incomprensibile
Detto di cosa che non ammette possibilità di comprensione secondo le capacità dell'intelletto umano: la velocità del Primo Mobile (Cv II III 9), o la sapienza di Dio: IV V 9 e XXI 6 O [...] altezza de le divizie de la sapienza di Dio, come sono incomprensibili li tuoi giudicii…!, per cui cfr. s. Paolo (Rom. 11, 33): " quam incomprehensibilia sunt iudicia eius ", riportato anche in Quaestio ...
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Alberto di Bollstädt, che i suoi contemporanei chiamavano Alberto di Colonia, nacque, secondo alcuni, nel 1193, secondo altri, nel 1206 o 1207. Entrò nell'ordine domenicano nel 1223. Dal 1228 al 1245 insegnò [...] della prova ontologica dell'esistenza di Dio; l'indimostrabilità della creazione del mondo nel tempo, l'individualità dell'intelletto agente, la distinzione netta del creatore e della creatura, l'unità dell'anima, ecc. Ma, benché la filosofia ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Raffinato intellettuale e influente personalità dell’ordine domenicano, Meister Eckhart cerca [...] . Finché è sopra di me qualcosa che non è Dio stesso, ciò mi opprime, per quanto piccolo o comunque sia; fosse anche lo stesso intelletto e l’amore; in quanto è creato e non Dio stesso, mi opprime, perché non è libero. L’uomo ingiusto serve la verità ...
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Filosofia
Il carattere di tutto ciò che è intelligibile, cioè comprensibile mediante la facoltà dell’intelletto. L’intelligibile si contrappone perciò tipicamente al sensibile, ma, mentre il termine di [...] ‘sensibilità’ ha acquistato un valore attivo (capacità di sentire), a quello di i. è rimasto solo l’originario valore passivo.
Telecomunicazioni
L’i. di una comunicazione telefonica, cioè la comprensibilità ...
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Autore ebreo del sec. 12º. Visse a Roma, dove scrisse nel 1139 il Sekel tōb ("Buon intelletto"), che è un commento al Pentateuco. Si sono conservati soltanto frammenti del suo commento al Levitico. Un'altra [...] sua opera contiene il primo manuale di lingua ebraica in ebraico con dizionario, composto sulle orme di Mĕnaḥēm ben Sarūq (v.) ...
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Bene giuridico protetto dalle norme disciplinanti i delitti di falso (➔ falsità). È definita pubblica la f. integrante un fenomeno collettivo permanente, un peculiare atteggiamento morale o un costume [...] (da F. Schleiermacher a W.F. Otto).
Per esser la f. un rationabile obsequium, atto che implica l’adesione dell’intelletto e della volontà a verità non evidenti per sé ma fondate sulla veracità di Dio, nasce il problema, centrale nel pensiero ...
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NOOLOGIA
Guido Calogero
. Termine filosofico, derivante dal greco νοῦς (nella forma originaria e non contratta νόος) "intelletto, ragione, mente" e λόγος "discorso, trattazione" e significante quindi [...] in generale "dottrina della mente". C. A. Crusius lo usò come equivalente di "psicologia", mentre R. Eucken se ne valse proprio per designare la scienza filosofica dello spirito, idealisticamente superiore ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Glauco Maria Cantarella
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel 1513 il concilio Laterano V approva la bolla Apostolici regiminis, che sancisce [...] tipo della luce, poiché in certo modo anche la luce rende i colori che sono in potenza colori in atto. E questo intelletto è separabile, impassibile e non mescolato, essendo atto per essenza, poiché sempre ciò che fa è superiore a ciò che subisce, e ...
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Particolare forma di pensiero, che non segue regole fisse né legami logici, ma si presenta come riproduzione ed elaborazione libera del contenuto di un’esperienza sensoriale, legata a un determinato stato [...] è la facoltà di produrre immagini sensibili (ϕαντάσματα): connessa ai sensi ma non limitata o condizionata da essi, distinta dall’intelletto e dall’opinione, l’i. è una forma di movimento (κίνησις) che si produce negli esseri dotati di sensazione ed ...
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Qualsiasi indagine sulla c. deve preliminarmente accertare (1) come conosciamo e (2) cosa possiamo conoscere. Rispetto al primo punto, le risposte tradizionalmente offerte dalla filosofia sono che conosciamo [...] , l’aria, il fuoco ecc., cioè elementi che cadono sotto i sensi. Questa opinione verrà corretta da Anassagora, che introdurrà l’intelletto o νοῦς come principio di tutte le cose, e dirà che non bisogna riferire ogni cosa ai sensi, perché i principi ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...