Mitico indovino greco, figlio di Testore: prese parte alla guerra di Troia. Nell'Iliade ha parte importante solo nel libro I, dove la sua profezia che Apollo non cesserà dall'ira finché non sia resa la figlia al sacerdote Crise, provocando la contesa tra Achille e Agamennone, introduce l'azione principale del poema. Nel libro II (v. 322 segg.) si ricorda com'egli presagisse la durata decennale dell'assedio ...
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Prosatore greco del sec. II d. C., autore, oltreché di altri scritti non conservati ma tutti riguardanti la divinazione, di una grande opera di "spiegazione dei sogni" ('Ονειροκριτικά), in cinque libri. L'opera è sorta a poco a poco: i due primi libri, dedicati a un Cassio Massimo retore fenicio (da alcuni identificato col filosofo Massimo Tirio), hanno intonazione piuttosto sistematica; il terzo si ...
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Filosofo accademico del sec. II a. C. Semita come tanti altri filosofi ellenistici e chiamato dapprima Asdrubale, venne ad Atene, secondo la migliore tradizione (un frammento di Apollodoro di Atene), a 24 anni, cioè, secondo la stessa fonte, nel 163-62; divenne nel 159 scolaro di Carneade; fondò una propria scuola sul Palladio nel 140-39, ancor vivo il maestro; invase con i proprî scolari l'Accademia ...
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Pausa metrica. Le forme legate da responsione (se versi o strofe poco importa) sono separate da una pausa.
Nella metrica antica, caratteristiche della pausa sono l'obbligo di fin di parola e spesso di pensiero, la libertà dell'iato e della sillaba ancipite. Nell'interno del verso o della strofa vi sono sedi nelle quali mancano le libertà della pausa, mentre sussiste l'obbligo della fin di parola (quand'anche ...
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Figlio di Pelope, padre di Agamennone e Menelao, che da lui prendono il patronimico di Atridi. Dell'antichità di questa figura mitica non si può dubitare, perché il nome non è etimologizzabile, cioè è fornito ai poeti da più antica tradizione, e non è forse neppure greco né indoeuropeo. Chi A. fosse originariamente, tuttavia non si sa, giacché l'attribuzione a lui di una delle tombe nella rocca di ...
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Figlio di Nestore. Nell'Iliade non ha parte di prim'ordine, ma è raffigurato quale un giovanissimo eroe amabile e quindi caro ai maggiori tra i suoi pari, in ispecie ad Achille. Di giovane è il suo pregio precipuo, la velocità alla corsa. Giovenili e amabili sono persino i suoi difetti, una certa proclività a leggerezze, scusate dal pentimento che tien loro subito dietro: così la sua condotta verso ...
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Scrittore ellenistico, forse del sec. II a. C., autore di una raccolta di racconti intitolata appunto "favole Milesie" (Μιλησιακά, Μιλησιακοί λόγοι). Il solo frammento che ne possediamo è insignificante: più numerosi e un po' più fecondi i frammenti della versione, o forse rielaborazione, che ne fece in latino nella prima metà del sec. I a. C. il consolare e annalista L. Cornelio Sisenna. Ancora parecchio ...
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Secondo l'Odissea, re dei Feaci in Scheria. Figlio di Nausitoo (Ναυσίϑοος) e, attraverso lui, nipote di Posidone, ha guidato i Feaci dalla loro sede più antica, Iperea (‛Υπέρεια), dov'erano molestati dai Ciclopi, nella lontana Scheria. Sposa Arete, sua nipote, o (in una redazione più antica del nostro testo) sorella, e genera da lei Nausicaa e cinque figlioli maschi. Abita in un palazzo incantato, ...
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. Termine greco (ἀνάκρουσις, da ἀνακρούειν "cominciare a batter la lira, preludere") che nel testo di Strabone (IX, p. 421: secondo alcuni editori nella forma ἄγκρουσις) ha il significato generico di "preludio musicale". Goffredo Hermann l'adottò (Elementa doctrinae metricae, Lipsia 1816, p. 11) per indicare la parte del verso che precede la prima sillaba colpita dall'ictus. Questa concezione aveva, ...
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Figlio di Zeus, capostipite di Priamo, secondo l'Iliade, che tuttavia, se chiama dieci volte Priamo, e due Ilo "Dardanide", non dà della famiglia un albero genealogico preciso se non in un unico passo (XX, 215 segg.), il quale, poiché suppone il dominio degli Eneadi (v. enea) al posto dei Priamidi nella Troade (v. 306 segg.), deve essere recente. Di D. quell'albero genealogico, che si rivela fittizio ...
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vacanza
s. f. [dal lat. vacantia, neutro pl. sostantivato di vacans -antis, part. pres. di vacare (v. vacare), attrav. il fr. vacance]. – 1. Il fatto, la condizione di essere o di rimanere vacante; lo stato di una carica, di un ufficio civile...