Nell’età repubblicana (dalla metà del 4° sec. a.C.), la città assoggettata a Roma e sottoposta a oneri (munus capĕre). Con la sottomissione il m. perdeva la propria sovranità, senza partecipazione ai diritti [...] la propria sovranità; c) dalle coloniae dedotte da Roma e regolate da statuti che garantivano la piena privi di organizzazione cittadina. Concessa a tutti gli abitanti dell’Impero la cittadinanza romana con la costituzione di Caracalla del 212 ...
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Fratello (Corte, Corsica, 1768 - Firenze 1844) di Napoleone; dapprima avvocato, e decisamente francofilo, lasciò la Corsica dopo la vittoria di P. Paoli nel 1793, rifugiandosi in Francia. Con le fortune [...] . Residente a Parma e poi ambasciatore a Roma (1797), la rottura delle relazioni diplomatiche con Inghilterra (1802). Innalzato quindi ai più alti gradi civili e militari dell'Impero napoleonico, nel 1806 G. era posto dal fratello sul trono di ...
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Ideale, vagheggiato in tutto il Medioevo, di restaurazione dell’antica potenza imperiale romana, elevata dalla missione ancor più universalistica del cristianesimo, che in Roma aveva il suo centro. Sostenuto [...] dovevano garantire «libertà e sicurezza della Chiesa di Dio». Il risorgere delle lotte interne a Roma, il riaprirsi di vecchi motivi polemici tra Impero e Papato, la prematura fine di Ottone III (1002), fecero naufragare l’ideale del giovane ...
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Uomo politico francese (Cahors 1838 - Ville-d'Avray 1882), figlio di padre genovese. Messosi in vista fra i più coraggiosi oppositori dell'impero, eletto deputato nel 1869, votò contro la dichiarazione [...] repubblicana del febbr. 1875. Lottò contro i clericali che conducevano una campagna per il ristabilimento del potere temporale a Roma, avvertendo il pericolo di una rottura con l'Italia; contro il tentativo di Mac Mahon d'imporre un governo ...
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Nella Roma antica, classe sociale inizialmente formata dai cittadini sufficientemente ricchi da possedere un destriero nella cavalleria.
In tutto il periodo arcaico della storia greca, il termine ἱππεύς [...] il titolo rimase in varie città a designare la classe dei nobili. A Roma i cavalieri divennero (3° sec. a.C.) una categoria privilegiata nell’ alcuni sacerdozi: i curioni, i luperci, i flamini e i pontefici minori. L’ordine decadde nel Basso Impero. ...
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Figlio (Nicea 1225 - Pacomio 1282) di Andronico Paleologo e nipote di Alessio III Angelo, quando morì Teodoro II Lascaris imperatore di Nicea si impadronì del governo, associandosi al potere del giovane [...] Carlo d'Angiò, per allontanare la minaccia latina trattò anche con Roma l'unione delle Chiese che fu proclamata nel Concilio di Lione angioini e veneziani che si proponevano la restaurazione dell'Impero latino; ma gli insuccessi di Carlo d'Angiò in ...
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(ant. persiano Parthava) Antica popolazione iranica, di origine probabilmente nomade, stanziatasi dal 3° sec. a.C. in una regione dell’altopiano iranico fra l’Elburz e l’Amudar’ja (ant. Oxus), il Caspio [...] 248 a.C. il re Arsace potè proclamare la fondazione di un impero che sotto Mitridate I (170-138 a.C.) arrivò a estendersi Seleucidi e poi di Roma, con la quale si fronteggiò per tre secoli. Minato dalle contese dinastiche, l’Impero dei P. crollò ...
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Storico italiano dell'antichità (Torino 1902 - Pregassona, Canton Ticino, 1998); prof. univ. dal 1936, insegnò nell'univ. di Milano; socio nazionale dei Lincei (1989). La sua copiosa produzione testimonia [...] ); La lotta politica nel mondo antico (1955; nuova ed. 1963); Isocrate (1959); L'ellenismo e l'ascesa di Roma (1969); L'impero romano (1973); La costituzione romana dai Gracchi a Giulio Cesare (1974); L'Italia antica (1974); Alessandro Magno (1977 ...
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Successore (n. 411 circa - m. 474) di Marciano, fu elevato al trono (457) col favore del patrizio Flavio Ardabur Aspar (v. Ardabur). Nei rapporti con l'Occidente si ispirò al principio di mantenere l'unità [...] formale dell'impero, assumendo alla morte di Libio Severo (465) la dignità imperiale anche per l'Occidente (lasciò il governo al patrizio Ricimero), benché elevasse poi (467) al trono di Roma il congiunto Antemio Procopio. Nel 468 tentò invano di ...
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servizio In senso astratto, rapporto di soggezione o sudditanza; in particolare, in epoca feudale, l’obbligo del vassallo di rendere tutti i servigi che fossero compatibili con la sua qualità di uomo libero.
Lavoro [...] richiesti del s. militare (delectus); poiché anche a Roma nell’epoca più antica il soldato doveva equipaggiarsi con mezzi , quando ai possessori si aggiunsero i vassalli del re o dell’imperatore o dei grandi (conti, duchi ecc.). Nel caso che i ...
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imperatore
imperatóre (ant. e poet. imperadóre) s. m. [dal lat. imperator -oris, der. di imperare «esercitare il supremo potere, comandare»]. – 1. a. Nell’antica Roma, denominazione che originariamente indicava chi era investito di una suprema...
imperiare
v. intr. [der. di imperio] (aus. avere), ant. – Imperare: dopo ... Lodovico, imperiò Lottieri dieci anni (G. Villani). ◆ Part. pres. imperiante, con funzione verbale e di agg.: non convenendo a’ principi e popolo imperiante le cose...