ragione
Marta Cristiani
Termine usato correntemente da D. con una serie di significati diversi, conformi ora al linguaggio comune, ora al linguaggio filosofico. Cfr. un'enumerazione dei significati [...] che è la conoscenza di ogni singola forma intellegibile. È ben noto che la dottrina dell'intelletto possibile e dell'intellettoagente costituiscono uno dei punti più controversi e tormentati di tutta l'interpretazione aristotelica, da Alessandro di ...
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BONUCCI (Bonuccio), Agostino
Boris Ulianich
Nacque probabilmente a Monte San Savino (Arezzo) nel 1506. Nulla sappiamo dei genitori. Ancora fanciullo, quasi certamente nel 1514, fu accettato nel convento [...] "physicae disciplinae": "illae inflant, haec humiliat". La conoscenza naturale si acquisisce con il lume naturale dell'intellettoagente, dei sensi, ecc., mentre quella della Scrittura si ha "fide, Christique spiritu, intus revelante...". Distinzione ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Paolo Sarpi
Corrado Pin
Un frate enciclopedico, che rifiuta di render pubbliche le sue audaci riflessioni sull’uomo associato, la religione, lo Stato; in colloquio con il mondo dei filosofi antichi, [...] intorno ai fenomeni sensoriali e percettivi, attraverso cui Sarpi giunge a negare la differenziazione aristotelica tra intellettoagente e possibile; la formazione delle «opinioni», argomento che troverà attenta trattazione nell’Arte di ben pensare ...
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eternità del mondo
Gennaro Sasso
In quanto la si tratti in questa sede, la questione dell’e. del m. richiede che siano in breve richiamati il modo e la ragione per i quali M. esplicitamente la affrontò [...] è averroista», basta chiedergli «se il movimento e il mondo sono eterni» e «se non v’è che un intellettoagente e un intelletto possibile per tutti gli uomini. La risposta a questa domanda», aggiungeva, «è un sintomo indicativo» (La philosophie au ...
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mente
Alfonso Maierù
Nell'uso dantesco il termine designa la somma delle capacità più alte dell'uomo e, di volta in volta, l'intelletto, la ragione, la memoria; è usato anche a designare l'intelletto [...] ma non bisogna ignorare che secondo Aristotele (Anima III 5, 430a 10 ss.; Gen. anim. II 3, 736b 27, cfr. 737a 9-10) l'intellettoagente nell'uomo è " divino " per la sua origine. Per l'uso di amente e demente, cfr. Prisciano Inst. gramm. XVII 152 (a ...
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terra
Eugenio Ragni
Giovanni Buti - Renzo Bertagni
Nelle sue molteplici accezioni, è vocabolo di larga frequenza in tutta l'opera dantesca, segnatamente nel Convivio e nella Commedia; presente nel [...] natura dei segni bui della Luna che fan di Cain favoleggiare (II 50), l'erronea attribuzione agli angeli dell'intellettoagente (XXIX 70), la validità che il vulgo ingenuamente attribuisce alle prediche e alle promession d'indulgenze e assoluzioni di ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Scolastica
Oreste Bazzichi
Questa trattazione può considerarsi un tentativo conoscitivo, analitico e sintetico di dar conto di quel complesso sistema o metodo culturale medievale che va sotto il nome [...] e che ebbe il maggior impatto sul pensiero successivo, è certamente quella dell’unicità dell’intelletto, sia attivo (come era per Avicenna l’intellettoagente) sia passivo.
Grazie ai commenti aristotelici di entrambi, e al loro tentativo di servirsi ...
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platonismo
Marta Cristiani
Con questo termine si è soliti indicare quel complesso di temi e dottrine, legato all'influsso delle teorie platoniche e alla rielaborazione di esse operato dalla scuola neoplatonica.
Da [...] i nuovi temi del p. avicennistico (l'emanatismo, la metafisica della luce, le gerarchie dell'essere, la funzione dell'Intellettoagente), come pure i nuovi temi dell'aristotelismo, in una sintesi spesso originale e, per quanto riguarda soprattutto l ...
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LEONI (Lioni), Piero (Pier Leone, Pierleone da Spoleto)
Franco Bacchelli
Nacque a Spoleto, probabilmente verso il 1445, da Leonardo, appartenente a una famiglia del ceto professionale spoletino, che [...] spontanea dall'argilla in una sperduta isola disabitata. Questi, vivificato e reso poi spiritualmente attivo dall'intellettoagente, viene portato da una silenziosa pedagogia divina durata cinquanta anni attraverso tutte le nozioni della scienza ...
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potenza (potenzia)
Alfonso Maierù
Il termine in D. ha tre valori fondamentali: designa la " possibilità " di una realtà, suscettibile di realizzarsi nell'atto, oppure le " facoltà " dell'anima o, infine, [...] 12-20, b 3-7, 18 ss.; 6, 418a 3-5); nella facoltà intellettiva, l'intelletto possibile è analogo alla sensibilità, ed è quindi p. passiva (III 4, 429a 13 ss.), l'intellettoagente è invece p. attiva (III 5, 430a 15). Questa diversità delle facoltà è ...
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agente
agènte agg. e s. m. e f. [dal lat. agens -entis, part. pres. di agĕre «fare»]. – 1. agg. Che agisce, che provoca un determinato effetto; con sign. più partic. in filosofia: causa a., lo stesso e meno com. che causa efficiente (v. causa);...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...