libertà (libertade; libertate)
Bruno Bernabei
È tra i vocaboli centrali del mondo dantesco, pervaso dall'ideale della l., dalle prime opere fino alla Commedia, dove continuamente presente è la tensione [...] termine ricorre spesso nell'opera di D., fuorché nell'Inferno, la cantica della soggezione al peccato (v. anche IV, Milano 1954, 1149-1253; ID., Saggi e note di critica dantesca, Milano-Napoli 1966, 87-95. Per l'interpretazione della canzone Amor, ...
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medicina
Michele Rak
L'evidente, specifica competenza di D. nell'uso della terminologia propria dell'arte della m. (Cv I XII 4) va fatta risalire a un interessamento costante e articolato per questo [...] nel linguaggio poetico.
Molto frequenti nell'Inferno l'epopea della sofferenza fisica, i IV 1-2 (1920); D. Barduzzi, Di un maestro dello studio senese nel Paradiso dantesco, in D. e Siena, Siena 1921; S. Saitta, Le psicopatie nella D.C., ...
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traditore, traditrice
Emilio Bigi
Designa " colui che compie azioni che menano alla rovina la persona, che si fida "; cfr. Cv IV VII 3 [il] traditore... ne la faccia dinanzi si mostra amico, sì che [...] patto e giuramento di fedeltà (sacramento).
Nell'uso dantesco t. designa Malabocca, il ‛ pubblico dei maldicenti precisa la colpa, e la conseguente collocazione nel nono e ultimo cerchio dell'Inferno, in If XI 52-56, 61-66 (La frode... / può ...
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voglia
Alessandro Niccoli
Si trova in tutte le opere del corpus dantesco meno che nel Detto, ma gli esempi più numerosi appartengono al Purgatorio e al Paradiso, in evidente correlazione con alcuni [...] 111). Il passo è discusso; i più accolgono l'interpretazione del Landino (" acciocchè la sua [di Traiano] volontà, la quale in Inferno non può mutarsi a buon voler [v. 107], si mutasse nel corpo "); altri spiegano, ed è spiegazione meno convincente ...
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simonia e simoniaci
Giovanni Fallani
Con il termine s., che in D. ricorre esplicitamente soltanto in If XI 59 falsità, ladroneccio e simonia, s'intende, in teologia morale e in diritto canonico, la [...] di Selva Candida nell'opera Adversus simoniacos potrebb'essere introduttivo al linguaggio dantesco.
D. sviluppa, nella terza bolgia del cerchio ottavo dell'Inferno, la raffigurazione della pena dei colpevoli di simonia. Viene osservata la legge ...
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Momigliano, Attilio
Vittore Branca
Critico letterario (Ceva 1883 - Firenze 1952), uscito dalla scuola torinese del Graf e del " Giornale Storico " e per tempo sensibile alla lezione crociana, si mantenne [...] due saggi seguenti: Il significato e le fonti del canto XXV dell'Inferno (in " Giorn. stor. " LXVIII [1916]), e La personalità Convivium " n.s., I (1947); A. Vallone, La critica dantesca contemporanea, Pisa 1953; G. Getto, D. e il gusto del ...
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SIMINTENDI, Arrigo
Cristiano Lorenzi
– Nacque a Prato forse da Simintendi di ser Neri della famiglia magnatizia dei Pipini (I primi V libri delle Metamorfosi, 1846, p. XXI); ignoto invece il nome della [...] si trova un buon numero di citazioni dall’Ovidio volgare: in almeno due chiose (Inferno XIII, 144 e XIX, 115), infatti, l’ignoto commentatore dantesco conferma esplicitamente il 1334 quale anno di stesura della propria opera.
Il volgarizzamento delle ...
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tristo
Domenico Consoli
Aggettivo assai frequente e attestato in tutte le opere dantesche, meno che nel Detto; si trova usato ora in posizione attributiva ora in posizione predicativa. In due occorrenze [...] morte di Beatrice, che ha riflesso, oltre che sull'animo dantesco, su quello degli astanti, delle donne amiche, e sull' , ripreso in VI 6).
Il vocabolo trova largo impiego nell'Inferno, con intensificazione del suo valore (incline a " dolente "), ...
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corpo [plur. anche corpora]
Bruna Cordati Martinelli
Termine di uso frequentissimo sia nell'opera prosastica che in quella poetica; nella grandissima maggioranza dei casi usato in senso proprio col [...] questo passo è stato richiamato dal Bosco, nel suo commento a If XII, per spiegare il concetto dantesco di ‛ snellezza ' come velocità e agilità.
Le due prime occorrenze dell'Inferno (I 28 Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso, e v 142 E caddi come ...
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Ronto, Matteo
Michele Messina
Grammatico e poeta latino (Creta, seconda metà del sec. XIV - Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Siena, 1442). Nato da genitori veneziani (" Graecia... peperit me... Venetique [...] Parmensi " III (1865) 445-452; G.I. Ferrazzi, Manuale dantesco, II, Bassano 1865, 498-499; IV, ibid. 1877, 429 . 606, 207 n. 638 bis; G.B. Pighi, Una traduzione latina inedita dell'Inferno di D., in " Aevum " VI (1932) 276; V. Rossi, Il Quattrocento ...
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inferno2
infèrno2 s. m. [lat. tardo infĕrnus o infĕrnum, uso sostantivato dell’agg. infernus (v. la voce prec.), che assume il sign. 2 nel lat. eccles.]. – 1. non com. L’oltretomba secondo la concezione pagana (più com., in questo senso, Inferi):...
antinferno
antinfèrno (o antiinfèrno) s. m. [comp. di anti-2 e inferno]. – Nome con cui viene spesso indicato il vestibolo dell’inferno dantesco cioè la parte che va dalla porta al fiume Acheronte e che è sede degli ignavi.