dall’antica tragedia [...] come sinonimo di modo, nel senso di «particolare formula melodica assunta a prototipo compositivo». Per chiarire gli equivoci cura di F. Nicolodi & P. Trovato, Firenze, Cadmo, pp. 1-21.
Rossi, Fabio (2002), Tra musica e non-musica: le metafore ...
Leggi Tutto
Per variazione diamesica si intende la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico) (➔ lingua parlata; ➔ lingua [...] queste è data dalla caduta in disuso, in quel mezzo, di formule come chi è? o chi parla?, poiché il nome del chiamante Cristina (1986), Tipologia dei testi parlati e scritti, «Linguaggi» 3, 1-2, pp. 14-22.
Mioni, Alberto M. (1983), Italiano ...
Leggi Tutto
I verbi di movimento (o di moto) esprimono in vari modi il cambiamento di posizione di un’entità da un punto a un altro nello spazio o, figuratamente, nel tempo.
Darne una definizione precisa non è facile, [...] privilegiando in particolare quelli che formano coppie complementari.
2.1 Andare e venire
I verbi andare e venire, va a finire, vero? (Maggiani 1995: 276)
Va notato che la formula andare a finire è una frase fatta; mentre andare a sentire nel senso ...
Leggi Tutto
L’interiezione (lat. interiectio «atto di gettare in mezzo») è una categoria di parole (tradizionalmente, una parte del discorso) invariabili con il valore di frase, usata per esprimere emozioni o stati [...] un punto di vista pragmatico, a un intero atto linguistico: in (1), per es., il significato di toh! coincide con quello della frase : ormai la frittata è fatta!); arrivederci e addio, formule di congedo e di separazione (Serianni 1988: 376-377 ...
Leggi Tutto
Per lingua inventata si intende una lingua artificiale, provvista di proprie regole sintattiche (descritte o meno) e proprio lessico (inventariato o meno). Sono state inventate lingue artificiali per motivi [...] i versi danteschi «Pape Satan, Pape Satan Aleppe» (Inf. VII, 1) e «Raphel maì amècche zabì almi» (Inf. XXXI, 67). , usato da Federico Fellini in Otto e mezzo, con la formula magica «asanisimasa», anima in alfabeto serpentino);
(d) eralrap isoc ...
Leggi Tutto
Melchiorre Cesarotti (Padova, 1730 - Selvazzano, presso Padova, 1808) fu uno dei maggiori rappresentanti dell’Illuminismo italiano in campo linguistico. Nacque e studiò a Padova, dove divenne insegnante [...] ). Tenendo conto di queste considerazioni, Cesarotti formula quindi il principio teorico: «Niuna lingua & C. Marello, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2 voll., vol. 1°, pp. 415-429.
Speranza, Lucia (2007-2008), Sulla lingua del Cesarotti ...
Leggi Tutto
formula
fòrmula (o fòrmola) s. f. [dal lat. formula, propr. dim. di forma «forma»]. – 1. a. Frase o insieme di frasi imposte da una norma consuetudinaria (rituale o legale) come espressione costante di determinati fatti o strettamente legata...
pace s. f. [lat. pax pacis, dalla stessa radice *pak-, *pag- che si ritrova in pangere «fissare, pattuire» e pactum «patto»]. – 1. a. Condizione di normalità di rapporti, di assenza di guerre e conflitti, sia all’interno di un popolo, di uno...