Filosofo e teologo (Roccasecca 1225 o 1226 - Fossanova 1274). Fanciullo, oblato nel monastero di Montecassino, studiò poi a Napoli ove ebbe maestri (la notizia è di G. Tocco) Martino di Dacia e Pietro [...] l'universo. A garantire l'individualità del conoscere interviene poi (oltre la teoria della sensazione) la dottrina tomista dell'intellettoagente, inteso come facoltà dell'anima che è forma del corpo (non quindi unico, come, sia pure secondo diverse ...
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Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia [...] organismo umano se non la capacità di adeguarsi passivamente ad essa. Di qui la distinzione del sopraumano "intellettoagente" (νοῦς ποιητικός: l'espressione, coniata da Alessandro di Afrodisiade, diviene comune nell'aristotelismo medievale; A. parla ...
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Nome col quale è noto in Occidente il filosofo e medico musulmano Abū ῾Alī Ibn Sīnā (Afshana, presso Buchara, 980 - Hdmadhān 1037), di stirpe iranica, ma le cui opere sono per la massima parte composte [...] l'intelligenza della seconda sfera, e così di seguito fino all'intelligenza della sfera lunare, da cui emana l'"intellettoagente" il quale, come dator formarum, è la vera causa delle trasformazioni che avvengono nel mondo sublunare. L'anima umana ...
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Nome con il quale è noto in Occidente il filosofo, giurista, medico e astronomo arabo di Spagna Abū l- Walīd Muḥammad ibn Rushd (Cordova 1126 - Marrākesh 1198). Tra le sue numerosissime opere sono celebri [...] sua caratteristica di essere in potenza) come intelletto umano, ossia come parte razionale dell'anima umana, A. separa dall'anima non solo l'intellettoagente universale, ma anche l'intelletto materiale, giacché anche questo è semplice, ingenerato ...
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Nome col quale è noto in Occidente il filosofo, matematico, medico e musicista arabo musulmano di Spagna Ibn Bāggia (Saragozza fine sec. 11º - Fez 1139). Nel campo filosofico ebbe soprattutto grande rinomanza [...] " (Tadbīr al-mutawaḥḥid) ed "Epistola del commiato" (Risālat al-wadā῾); nella prima opera è tracciato l'itinerario dell'anima all'Intellettoagente, che è concepito come sostanza separata preposta al mondo sublunare: in virtù della sua luce l'umano ...
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ZABARELLA, Giacomo
Delio Cantimori
Nato a Padova il 5 settembre 1533, morto ivi il 15 ottobre 1589, fu il maggiore rappresentante della scuola aristotelica patavina del Cinquecento.
Fra i contemporanei [...] , ma una serie di questioni particolari trattate ognuna indipendentemente dall'altra - i problemi e i motivi tradizionali dell'intellettoagente, del moto dei gravi, del cielo, ecc. Della sua indipendenza di pensiero è caratteristico il fatto che i ...
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Filosofo (sec. 13º), il maggiore rappresentante dell'averroismo latino. Manchiamo di notizie biografiche precise; fu forse discepolo di Alberto Magno; sappiamo che insegnò alla facoltà delle arti a Parigi [...] sussiste nel suo essere, indipendente dalla materia". Nel perduto De felicitate sviluppava la dottrina averroistica della copulatio con l'intellettoagente. La fama di S. è testimoniata anche da Dante che lo pone nel cielo del Sole (Paradiso X, 133 ...
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Filosofo greco (2°-3° sec. d.C.). Rielaborò la dottrina aristotelica dell'intelletto, delineando l'esistenza di un intelletto "agente" da identificare con la causa prima, e quindi con la divinità.
Vita [...] , ma è unico e totalmente "separato" e s'identifica con la causa prima, cioè con la divinità. Solo l'intellettoagente è immortale, mentre quello materiale, come tutta l'anima umana, è destinato a perire col corpo. Questa interpretazione ha avuto ...
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Teologo e filosofo (Hales, contea di Gloucester, 1170-80 - Parigi 1245). Fu il primo scolastico che conobbe tutta la filosofia di Aristotele e di parte dei suoi commentatori.
Vita
Maestro nella Facoltà [...] assorbite in un contesto platonico-agostiniano attraverso l'interpretazione avicennistica; nella gnoseologia, la funzione dell'intellettoagente è così avvicinata alla dottrina delle rationes aeternae e dell'illuminazione di s. Agostino; nel problema ...
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Teologo e filosofo inglese (m. Norwich 1303 circa); francescano, studiò a Parigi (forse 1269-72) ove fu discepolo di Giovanni Peckham. Lettore a Cambridge nello studio dell'ordine (1275-79), maestro a [...] capace di conoscere le "verità eterne", sicché Dio stesso è l'intellettoagente della tradizione aristotelica (in via subordinata si può parlare di intellettoagente come "parte dell'anima" intendendolo quale pura disposizione incoativa). Da queste ...
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agente
agènte agg. e s. m. e f. [dal lat. agens -entis, part. pres. di agĕre «fare»]. – 1. agg. Che agisce, che provoca un determinato effetto; con sign. più partic. in filosofia: causa a., lo stesso e meno com. che causa efficiente (v. causa);...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...