(lat. Iuppiter, Iupiter, Iovis)
La divinità suprema della religione romana dalla latinità primitiva alla fine del paganesimo, corrispondente allo Zeus greco, dal quale tuttavia si differenzia per alcuni [...] planetaria Cosmic Vision 2015-2025 dell'Agenzia spaziale europea, il cui obiettivo sono le tre lune ghiacciate di Giove (Ganimede, Europa e Callisto).
G. irraggia nello spazio, sotto forma di radiazione infrarossa, circa il doppio dell’energia ...
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Epiteto di Giove in quanto testimone e garante dei patti (foedera).
In qualità di F., Giove aveva un tempio in Roma, costruito, secondo la tradizione, da Romolo, in cui i condottieri romani che avessero [...] ucciso in battaglia il condottiero nemico (due in tutta la storia romana, oltre Romolo) consacravano le spoglie opime ...
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(lat. Summanus) Divinità romana assimilata in qualche modo a Giove come dio della folgore notturna (Giove era il dio dei fulmini diurni). Gli fu consacrato un tempio nel Circo Massimo nel 278 a.C., dopo [...] che la sua statua nel tempio di Giove sul Campidoglio era stata colpita da un fulmine. ...
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(lat. Iuno)
Religione
Antica divinità latina, divenuta la massima divinità femminile della religione romana antica nel momento della sua sistemazione nel culto della triade capitolina, con Giove e Minerva. [...] di alcune città del Lazio e d’Italia. G. era la divinità corrispondente alla greca Era, e dunque concepita come sposa di Giove. La sua natura originaria è discussa. Il suo nome in sé e per sé ci porta genericamente nella sfera della giovinezza, della ...
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(lat. Stator) Nel culto degli antichi Romani, epiteto con cui era invocato Giove come colui che dà agli eserciti la forza di resistere. Secondo la leggenda, Romolo durante la battaglia con i Sabini, vedendo [...] tempio nel Foro dove allora si trovava se fosse riuscito ad arrestare i nemici. Dopo la vittoria avrebbe costruito un tempio a Giove Statore ai piedi del Palatino: un luogo sacro al dio esisteva certamente sul sito e qui gli fu dedicato un tempio nel ...
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Thor Divinità germanica, figlio di Odino, nell’interpretazione romana identificato con Giove. La sua arma era il martello, con cui più volte difese gli dei contro avversari mostruosi, e la sua vittima [...] sacrificale era il caprone. Il carattere guerriero gli valse una venerazione intensa da parte dei Vichinghi, che si consideravano ‘popolo di Thor’. In quanto protettore del mondo contro le potenze caotiche, ...
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(lat. Tages) Fanciullo d’origine divina (in alcune fonti detto figlio del Genio e nipote di Giove) che, secondo una tarda tradizione latina, balzato su dal solco tracciato da un contadino nell’agro di [...] Tarquinia, insegnò agli Etruschi l’arte divinatoria; scomparve (o morì) nello stesso giorno. I suoi insegnamenti, raccolti da Tarconte, costituirono il nucleo dei libri etruschi sulla divinazione (libri ...
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Nome di 12 divinità latine, aggruppate in 6 coppie (donde il nome Consentes «che stanno insieme»): Giove-Giunone; Nettuno-Minerva; Marte-Venere; Apollo-Diana; Vulcano-Vesta; Mercurio-Cerere. A Roma agli [...] Dei C., il cui culto era in onore già sotto la repubblica, era dedicato un portico ai piedi del colle Capitolino verso il Foro; il suo restauro nel 367 d.C. fu l’ultimo intervento pubblico in Roma riguardante ...
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giovedì Quarto giorno della settimana, il cui nome deriva, per antiche credenze astrologiche, da quello del pianeta Giove G. santo Nella liturgia cattolica, il g. che precede Pasqua. Si celebra la messa [...] in coena Domini commemorativa dell’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli e dell’istituzione del sacramento dell’Eucaristia. Dopo il vangelo il rito della ‘lavanda dei piedi’, ricorda ciò che Gesù fece agli ...
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ANGELINA da Montegiove (A. da Marsciano, A. da Corbara), beata
Ada Alessandrini
Nacque da famiglia feudale, ricca e potente, nel castello di Monte Giove, a poche miglia da Orvieto, con molta probabilità [...] (1921), pp. 29-31;F. G. Holweck, A Biographical Dict. of the Saints, London 1924, p. 76; G. Simoni, Il Castello di Monte Giove "de Montanea", Roma 1925, pp. 29-64 (con bibl. critica a pp. 46 s.); A. Fantozzi-B. Bughetti, Il Terz'Ordine francescano in ...
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giovamento
giovaménto s. m. [dal lat. tardo iuvamentum, der. di iuvare «giovare»]. – L’atto, il fatto di giovare; e più comunem., utilità, beneficio, vantaggio che si ottiene da qualche rimedio: dare, recare, ottenere, trarre, trovare g.;...
giovare
v. intr. e tr. [lat. iŭvare] (io gióvo, ecc.). – 1. a. intr. (aus. avere; con sogg. di cosa anche essere) Recare utilità, beneficio, essere vantaggioso: il moto giova alla salute; sono rimedî che giovano poco; a nulla mi è giovato...