Pittore (Montegrino Valtravaglia 1804 - Cremona 1873). Allievo di G. Diotti a Bergamo, fin dalle sue prime opere mostra un modo di dipingere personalissimo, lontano dalle formule allora dominanti: gamme [...] e sfilacciato, echi correggeschi. Molti tratti del suo stile costituiscono premessa dell'arte di T. Cremona e O. Ranzoni. Eseguì prevalentemente composizioni religiose e ritratti con numerosissimi bozzetti preparatorî. Molte sue opere nei musei di ...
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Famiglia di mosaicisti (sec. 16º), originaria del Friuli ma operosa a Venezia. Il più noto è Vincenzo: molti suoi lavori nella basilica di S. Marco, tra cui un grandioso Albero di Iesse (1542-52), su cartoni [...] di G. Salviati. Suo aiuto fu il fratello Domenico, detto anche il Rosso o Rossetto, che fece in San Marco i mosaici con Cristo che risuscita il figlio della vedova e Cristo che guarisce l'inferma su cartoni del Salviati (1567), e l'Ultima Cena su ...
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Musée d'Orsay Museo nazionale francese con sede a Parigi, dedicato all'arte del 19° secolo. Fu inaugurato nel 1986 dopo una riuscita operazione di riutilizzo della Gare d'Orsay (una delle principali stazioni [...] ferroviarie parigine), sulla base di un progetto firmato da ACT Architecture, con interni di G. Aulenti. Il M. d'O. espone le pitture degli impressionisti, provenienti per la massima parte dal lascito Caillebotte (1896). Il museo, nei limiti ...
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Architetto (Seregno 1509 - Milano 1594). Esponente significativo, seppur minore rispetto a G. Alessi o P. Tibaldi, dell'architettura del Cinquecento a Milano, S. fu architetto del duomo (1547-67); diede [...] i disegni, tra l'altro, per il chiostro grande di S. Simpliciano, per il rinnovamento di S. Vittore al Corpo e per la parte architettonica del mausoleo di Giovanni dal Conte in S. Lorenzo. Suo capolavoro ...
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Pittore (Francoforte sul Meno 1655 o 1657 - Roma 1706), figlio e allievo di Johann Heinrich. Nel 1677 partì per Roma, dove fu allievo di G. Brandi, di cui sposò la figlia nel 1681; si stabilì poi a Tivoli. [...] Fu attivissimo soprattutto come pittore di animali, ripresi in primo piano su sfondi paesistici ed eseguiti con colore ricco e intensi effetti luministici. Opere in numerosi musei (Firenze, Uffizi; Madrid, ...
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Pittore (Douai o dintorni 1702 - Parigi 1766). Studiò ad Amsterdam con B. Picard, poi lavorò a Parigi, dove si rese noto come ritrattista: tra le sue opere più significative, i ritratti di J.-B. Rousseau [...] (Museo di Versailles), di G.-H. de Mirabeau, di P.-J. Cazes, di J.-F. de Troy (Louvre), dello statolder d'Olanda (L'Aia, Mauritshuis). ...
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Pittore e incisore (Nancy 1587 o 1588 - ivi 1633). Allievo di C. Saraceni, fu pittore di non grandissimi meriti, ma curioso e bizzarro. Introdusse in Francia la pittura di notturni, che tanta importanza [...] avrebbe avuto con J. Callot e G. La Tour. ...
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Pittore fiammingo (Courtrai 1576 o 1578 - Utrecht 1639). Fu a Praga (1604) alla corte di Rodolfo II, poi nel Tirolo, a Vienna, ad Amsterdam. Dipinse paesaggi fantastici ispirati al Tirolo, risentendo dell'influenza [...] di G. van Coninxloo. ...
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Parte introduttiva
di Cesare Emanuel
Sono definite città gli insediamenti che, generati da un processo di concentrazione geografica della popolazione, degli impianti produttivi e dei servizi, si differenziano, [...] 'immagine settecentesca del Campo Marzio proposta da G.B. Piranesi i due modelli confluiscono in dove veri alberghi alludono a un mondo altro mentre frammenti di New York o Venezia si propongono come cloni di realtà lontane, trasformate in icone di ...
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(IV, p. 577; App. I, p. 157; II, I, p. 255; III, I, p. 133; IV, I, p. 160)
Dare una definizione precisa e pertinente del termine a. è pressoché impossibile, data l'ambiguità e la molteplicità dei parametri [...] di De Carli, di Rosselli, l'a. è architettura, o meglio "un modo del percepire e del fare estetico nella passato ed il suo salotto è un palco nel teatro del mondo".
Bibl.: G. Dorfles, Simbolo, comunicazione, consumo, Torino 1962; M. Praz, La ...
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g, G
(gi, ant. o region. ge ‹ǧé›) s. f. o m. – Settima lettera dell’alfabeto latino, derivata, come la lettera C, dal Γ (gamma) greco. In origine, il segno C rappresentava la consonante occlusiva velare sonora ‹ġ› come in greco il Γ, ma nello...
d.o.c.g.
(o D.O.C.G.). – In enologia, sigla, abbrev. di denominazione di origine controllata e garantita, usata anche in funzione di agg.: vini d.o.c.g.; un barolo d.o.c.g. (v. denominazione, e cfr. anche d.o.c.). È usata anche la grafia senza...