potenzialmente
Alfonso Maierù
Il termine vale propriamente " in potenza " e si contrappone sia all'espressione ‛ in atto ' che all'espressione ‛ in abito '. Occorre una sola volta, in Cv IV XXI 5 [l'intelletto [...] creatore in proporzione della maggiore o minore perfezione naturale dell'anima cui si unisce.
Poiché in Pg XXV 72 si dice che l'intelletto, spirito novo, è di vertù repleto, è cioè ricco dei germi di tutta la conoscenza, p. va accostato, più che al ...
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adulto
. Per " cresciuto ", estensivamente " educato ", ovvero " nutrito " (o per altri " assuefatto "), in Pd VII 60: il mistero della redenzione è nascosto a colui il cui intelletto non si è fatto [...] a. nella fiamma dell'Amore divino (meno bene altri, ad es. Siebzehner-Vivanti: " il cui spirito non è assuefatto a rivolgersi all'amor di Dio "). Per il Torraca a. in questo passo non viene da adolesco, ...
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Filosofo e teologo (Roccasecca 1225 o 1226 - Fossanova 1274). Fanciullo, oblato nel monastero di Montecassino, studiò poi a Napoli ove ebbe maestri (la notizia è di G. Tocco) Martino di Dacia e Pietro [...] l'universo. A garantire l'individualità del conoscere interviene poi (oltre la teoria della sensazione) la dottrina tomista dell'intelletto agente, inteso come facoltà dell'anima che è forma del corpo (non quindi unico, come, sia pure secondo diverse ...
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noema
Dal gr. νόημα «concetto». Opposto a sensazione, costituisce l’oggetto della noesi (➔). Per Aristotele il n. è ogni nozione conosciuta immediatamente e indivisamente dall’intelletto o νοῦς e, come [...] tale, punto di partenza ed elemento fondamentale della conoscenza discorsiva. Nella fenomenologia di Husserl il n. è l’elemento oggettivo dell’esperienza, il correlato del processo noetico; si tratta essenzialmente ...
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regolativo
Aggettivo (ted. regulativ) usato da Kant per denotare l’uso delle idee della ragione (idee dell’anima, del mondo, di Dio) in contrapposizione a quello «costitutivo» (ted. konstitutiv) delle [...] . Le idee della ragione possono servire esclusivamente a indirizzare l’intelletto, facendo sì che i concetti dell’intelletto tendano verso forme di unità sempre più comprensive. In questo senso esse vanno intese come punti di riferimento ideali ...
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Furono così chiamati, principalmente nei primi tempi del Rinascimento, i seguaci delle interpretazioni aristoteliche di Alessandro di Afrodisia, specialmente riguardo alla dottrina dell'unità e dell'immortalita [...] aveva recisamente acuito la non chiara distinzione posia da Aristotele fra l'intelletto passivo, preesistente in ogni anima individuale, e l'intelletto attivo, forma e radice universale della funzione razionale, attribuendo la suprema attività ...
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sinderesi Termine della teoria scolastica della morale, indicante l’abito o la capacità naturale dell’uomo di conoscere immediatamente i principi universali dell’ordine morale, analogo all’intelletto dei [...] primi principi nel campo speculativo. I filosofi medievali (la dottrina ha il suo sviluppo nel 13° sec.), se sono d’accordo nell’affermare l’esistenza della s., differiscono nel modo di concepirla: per ...
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anima
Efrem Gettoni
Il termine ricorre assai di frequente nelle opere di D., nella Commedia innanzi tutto, e nel Convivio, più raramente nelle altre. Spesso è inteso in senso rigorosamente filosofico [...] (Pg XVI 88-90) ma poi, forte dell'esperienza delle gioie effimere di quaggiù, sempre conclude che già mai non si sazia nostro intelletto, se 'l ver non lo illustra / di fuor dal qual nessun vero si spazia (Pd IV 124-126).
Ma solo dopo la morte ...
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notizia
Occorre due sole volte in D., sempre nella Commedia. In Pg XVIII 56 là onde vegna lo 'ntelletto / de le prime notizie, omo non sape, ‛ intelletto de le prime notizie ' corrisponde all'intellectus [...] (o habitus) principiorum di cui parla Aristotele in An. post. II 19, 99b 18 ss., cioè il possesso intellettuale delle ‛ nozioni prime ', cioè conoscenze immediate note per sé stesse, senza bisogno di dimostrazione. ...
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Nacque nel 1697 nel castello di Chamrond e morì a Parigi nel 1780. Manifestò giovanetta un intelletto precoce e spregiudicato, che invano il Massillon tentò di piegare alla religione. Andata sposa nel [...] 1718 a Giacomo de La Lande, marchese du Deffand, brillò a corte per la grazia del portamento e per l'arguzia del conversare scettico e ironico, e piacque al reggente, Filippo d'Orléans, il quale la volle ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...