Alberto di Bollstädt, che i suoi contemporanei chiamavano Alberto di Colonia, nacque, secondo alcuni, nel 1193, secondo altri, nel 1206 o 1207. Entrò nell'ordine domenicano nel 1223. Dal 1228 al 1245 insegnò [...] della prova ontologica dell'esistenza di Dio; l'indimostrabilità della creazione del mondo nel tempo, l'individualità dell'intellettoagente, la distinzione netta del creatore e della creatura, l'unità dell'anima, ecc. Ma, benché la filosofia di ...
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ZABARELLA, Giacomo
Delio Cantimori
Nato a Padova il 5 settembre 1533, morto ivi il 15 ottobre 1589, fu il maggiore rappresentante della scuola aristotelica patavina del Cinquecento.
Fra i contemporanei [...] , ma una serie di questioni particolari trattate ognuna indipendentemente dall'altra - i problemi e i motivi tradizionali dell'intellettoagente, del moto dei gravi, del cielo, ecc. Della sua indipendenza di pensiero è caratteristico il fatto che i ...
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Le ricerche per sapere quando fu sostituito il nome di filosofo e quindi filosofia al termine sofo (o sofista) e sofia, hanno un interesse puramente filologico, poiché quel che importa alla filosofia è [...] all'assoluto, come suo principio). Respinge il problema dell'origine del mondo nel tempo. Ritiene individuale l'intellettoagente e quindi immortale l'anima individuale. Alberto Magno accolse nella sua opera quanto la scienza empirica aveva prodotto ...
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PLATONE (Πλάτων, Plato)
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Bruno NARDI
La vita. - Secondo la datazione più attendibile, che è quella di Apollodoro, P. nacque ad Atene nel primo anno dell'Olimpiade 88ª, [...] nucleo centrale dei sistemi che si dissero "aristotelici", come quello di al-Fārābī e di Avicenna, nei quali l'"Intellettoagente" sostituisce l'Anima del mondo e fu detto "Datore delle forme" che appaiono nella materia del mondo sublunare. Averroè ...
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Nel greco antico ἄγγελος (da ἀγγέλλω "annunzio") aveva il significato generico di "messaggero"; ma poi, per l'uso che ne fecero i traduttori greci della Bibbia per rendere la parola ebraica mal'ākh "messaggero [...] più, e assunse una portata più generale e più filosofica. Le "intelligenze separate" di Averroè (che ammetteva l'unità dell'intellettoagente) furono identificate agli angeli. Per S. Tommaso (v. Summa Theol., I, q. 111 segg.; l segg.), gli angeli, la ...
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Filosofo (sec. 13º), il maggiore rappresentante dell'averroismo latino. Manchiamo di notizie biografiche precise; fu forse discepolo di Alberto Magno; sappiamo che insegnò alla facoltà delle arti a Parigi [...] sussiste nel suo essere, indipendente dalla materia". Nel perduto De felicitate sviluppava la dottrina averroistica della copulatio con l'intellettoagente. La fama di S. è testimoniata anche da Dante che lo pone nel cielo del Sole (Paradiso X, 133 ...
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immortalità Condizione di non essere soggetto alla morte.
Religioni antiche e politeistiche
Le prime forme di una credenza nell’i. equivalgono a manifestazioni dell’incapacità di concepire uno stato [...] i quali nell’aristotelismo (ritenuto la massima espressione della ragione umana) c’è posto solo per l’i. di un intellettoagente unico per tutta la specie umana.
La posizione di Tommaso viene impugnata anche da scotisti e occamisti, ritenendo essi ...
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Filosofo greco (2°-3° sec. d.C.). Rielaborò la dottrina aristotelica dell'intelletto, delineando l'esistenza di un intelletto "agente" da identificare con la causa prima, e quindi con la divinità.
Vita [...] , ma è unico e totalmente "separato" e s'identifica con la causa prima, cioè con la divinità. Solo l'intellettoagente è immortale, mentre quello materiale, come tutta l'anima umana, è destinato a perire col corpo. Questa interpretazione ha avuto ...
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Teologo e filosofo (Hales, contea di Gloucester, 1170-80 - Parigi 1245). Fu il primo scolastico che conobbe tutta la filosofia di Aristotele e di parte dei suoi commentatori.
Vita
Maestro nella Facoltà [...] assorbite in un contesto platonico-agostiniano attraverso l'interpretazione avicennistica; nella gnoseologia, la funzione dell'intellettoagente è così avvicinata alla dottrina delle rationes aeternae e dell'illuminazione di s. Agostino; nel problema ...
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Teologo e filosofo inglese (m. Norwich 1303 circa); francescano, studiò a Parigi (forse 1269-72) ove fu discepolo di Giovanni Peckham. Lettore a Cambridge nello studio dell'ordine (1275-79), maestro a [...] capace di conoscere le "verità eterne", sicché Dio stesso è l'intellettoagente della tradizione aristotelica (in via subordinata si può parlare di intellettoagente come "parte dell'anima" intendendolo quale pura disposizione incoativa). Da queste ...
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agente
agènte agg. e s. m. e f. [dal lat. agens -entis, part. pres. di agĕre «fare»]. – 1. agg. Che agisce, che provoca un determinato effetto; con sign. più partic. in filosofia: causa a., lo stesso e meno com. che causa efficiente (v. causa);...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...